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Passeggiando per un grazioso quartiere di villette, colpisce la precisione nel taglio delle siepi. Curatissime e soprattutto alte, quasi a sfiorare le tegole dei tetti. Difficile che possa accadere quello che Alfred Hitchcock immaginò nel film La finestra sul cortile. Non si sbircia nelle case altrui. È buona educazione, ma poi, a omicidio compiuto, ci battiamo il petto riconoscendo che siamo una razza indifferente perfino verso i dirimpettai.
Certi muscoli di relazione si sono atrofizzati, ma altri sono ipertrofici. Non è vero che ignoriamo gli altri, c’è un portone virtuale da cui si accede all’intimità altrui ed è così spalancato da dare l’impressione che il permesso di buttare un occhio sia una formalità non necessaria. Il cellulare di Filippo Turetta non ha più segreti, ogni appunto del suo legame patologico con Giulia Cecchettin è a disposizione del pubblico. E se vale qualche scusa criminologica, nessuna pezza giustificativa può reggere di fronte alla vittima: è stata spiatt...
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