Jovanotti Jovanotti è oggi protagonista della politica italiana: rompe i suoi legami con la giunta di destra di Bologna, organizza alla festa dell’Unità una manifestazione pro-Mtv che il governo (di sinistra) vuol chiudere. È scelto da Michele Serra e da altri, tra i quali Gabriele Ferraris sulla Stampa, come esempio degli “artisti” che non vogliono collaborare con la destra. Ferraris spiega come un cantante “onestamente schierato a sinistra” debba lasciare a Guazzaloca “onestamente di destra”, la possibilità di “lavorare con uomini suoi” e far “capire che la coerenza è un valore”. Poi Ferraris se la piglia con abbondanza di sarcasmi con i cantanti (come Dalla) pronti a collaborare con tutti. Lavorare con un amministratore di destra, sarebbe “infrangere la propria coerenza” per Ferraris. Chissà se ha letto Gramsci che spiegava agli operai torinesi che quel soldino dato alla borghese Stampa era come un proiettile sparato contro se stessi.
Emanuele Macaluso Emanuele Macaluso nel suo libro “Mafia senza identità” (Marsilio) spiega la complessità storica del rapporto tra mafia e politica, segnato da precise responsabilità “politiche” con le quali però se ci si affida al giacobinismo giudiziario per fare i conti, ci si ritroverà con una politica “senza identità”. Macaluso è un protagonista di un comunismo italiano che ha le sue radici sia nella storia nazionale sia in un movimento internazionale segnato (nel cuore della guerra civile europea iniziata nel ’14) dalla trasformazione militarista degli orinali ideali socialisti. Partendo da quelle radici Maca-luso dai ’60 è impegnato per la ricomposizione tra co-munisti e socialisti italiani dopo la rottura del ’21. Sin dalla fine degli anni ’70 si batte, poi, per affermare una cultura garantista. Lo sforzo per “la ricomposizione” non sembra darà grandi frutti tra Ds sempre più in preda a un caos ideologico e di identità. L’impegno garantista, invece, ha colpito molte coscienze anche fuori dal suo partito.