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In autunno si vota in Umbria, Liguria e Emilia-Romagna e per il centrodestra sarà una bella sfida. Riconfermare in Umbria la vittoria di cinque anni fa sarà arduo. Qui, come altrove, il centrosinistra si presenta con la formula del “campo largo”, il nuovo nome dell’Ulivo di prodiana memoria, che del suo antesignano conserva pregi e difetti: buone possibilità di successo, pessime capacità di manovra (coi pastrocchi si vince, ma non si governa). Della Liguria sapete tutto: si è arrivati al voto dopo la defenestrazione di Giovanni Toti, il governatore che si è dimesso dopo un’incredibile e vergognosa campagna mediatico-giudiziaria vecchio stile. Accuse flebili trasformate in prove lampanti, intercettazioni ritagliate ad arte, la solita spruzzata di sesso&mafia per confondere le acque, domiciliari usati come ricatto fino all’unico esito possibile: dimissioni e voto. Dite voi se questa è democrazia.
L'alternativa Ugolini
In Emilia-Romagna c’è una nov...
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