Lettere al direttore

La prigionia di Cecilia Sala, Gaza e il Te Deum di Ben

Di Emanuele Boffi
01 Gennaio 2025
Come fare una donazione alla Fondazione di padre Aldo in Paraguay, cosa ha scritto Tempi sul conflitto in Israele. Lettere di inizio anno
La giornalista italiana Cecilia Sala

Caro direttore, mi pare sempre più chiaro che la giornalista Cecilia Sala è stata imprigionata in Iran come pedina di scambio per ricattare l’Italia e gli Stati Uniti. Nonostante le autorità di quel paese dicano che «ha violato le leggi islamiche», tendo a credere che sia vero quel che scrivono molti giornali e cioè che sia una forma di ritorsione (per poi giungere a uno scambio) per quell’ingegnere fermato a Malpensa.
Graziano Sargetti

È la nostra stessa impressione. Speriamo che Cecilia possa tornare presto a casa.

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Ho letto l’articolo sulla fondazione di padre Trento. In esso è
riportato l’iban per chi vuole inviare somme per sostenere l’opera. Vorrei che si ripubblicasse l’iban e che è si confermi i dati bancari.

Marco Lucariello

Il modo più semplice per fare una donazione all’opera di padre Aldo è tramite il sito della sua fondazione.  https://sanrafael.org.py/

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Caro direttore, quello che si può e si deve dire a proposito degli israeliani a Gaza è ciò che cantava Claudio Chieffo nella sua canzone su Auschwitz: «Non è difficile essere come loro».
Guido Clericetti

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Da vecchissimo (quasi la prima ora) abbonato (da qualche tempo non più tale) mi sento spinto, forse a tarda sera, a far presente il mio profondo disagio per quanto trovo spesso a ribadito nella vostra pubblicazione. Ho sempre di più l’impressione di un abbastanza pedissequo allineamento alla lettura mainstream vigente in Occidente: “Israele è una democrazia sacrosanta che combatte con sante ragioni dei terroristi”. Se ne aveste interesse potrei girarvi centinaia di fonti dirette che dicono una storia un po’ diversa; una storia scomoda per il nostro ormai vecchio e decrepito Occidente, una storia che nessuno vuole vedere anche se è sotto gli occhi di tutti, un genocidio della peggior specie. […]
Alfredo Abbondi

Risparmio ai lettori il resto della sua email che contiene ipotesi cospirazioniste non suffragate da alcun fatto, ma, caro Alfredo, non è un genocidio, perché la parola ha un significato ben preciso, e questo non lo è. È una reazione tremenda alla mattanza del 7 ottobre che, diversamente da quel che lei scrive, non abbiamo mai mancato di raccontare attraverso tantissime analisi e testimonianze da Israele e da Gaza. Non ultima quella di suor Nabila che ha scritto per noi un magnifico Te Deum. L’invito, quindi, caro Alfredo, è di riabbonarsi a Tempi: così anche le sue critiche potranno essere più puntuali. Buon anno.

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Caro Lele, ti mando una foto con il mio Te Deum.
Benedetto Frigerio

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