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La parabola di Justin Trudeau, il premier frivolo

Di Rodolfo Casadei
09 Gennaio 2025
Icona progressista, campione woke e alfiere del politicamente corretto, il primo ministro canadese è caduto in disgrazia per le sue decisioni sull’ambiente e i migranti. Un ritratto
Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, Lucerna, Svizzera, 16 giugno 2024 (foto Ansa)
Il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, Lucerna, Svizzera, 16 giugno 2024 (foto Ansa)

L’ascesa e il declino lunghi nove anni della stella di Justin Trudeau, primo ministro liberal-progressista canadese figlio d’arte, sono stati all’insegna della frivolezza. La caduta finale invece ha solidi motivi, radicati nell’esasperazione dell’elettorato per l’alto deficit pubblico, l’inflazione in crescita, il caro vita, una carbon tax vessatoria, l’irrequietezza della minoranza francofona e la scarsità di alloggi conseguenza di un tasso eccessivo di immigrazione.

Sullo Spectator il commentatore politico canadese conservatore Michael Taube lo ha fulminato come «non solo il peggior primo ministro che il Canada abbia mai avuto, ma anche il più delusional», cioè delirante, estraneo alla realtà. C’è un famoso filmato su YouTube dove si vede il primo ministro durante un incontro pubblico interrompere e correggere un’interlocutrice che ha usato l’espressione “mankind” (umanità): «Noi preferiamo dire “peopleskind”, è più inclusivo». E Taube nel suo commento ricorda: «Il primo ministro...

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