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Sul Sussidiario Paolo Annoni scrive: «Il modello di città “green” rischia di coincidere, se non si valutano attentamente le conseguenze, con un modello di città solamente a misura di “ricco” e di “single” in cui chi non ce la fa viene progressivamente escluso non per una volontà deliberata, ma per l’impossibilità di sostenere i costi: quelli dell’auto condivisa, di una casa in una città dove la domanda è strutturalmente superiore all’offerta, dei prezzi che incorporano i costi degli investimenti green oltre a quelli misurati in “tempo”. Una Milano vuota o piena solo di turisti senza macchina e in affitto è sicuramente più pulita e più green, ma questo orizzonte difficilmente può essere considerato un successo».
Al fondo le valutazioni di Annoni indicano come l’idea di città di Beppe Sala sia ben strutturata propagandisticamente, ma sia catastrofica strategicamente.
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Su Open Gianluca Brambilla scrive: «Nuove piste ciclabili, nuove linee della metropolitana, Area B, Area C, parcheg...
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