
La libertà educativa va forte negli Stati Uniti

Il libertario Cato Institute lo ha definito “l’anno della scelta scolastica”, Education Next, il periodico specializzato in temi educativi della Harvard Kennedy School, lo ha promosso “anno della scelta educativa”, Forbes ha spiegato che il trend va incrementandosi nell’anno corrente: il 2021 è stato l’anno del maggiore incremento delle politiche che permettono a tutte le classi sociali di esercitare la libertà educativa nella storia degli Usa.
In 19 stati della federazione sono stati introdotti 7 nuovi programmi che rendono possibile la scelta educativa e sono stati ampliati 21 già esistenti. Come risultato delle legislazioni introdotte nel corso del 2021, circa 3 milioni e 600 studenti sono diventati idonei a ricevere i fondi di nuovi programmi di scelta educativa in 7 stati e 878.300 studenti sono diventati idonei a partecipare a programmi già esistenti che sono stati ampliati.
Scrive Patrick Gleason su Forbes che nel primo mese del 2022 sono state presentate nuove proposte di legge per ampliare i programmi esistenti in ben 27 stati. Fino all’anno scorso il numero di studenti negli Usa che usufruivano di programmi per la libera scelta scolastica in quella che in Italia è la scuola dell’obbligo e che negli Usa è nota come K-12 erano appena 608.000, ma coi nuovi provvedimenti, approvati o in via di approvazione in stati di diverso colore politico, sia repubblicani che democratici, sono destinati ad aumentare decisamente.
Voucher, borse e depositi
Gli strumenti attraverso i quali le famiglie americane non benestanti riescono ad accedere a scuole non statali sono i voucher, le borse di studio offerte da privati e i depositi di risparmio per l’educazione (Esa). Il primo equivale al buono scuola italiano, il terzo a un vero e proprio deposito di fondi pubblici in conti di risparmio autorizzati dal governo con usi limitati, ma multipli.
Quei fondi, a cui le famiglie generalmente accedono tramite una piattaforma online, possono coprire le tasse scolastiche, programmi di apprendimento online, lezioni private, costi del college, spese per materiali di apprendimento personalizzati approvati.
Gli stati e assimilati che utilizzano lo strumento del voucher sono 18: Arkansas, Florida, Georgia, Indiana, Louisiana, Maryland, Mississippi, New Hampshire, North Carolina, Ohio, Oklahoma, Puerto Rico, Tennessee, Utah, Vermont, distretto di Washington e Wisconsin. Quelli che utilizzano gli Esa sono passati da 5 a 10 nel corso del 2021. Fra essi compaiono Arizona, Florida, Indiana, Mississippi, New Hampshire, North Carolina, Tennessee e West Virginia.
Il dibattito negli Stati Uniti
Il fenomeno sta generando dibattito negli Usa, con la maggior parte dei sindacati degli insegnanti delle scuole statali contrari a questo tipo di iniziative e le associazioni delle famiglie e alcune associazioni di insegnanti favorevoli.
Nel South Carolina, dove è in discussione un progetto di legge che istituirebbe gli Esa per famiglie con determinati requisiti di reddito, si affrontano le due posizioni.
«In questi casi succede che il denaro per gli Esa viene dai fondi statali destinati alla scuola pubblica», scrive a Forbes l’insegnante di inglese alle superiori statali Peter Greene. «Se poi lo studente abbandona il programma basato sul voucher e torna alla scuola pubblica, il denaro torna al fondo statale per il programma. Una volta che la scuola pubblica ha perso quel denaro, esso non gli torna più indietro, anche se lo studente torna alla scuola pubblica».
In realtà non è così: si tratti di voucher o di Esa, quando uno studente lascia una scuola pubblica per una scuola privata con uno dei programmi per la scelta educativa, la scuola pubblica non perde l’intero finanziamento associato all’alunno che si è trasferito. Al contrario, quando uno studente utilizza un Esa per frequentare una scuola privata, la scuola pubblica che ha lasciato finisce in realtà per disporre di un finanziamento per allievo più elevato rispetto a prima. Di fatto le scuole pubbliche beneficiano finanziariamente quando perdono studenti a causa della competizione con le scuole non statali.
Risultati migliori
Il 30 gennaio scorso il Washington Post ha pubblicato un articolo che fa eco alle argomentazioni di Greene, affermando che le riforme che ampliano la scelta dei genitori nell’istruzione «potrebbero indebolire ulteriormente le scuole tradizionali».
EdChoice, una Onlus che promuove la libertà di scelta educativa, segnala che questi timori sono smentiti dai risultati di 27 studi che hanno esaminato l’impatto dei programmi di scelta educativa sulle scuole pubbliche; risulterebbe che 25 di questi studi hanno rilevato che le scuole pubbliche hanno risultati migliori nei luoghi in cui ci sono programmi di scelta per le famiglie.
Quartieri poveri
Gli oppositori dei programmi Esa tendono a rappresentarli come un sussidio a beneficio di famiglie che non ne hanno bisogno. Tuttavia Alison Heape, un’insegnante di scuola pubblica del South Carolina, spiega sulle pagine del Charleston Post-Courier che gli Esa offrono il massimo beneficio ai bambini delle famiglie a basso reddito, poiché i genitori ad alto reddito esercitano a modo loro la scelta della scuola andando ad abitare nei quartieri benestanti, dove si trovano le migliori scuole pubbliche statali.
Scuole negate ai figli dei quartieri poveri: «Le famiglie ad alto reddito», scrive, «hanno opportunità che le famiglie a basso reddito non hanno. Il sistema educativo del South Carolina non sarà equo fino a quando i bambini svantaggiati non avranno accesso a una gamma completa di fornitori di servizi educativi, pubblici e indipendenti, come avviene per i bambini delle famiglie benestanti. Ogni passo verso questo obiettivo uniforma il campo di gioco; per questo, come insegnante di scuola pubblica, sostengo la proposta di legge per gli Esa».
Risparmi per i contribuenti
Oltre a fornire ai genitori e ai loro figli più opzioni, i programmi di scelta scolastica – che si tratti di Esa, buoni scuola o borse di studio – hanno una comprovata capacità di liberare risorse dei contribuenti fornendo al contempo ai bambini migliori opzioni di istruzione.
Nell’esercizio fiscale 2018, i programmi di scelta adottati nei vari stati hanno prodotto risparmi netti tra i 12,4 e i 23,8 miliardi di dollari per i contribuenti, secondo un rapporto sugli effetti fiscali dei programmi di scelta scolastica prodotto da EdChoice. Ciò rappresenta un risparmio dei contribuenti compreso tra i 3.300 e i 7.500 dollari per ogni studente che ha partecipato a programmi di scelta scolastica.
Più scuole private
Un altro sondaggio condotto dall’istituto Morning Consult per EdChoice ha rilevato che il 65 per cento degli americani è favorevole all’istituzione dei buoni scuola per le famiglie bisognose; la percentuale si eleva all’80 per cento fra gli afroamericani.
Le leggi per la scelta educativa di un numero crescente di stati degli Usa accompagnano un trend favorevole alle scuole private: secondo il sistema di monitoraggio delle scuole private negli Usa del Cato Institute nell’anno che è alle nostre spalle le aperture di nuove scuole private hanno superato le chiusure con un margine di 28 a 7, e metà di tutte le scuole private hanno registrato un aumento delle iscrizioni.
Foto Unsplash
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!