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La guerra in Ucraina e noi che giocavamo a Risiko

Di Marina Corradi
17 Aprile 2022
Nata nella pace, pensavo che fosse garantita per sempre. E penso che molti altri, con me, fossero certi della stessa cosa
Risiko
Foto: "RISIKO!" di angrodZ, licenza CC BY-NC-SA 2.0

Noi da ragazzi giocavamo a Risiko. Si cominciava dopo cena, attorno alla tavola appena sparecchiata. Si era in tanti. Il tabellone con la carta geografica del mondo si riempiva velocemente di carri armatini rossi, verdi, blu, gialli. Ciascuno aveva un obiettivo, ma era difficilissimo raggiungerlo. Passava la mezzanotte, ci si intestardiva. Alle due ci arrendevamo, nessuno aveva vinto.
Giocavamo sui confini di Urss, Germania e Polonia con assoluta spensieratezza. Era soltanto un gioco: i nostri genitori avevano fatto la guerra e ce l’avevano raccontata, il 25 aprile 1945 era finita, Hitler morto, Mussolini impiccato, i nazisti processati a Norimberga. Erano stati cinque atroci anni, campi di sterminio, pogrom, gulag, ma ora tutto era finito, in Europa. Per sempre. Almeno, questo noi bambini degli anni Sessanta avevamo capito.
Personalmente pensavo a quegli anni come a un tempo remoto, come quello della Rivoluzione francese o dei Carbonari. Solo da adulta ho realizzato che dal ...

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