«La guerra è orrore, sempre. E la verità è la prima vittima»

Di Emanuele Boffi
13 Maggio 2022
«Ormai da un mese si è passati dal conflitto “per salvare l’Ucraina” a guerra “per indebolire la Russia”. È grave che non si dica». Intervista a Gian Micalessin, inviato in Crimea

Gian Micalessin, inviato del Giornale, sta raccontando in questi giorni la guerra in Ucraina dalla prospettiva della Crimea. Visto dalla penisola, il conflitto ubbidisce ad altre logiche e a diverse parole d’ordine rispetto a quelle usate sui media occidentali. Come Micalessin ha documentato sul quotidiano e in alcuni servizi per il Tg1, il sentimento generale della popolazione è filorusso e anti-ucraino.

«Ormai a partire dal 2014», spiega l’inviato a Tempi, «qui la maggior parte della gente mal sopporta il controllo dell’Ucraina. La Russia, soprattutto negli ultimi anni, ha investito molto in queste terre e il livello di benessere della popolazione è cambiato. Normale, quindi, che vi sia questo consenso».

Il vero e il falso

Giornalista di lungo corso, Micalessin la guerra la conosce bene, avendone calcati i teatri in tutte le parti del globo. Di recente, parlando con l’Adnkronos ha detto che «il primo caduto di ogni guerra è la verità». «Sì, anche da qui», riprende a dire a Tempi, «se ne ha conferma. Si vede lo sventolio delle opposte propagande. Questa è una costante di tutti i conflitti. È molto difficile distinguere il vero dal falso. Si pensi solo a come è stata raccontata nei primi giorni la “resistenza eroica” fino alla morte dei soldati ucraini sull’Isola dei serpenti. Poi si è scoperto che erano stati fatti prigionieri. O alla leggenda sul “fantasma di Kiev”, il pilota-eroe incubo dei russi».

Discorso che vale anche per l’altro fronte: «Si pensi alla propaganda russa sul nazismo. È vero che nel battaglione Azov vi sono pesanti infiltrazioni di elementi di estrema destra, ma da qui a far passare tutto il paese come in mano ai nipotini di Hitler ce ne passa». Insomma, Micalessin predica prudenza: «Sebbene in Ucraina ci siano moltissime tv e giornalisti, è molto quel che non sappiamo. Per avere notizie sul fronte russo dobbiamo affidarci alle fonti ucraine e alla Nato. Viceversa, anche sullo stato di salute dell’esercito ucraino sappiamo poco».

Carne da macello

Quel che è importante, dice Micalessin, è capire che «la guerra è orrore, sempre. È per questo che ci si dovrebbe sempre impegnare a farla terminare al più presto. La guerra è l’orrore di Bucha, ma anche di Dmytrivka, dove alcuni militari ucraini hanno esultato dopo aver sgozzato dei soldati russi». C’è un aggressore e un aggredito, c’è chi ha ragione e chi ha torto, ma la logica manichea di dividere in “buoni” e “cattivi” è solo una lente deformante. «Il tifo da stadio non va bene. Qui non si parla di gol, ma di vite umane. È patetico l’interventismo di chi non ha mai visto una guerra e, da casa sua, spinge perché il conflitto prosegua o si allarghi. Qui si rischia l’escalation, e stiamo parlando di una escalation nucleare».

Purtroppo, nota l’inviato, «ormai da un mese la guerra si è trasformata da “conflitto per salvare l’Ucraina” a “conflitto per indebolire la Russia”. Ucraini e i soldati russi sono diventati la carne da macello per raggiungere altri obiettivi rispetto a quelli dichiarati. Questo è grave ed è molto grave che non venga detto».

Foto Ansa

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