«La guerra è orrore, sempre. E la verità è la prima vittima»
Gian Micalessin, inviato del Giornale, sta raccontando in questi giorni la guerra in Ucraina dalla prospettiva della Crimea. Visto dalla penisola, il conflitto ubbidisce ad altre logiche e a diverse parole d’ordine rispetto a quelle usate sui media occidentali. Come Micalessin ha documentato sul quotidiano e in alcuni servizi per il Tg1, il sentimento generale della popolazione è filorusso e anti-ucraino.
«Ormai a partire dal 2014», spiega l’inviato a Tempi, «qui la maggior parte della gente mal sopporta il controllo dell’Ucraina. La Russia, soprattutto negli ultimi anni, ha investito molto in queste terre e il livello di benessere della popolazione è cambiato. Normale, quindi, che vi sia questo consenso».
Il vero e il falso
Giornalista di lungo corso, Micalessin la guerra la conosce bene, avendone calcati i teatri in tutte le parti del globo. Di recente, parlando con l’Adnkronos ha detto che «il primo caduto di ogni guerra è la verità». «Sì, anche da qui», riprende a dire a Tempi, «se ne ha conferma. Si vede lo sventolio delle opposte propagande. Questa è una costante di tutti i conflitti. È molto difficile distinguere il vero dal falso. Si pensi solo a come è stata raccontata nei primi giorni la “resistenza eroica” fino alla morte dei soldati ucraini sull’Isola dei serpenti. Poi si è scoperto che erano stati fatti prigionieri. O alla leggenda sul “fantasma di Kiev”, il pilota-eroe incubo dei russi».
Discorso che vale anche per l’altro fronte: «Si pensi alla propaganda russa sul nazismo. È vero che nel battaglione Azov vi sono pesanti infiltrazioni di elementi di estrema destra, ma da qui a far passare tutto il paese come in mano ai nipotini di Hitler ce ne passa». Insomma, Micalessin predica prudenza: «Sebbene in Ucraina ci siano moltissime tv e giornalisti, è molto quel che non sappiamo. Per avere notizie sul fronte russo dobbiamo affidarci alle fonti ucraine e alla Nato. Viceversa, anche sullo stato di salute dell’esercito ucraino sappiamo poco».
Carne da macello
Quel che è importante, dice Micalessin, è capire che «la guerra è orrore, sempre. È per questo che ci si dovrebbe sempre impegnare a farla terminare al più presto. La guerra è l’orrore di Bucha, ma anche di Dmytrivka, dove alcuni militari ucraini hanno esultato dopo aver sgozzato dei soldati russi». C’è un aggressore e un aggredito, c’è chi ha ragione e chi ha torto, ma la logica manichea di dividere in “buoni” e “cattivi” è solo una lente deformante. «Il tifo da stadio non va bene. Qui non si parla di gol, ma di vite umane. È patetico l’interventismo di chi non ha mai visto una guerra e, da casa sua, spinge perché il conflitto prosegua o si allarghi. Qui si rischia l’escalation, e stiamo parlando di una escalation nucleare».
Purtroppo, nota l’inviato, «ormai da un mese la guerra si è trasformata da “conflitto per salvare l’Ucraina” a “conflitto per indebolire la Russia”. Ucraini e i soldati russi sono diventati la carne da macello per raggiungere altri obiettivi rispetto a quelli dichiarati. Questo è grave ed è molto grave che non venga detto».
Foto Ansa
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