
La Francia sceglie: il socialista Hollande è il nuovo presidente
La Francia ha scelto: come previsto, il prossimo presidente che siederà all’Eliseo è Francois Hollande, socialista, eletto con il 52 per cento dei voti contro il 48 e mezzo di Nicolas Sarkozy, che lascerà la guida del suo partito, l’Ump. “Francois Hollande 17 anni dopo Francois Mitterrand. In mezzo, Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e tante sconfitte e umiliazioni per la gauche francese, che stasera si riprende la Bastiglia come non succedeva da tanto tempo. Il nuovo presidente si rivolge subito all’Europa promettendo «un nuovo inizio», lo chiamano prima Angela Merkel, che lo invita a Berlino, Mario Monti che propone una «stretta collaborazione». Poi il presidente dsegli Stati Uniti Barack Obama. Fra la festa a Tulle e la Bastiglia che lo aspettava, per Hollande è già tempo di preoccupazioni e di lavoro. L’euro ha aperto in calo sui mercati asiatici, le sue promesse elettorali dovranno da domani mattina fare i conti con il bilancio. Ma stasera è il tempo di festeggiare sotto la pioggia nella piazza della cattedrale di Tulle, dove Hollande ha fatto per tanti anni il sindaco e dove tutti gli danno del tu. Dove il primo discorso di Hollande, che più che la parola di un presidente sembrava ancora un comizio di campagna elettorale, sfuma sulle note di una fisarmonica. Sul palco ci sono i musicisti locali, che suonano ‘La vie en rose’, mentre lui agita la mano per salutare e Valerie sventola un mazzo di rose rosse” (Ansa).
“Il tempo di salire su un jet e dopo un’ora Hollande e la sua compagna sono già alla Bastiglia, dove – impacciato ma coinvolgente – il nuovo presidente si è proclamato rappresentante «della gioventù di Francia», ha annunciato che si tratta dell’inizio «di un movimento europeo» e che è ora «di dire basta all’austerità». La prima telefonata che Hollande ha ricevuto in qualità di presidente, prima della Merkel, è stata quella dell’avversario Nicolas Sarkozy: «Gli ho augurato buona fortuna», ha detto il presidente sconfitto, che ha stretto i denti fino all’ultimo sforzandosi di trascinare gli scettici, gli avvoltoi che volteggiavano sull’Ump e uno staff di campagna elettorale troppo spocchioso e poco efficace. «Ho sbagliato io, mi assumo tutta la responsabilità di questa sconfitta», è l’amaro commiato del presidente che sembrava non dover perdere mai e che invece è stato il secondo, dopo Giscard d’Estaing, a non essere confermato all’Eliseo. Era serio e alla fine commosso, svuotato dopo una campagna durissima e crudele negli ultimi giorni, quando ha capito che anche i colonnelli del partito lo avevano lasciato da solo. La prima cosa che ha tenuto a dire è che non farà più il capo del partito e che alla sfida durissima delle legislative di giugno (dove i sondaggi già pronosticano disastri) è bene che ci pensino gli altri, la triade Fillon-Copè-Juppè, che adesso prenderà le redini dell’Ump. «Un’altra battaglia comincia», hanno ripetuto uno dopo l’altro i capi della destra sconfitta, mentre Marine Le Pen – con la sua scheda bianca che ha indirettamente favorito la vittoria di Hollande – si fregava le mani. L’obiettivo di svuotare l’Ump e prenderne un giorno il posto è da questa sera più che mai la stella polare dell’operazione Bleu-Marine” (Ansa).
Articoli correlati
1 commento
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Ora che ha vinto Hollande, è davvero la fine.
I governi che si sono succeduti in tutti i paesi occidentali dal dopoguerra ad oggi hanno costantemente allargato i buchi neri dei debiti pubblici, che alla fine si sono uniti generando un unico gigantesco buco nero che sta distruggendo l’economia occidentale. Invece di andarsi a nascondere per la vergogna, i keynesiani ossia i marxisti in incognito cercano di convincerci che l’unica cura per la malattia della crisi è… la spesa pubblica. Non so se avete capito: essi vorrebbero curare una malattia provocata dal debito con altro debito. Sarebbe come curare l’alcolismo con l’alcol, la dipendenza da eroina con l’eroina, la peste con la peste. Davvero geniale. Ci propinano la solita favola della buona notte: l’aumento della spesa pubblica farà ripartire l’economia così saremo tutti più ricchi e avremo anche i soldi per pagare i debiti di oggi… Credetemi, si fa prima a credere nella fatina di Cenerentola. Come abbiamo visto, la spesa pubblica non ha mai fatto ripartire nessuna economia a memoria d’uomo. Peggio ancora, neanche se la facesse davvero ripartire sarebbe in grado di annientare il cancro in metastasi del debito. Già oggi il debito cresce a un tasso molto superiore a quello di crescita.
Ormai siamo già in fondo all’abisso della disperazione economica. Ora che in Francia ha vinto quel marxista-keynesiano di Hollande, cominceremo a scavare il fondo dell’abisso. Hollande infatti chiede, manco a dirlo, di attuare politiche per la crescita idi stampo keynesiano tradizionale. Ossia, lui vorrebbe più spesa pubblica e più debito. E quando la metastasi del debito sarà all’ultimo stadio, andrà col cappello in mano dalla BCE e chiedere di fare quantitative easing (stampare soldi per comprare il debito). E così saremo inondati da carta straccia a forma di soldi e inizierà la festa dell’inflazione. Ma i tedeschi non sono così fessi: sanno ben che aumentare l’inflazione significa fare perdere valore ai soldi veri che essi hanno accumulato col sudore della loro fronte. Ed guardate che hanno ragione da vendere. Quindi usciranno dall’euro sbattendo la porta e l’esperimento della moneta europea sarà concluso. This is the end.
Per quanto riguarda quel mostro chiamato spread, i tedeschi stanno un po’ meglio degli altri. Ma dallo stare un po’ meglio di un malato grave allo stare bene ce ne corre. Anche la Germania, infatti, è divorata dal cancro del debito. Certo, a differenza degli altri è in grado di tenere questo cancro sotto controllo. Ma dal tenere un cancro sotto controllo al guarirne ce ne corre. Tutti gli stati occidentali sono oberati dai debiti, tutti sono destinati a perdere la tripla A. Tutti, anche la Germania. E’ solo questione di tempo.
Il debito tedesco si prevede che scenderà a causa della condotta virtuosa dei tedeschi: era dell’81% nel 2012 e sarà del 79,8% nel 2013. Ma tutta la virtù teutone non basta. Infatti, il debito tedesco è più alto di quello spagnolo. Come ho detto è solo questione di tempo. Il 5 dicembre scorso, Standard and Poor’s aveva lanciato un avvertimento sulla possibilità di downgrade per 15 stati dell’Eurozona, tra cui la Germania. Per adesso, la Germania ha scampato il pericolo. Ma per quanto tempo ancora?
Nel 2012 il debito pubblico francese crescerà fino all’89,1%, nel 2013 raggiungerà l’89,3% del Pil. E infatti, il governo francese ha ricevuto la nota del declassamento del rating della Francia da Standard and Poor’s. Anche l’Austria è stata declassata e ha perso la tripla A. La Finlandia ela Slovacchia si appresterebbero a perderla. Lussemburgo e Paesi Bassi cominciano ad vere paura: Standard and Poor’s ha già lanciato loro degli avvertimenti.
Quindi, se la spesa pubblica e on eso il debito non saranno ridotti ai minimi termini in breve tempo, è la fine non soltanto per l’euro, ma perl’Occidente.
http://reginadigiove.wordpress.com/2012/05/02/la-crisi-ha-un-colpevole-john-maynard-keynes-sono-state-le-sue-idee-luciferine-a-scatenare-il-cancro-in-metastasi-del-debito-pubblico-e-delle-bolle-speculative-se-avessimo-dato-retta-a-friedrich-vo/