Nella società italiana si lamenta lo svuotamento del sistema educativo, la perdita della capacità di orientare la persona in formazione da parte di chi dovrebbe educare. È la “deriva educativa” della scuola, a volte incapace di educare e fonte essa stessa di devianza. Una deriva che, unita alle progressive difficoltà della famiglia, sovraccaricata di pesi impropri, non sostenuta nel suo compito educativo, rende “concreto il rischio che venga compromessa in modo grave con la famiglia, la trasmissione dei valori nella società italiana” (Card. Ruini). Occorre dunque superare la progressiva estraneazione del sistema scolastico dalla società civile, riportando il tema della scuola al centro del dibattito anche sociale e culturale, oltreché politico, con proposte innovative. Ma da cosa ripartire per la vera riforma della scuola? Innanzitutto dalla comprensione che una delle principali fonti di crisi del sistema scolastico consiste nell’allenamento e nella distorsione del nesso tra famiglia e scuola. Si è deteriorato il rapporto tra questi due fondamentali mondi vitali e sistemi sociali. La stessa modalità partecipativa non risulta più sufficiente a qualificare il sistema scolastico e va rafforzata con nuovi strumenti. Si tratta di costruire un nuovo modello relazionale che valorizzi la famiglia sostenendola nel suo primario compito educativo; d’altro canto la scuola è chiamata a offrire in aggiunta valore, conoscenze, strumenti comunicativi alla persona. Questi scambi tra famiglia e scuola in un rapporto di reciproca valorizzazione stabiliscono un rinnovato Patto educativo. Un patto che per sua natura richiede di poter essere stipulato, cioè esige la libera scelta educativa, a pari condizioni economiche. Da qui la assoluta necessità per tutto il sistema scolastico nazionale, statale e non statale, di una reale parità economica di accesso alle scuole. Solo così potrà acquisirsi un fondamentale diritto civile e al contempo realizzarsi la necessaria condizione di emulazione che migliorerà la qualità di tutta la scuola italiana. Ben altro che la “legge truffa” sulla Parità approvata dal Senato lo scorso luglio.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi