La Chiesa anglicana non celebra i matrimoni gay ma li benedice

Di Rodolfo Casadei
24 Gennaio 2023
La conclusione della commissione creata sei anni fa sul tema “same-sex marriage” scontenta tutti. Per gli attivisti Lgbtqi «solo briciole», per il fronte opposto «una capitolazione»
Manifestazione per chiedere alla Chiesa anglicana aperture sui matrimoni gay
Manifestazione Lgbt alla Church House di Londra per chiedere alla Chiesa anglicana aperture sui matrimoni gay, 15 febbraio 2017 (foto Ansa)

Hanno titolato tutti alla stessa maniera, dal Daily Telegraph al Guardian, al Time, al sito della Bbc, alle agenzie di stampa come Ap e Reuters: “Church of England refuses to back same-sex marriage”, cioè la Chiesa d’Inghilterra si rifiuta di dare il via libera al matrimonio fra persone dello stesso sesso. Ma le cose non stanno così.

La commissione episcopale creata sei anni fa dalla Chiesa anglicana per approfondire la questione, trattata in un lungo percorso di consultazioni e audizioni denominato “Living in Love and Faith”, è arrivata alla seguente conclusione, che sarà sottoposta al Sinodo generale che si riunisce in febbraio: la Chiesa anglicana non celebra matrimoni fra persone dello stesso sesso, ma permette ai suoi ministri di benedire le coppie che ne fanno richiesta e chiede scusa per le discriminazioni verso «le persone Lgbtqi+».

Welby: «Per alcuni troppo, per altri poco»

Una soluzione che scontenta tutti, cosa di cui si è mostrato consapevole Justin Welby, l’arcivescovo di Canterbury (primate della Chiesa d’Inghilterra), che così ha commentato: «Non ho dubbi che ciò che proponiamo oggi sembrerà spingersi troppo avanti per alcuni, e troppo poco per altri, ma è mia speranza che ciò su cui abbiamo convenuto sarà accolto in spirito di generosità, nel perseguimento del bene comune». Speranza rapidamente delusa, soprattutto per quanto riguarda i fautori del matrimonio omosessuale celebrato nelle chiese. Jayne Ozanne, attivista Lgbtq e membro del Sinodo generale, ha definito il permesso per le benedizioni «briciole, il minimo che potessero fare».

«Risultato spregevole» per gli attivisti Lgbt

«Questo è un risultato assolutamente spregevole», ha aggiunto Jayne Ozanne. «Non posso credere che anni di sofferenza e trauma non ci hanno portato che questo! Abbiamo ascoltato innumerevoli richieste di perdono nel corso degli anni, ma nessun atto che ponesse fine alla dannosa discriminazione. È un insulto a tutti quelli che hanno creduto in questo processo». Sulla stessa lunghezza d’onda il reverendo Andrew Foreshew-Cain, il fondatore della campagna “Equal” per il matrimonio omosessuale in seno alla Chiesa d’Inghilterra: «Nessuno sarà contento. I progressisti considereranno questo come briciole lasciate cadere dal tavolo, i conservatori lo vedranno come offrire una benedizione a ciò che i vescovi considerano inaccettabile [il matrimonio come tale, ndt]. Entrambe i partiti evidenzieranno la mancanza di integrità teologica della soluzione. La mia speranza è che il Sinodo consideri tutto ciò cibo per cani, e lo respinga dal suo tavolo».

Per Christian Concern è un via libera di fatto

Sul fronte opposto, gli evangelici di Christian Concern lamentano: «Questa è una capitolazione da parte della Chiesa d’Inghilterra. I vescovi hanno perso il coraggio e la convinzione di affermare chiaramente la bellezza della visione di Dio per il matrimonio tra un uomo e una donna. Tale visione è chiara e senza compromessi e conduce a una società sana e felice. La Chiesa d’Inghilterra sta aprendo la strada alla celebrazione del “matrimonio tra persone dello stesso sesso” in tutto tranne che nel nome».

Cosa prevede la proposta

La proposta della commissione episcopale prevede che le coppie dello stesso sesso non siano autorizzate a sposarsi in una chiesa anglicana e i pastori non siano autorizzati a celebrare tali nozze, ma permette che ci sia un servizio in chiesa caratterizzato da preghiere di dedicazione, ringraziamento o di invocazione della benedizione di Dio sulla coppia dopo il suo matrimonio o unione civile. I sacerdoti contrari a questo rito per ragioni teologiche potranno esercitare il diritto di non celebrare questi servizi. Se approvata dal Sinodo generale, la decisione aprirebbe la strada alla stesura di testi di preghiere e benedizioni per le coppie omosessuali.

Una soluzione di compromesso

La proposta risulterebbe da un compromesso fra favorevoli, contrari e dubbiosi all’interno dell’episcopato anglicano inglese, dove fino ad oggi cinque vescovi (il più importante dei quali è il reverendo Steven Croft della diocesi di Oxford) si sono espressi pubblicamente a favore di matrimoni in chiesa fra persone dello stesso sesso. A questo proposito l’arcivescovo di Canterbury sottolinea che la soluzione di compromesso «riflette la diversità dei punti di vista, e io mi rallegro di questa diversità e accolgo questo modo di rifletterla nella vita della nostra Chiesa».

Come si dividono le Chiese sorelle

Le Chiese sorelle della Chiesa d’Inghilterra in Gran Bretagna, cioè la Chiesa episcopale scozzese e la Chiesa anglicana in Galles, sono già “più avanti” della Chiesa di Welby: la prima celebra in chiesa i matrimoni fra persone dello stesso sesso (come anche la Chiesa presbiteriana scozzese), la seconda dal 2021 permette le benedizioni per gli omosessuali sposati o uniti civilmente.

Fuori dal Regno Unito, matrimoni omosessuali in chiese anglicane sono celebrati negli Stati Uniti dal 2015. Alla Conferenza di Lambeth del 2020, poi rinviata al 2022, che riunisce tutte le Chiese della comunione anglicana (80 milioni di affiliati), furono invitati vescovi omosessuali sposati o civilmente uniti provenienti da Stati Uniti e Canada, che però non potevano essere accompagnati dalle loro dolci metà.

Secondo il Daily Telegraph le opinioni sulla celebrazione religiosa del matrimonio omosessuale fra la cinquantina di vescovi che compongono la Chiesa d’Inghilterra sarebbe la seguente: un terzo favorevoli, un terzo contrari e un terzo incerti.

@RodolfoCasadei

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