L’urgenza di tornare a educare. Don Patriciello a Caorle

Di Redazione
15 Giugno 2025
Il video integrale dell’incontro del parroco di Caivano alla festa di Tempi. Una grande testimonianza di fede, umanità e responsabilità

È stata una grande testimonianza di fede e di umanità quella di don Maurizio Patriciello alla festa di Tempi a Caorle. Nel secondo giorno dell’edizione 2025 di “Chiamare le cose con il loro nome”, il parroco di Caivano ha approfondito alcuni dei tanti spunti che propone quasi quotidianamente sui social e dalle colonne di Avvenire a partire da fatti di cronaca di tutti i tipi, specie quelli che coinvolgono la gioventù “a rischio” del suo territorio.

Che cosa vuol dire che per educare i ragazzi occorre «ritrovare la gioia di essere cristiani»? E che gli educatori – le famiglie innanzitutto – devono «arrivare prima» della magistratura e della polizia, cioè prima che sia «troppo tardi»? Che cos’è l’autorità, e perché gli adulti sembrano aver smesso di esercitarla nella nostra società? E che cosa è, e soprattutto cosa non è, l’amore, nel nome del quale un giovane uomo può arrivare a uccidere la sua ex fidanzata poco più che bambina? Cosa vuol dire che «ad amare si impara»?

Questi i temi toccati da don Patriciello nel corso dell’incontro “Giovani, carini e spaesati. L’urgenza di tornare a educare”. Con un affondo sulla situazione del quartiere Parco Verde di Caivano a due anni dalla famosa visita di Giorgia Meloni e dall’intervento di riqualificazione avviato dal governo dopo i terribili fatti di cronaca che tutti conosciamo. E un finale “poetico” sulla speranza, virtù che per don Patriciello ha un nome preciso: Gesù Cristo.

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