Dove trovare i soldi per i 150 mila precari della scuola? Per il Sole con una «sforbiciata» a ricerca e università

Di Redazione
26 Settembre 2014
Secondo il quotidiano, il ministero dell'Istruzione starebbe pensando di colpire «le dotazioni relative a università e ricerca».

La Buona Scuola sarà finanziata anche tagliando le spese per università e ricerca? A riferirlo è il Sole 24 Ore, che oggi spiega: «Il miliardo che serve nel 2015 ad assumere gli oltre 148 mila docenti precari sarà finanziato anche dallo stesso ministero dell’Istruzione. Con una partita di giro tra tagli di spesa e nuove risorse che potrebbero arrivare in legge di Stabilità». Una «sforbiciata», spiega il quotidiano di Confindustria, che per i settori università e ricerca «potrebbe aggirarsi sui 400 milioni».

400 MILIONI. A pagina 34 il pdf la Buona Scuola aveva già spiegato che il prezzo da pagare per debellare la “supplentite”, ovvero per assumere i 148 mila precari della scuola, come auspicato dal premier Renzi, sarebbe stato pari a 3 miliardi di euro, di cui uno da trovare entro la fine del 2015, ma che poi, dopo dieci anni, sarebbe stato destinato a salire a 4,1 miliardi per effetto degli scatti di stipendio. Ora si scopre che più di un terzo di quel miliardo (400 milioni di euro) potrebbe essere reperito colpendo «le dotazioni relative all’università e alla ricerca. L’idea – spiega il Sole 24 Ore – è quella di spalmare i tagli su più voci per non entrare sui costi vivi puntando sulla razionalizzazione dei consumi intermedi e l’efficientamento. Nel mirino dovrebbero finire comunque sia il fondo (Foe) che ogni anno finanzia con 1,6 miliardi i 12 enti di ricerca pubblici – dal Consiglio nazionale delle ricerche all’Agenzia spaziale fino all’Istituto di fisica nucleare –, sia il fondo delle università (il Ffo) che quest’anno vale in tutto 7 miliardi».

 

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2 commenti

  1. recarlos79

    l’unico tentativo di modernizzare l’università (la trasformazione delle migliori in fondazioni da aprire a capitale privato) è stata boicottata dagli studenti e docenti azionati col telecomando dal pd. è l’idea stessa di modernità ed efficienza che viene rifiutata in questo sporco paese.

  2. Orazio Pecci

    Insomma, per migliorare un pochino la qualità della scuola del’obbligo (ammesso che stabilizzare gli insegnanti basti per conseguire un cotanto obiettivo) bisogna peggiorare la qualità dell’università che dovrebbe accogliere i futuri diplomati ipoteticamente meglio formati dalla futura scuola ipoteticamente migliorata. Tra il diavolo e l’alto mare, come direbbero a Llandudno …

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