Interpol allerta polizie mondiali contro Gheddafi

Di Redazione
04 Marzo 2011
L'ordine di allerta globale è stato emesso «per mettere in guardia gli Stati membri del pericolo posto dai movimenti» di Gheddafi e altri 15 collaboratori. Secondo la tivù di Stato libica, la città di Zawiyah è stata riconquistata dagli uomini di Gheddafi, ma gli insorti parlano solo di città circondata

L’ordine di allerta globale – che non rappresenta un mandato di cattura internazionale – nei confronti di Muammar Gheddafi e altri 15 collaboratori è stato emesso dall’Interpol «per mettere in guardia gli Stati membri del pericolo posto dai movimenti di questi individui e delle loro disponibilità finanziarie» al fine di aiutare le indagini che sono state aperte dal Tribunale Penale Internazionale.

Oltre al Colonnello, nell’allerta globale sono citati tutti i figli di Gheddafi anche se solo di quattro (la figlia Aysha, il secondogenito Seif al Islam, Hannibal Muammar, e Mutassim) viene chiesto sia il divieto di espatrio che il congelamento dei beni. Degli altri quattro (Saadi, comandante delle Forze Speciali, Khamis, comandante di un battaglione, Mohammed Muammar e Saif al Arab), è previsto il divieto di espatrio.

La Farnesina, nella persona del ministro degli Esteri Franco Frattini, ha proposto: «Abbiamo oltre 600 milioni di euro di crediti verso i paesi del sud Mediterraneo che potremmo trasformare in investimenti per le infrastrutture. Aggiungendo 300 milioni di crediti e aiuti arriviamo quasi a un miliardo di euro a livello nazionale. L’Italia chiederà che ci sia questo piano Marshall per il Mediterraneo».

Intanto vanno avanti gli scontri in Libia in diverse città. Nella capitale, dopo la preghiera del venerdì, mentre sfilava una manifestazione a favore di Gheddafi, diversi testimoni hanno riferito di spari sulla piazza Algeria nel centro della città. A piazza Verde, ci sono stati alcuni scontri tra oppositori e sostenitori del rais.

La città di Zawiyah che era stata conquistata dai ribelli dovrebbe essere tornata in mano alle forze di Gheddafi, anche se manca ancora l’ufficialità. Secondo Al Jazeera, oltre 50 persone sarebbero morte e 300 ferite negli scontri. I ribelli parlano di città circondata e non conquistata.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Consiglio per i diritti umani di Ginevra ha dichiarato che «sosterremo qualunque sforzo perché la Libia rispetti i diritti umani e sia riammessa al Consiglio per i diritti umani dell’Onu da cui è stata sospesa. Gheddafi deve fermare ogni azione militare diretta contro il suo proprio popolo».

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