Indonesia. Ogni anno chiuse o distrutte almeno 40 chiese. «Le autorità locali cedono alle minacce degli islamisti»

Di Leone Grotti
06 Giugno 2014
Sette chiese sono state chiuse solo settimana scorsa. Attivisti per la libertà religiosa di cristiani e minoranze: «Tra la gente cresce sempre di più la tendenza all'intolleranza»

Ogni anno almeno 40 chiese vengono chiuse in Indonesia dalle autorità locali sotto la pressione di gruppi estremisti islamici. «Tra la gente cresce sempre di più la tendenza all’intolleranza. Ci sono diversi motivi per un simile atteggiamento: un welfare in declino, la diffusione di pensieri radicali e il prevalere di gruppi estremisti», dichiara al Jakarta Globe Bonar Tigor Naipospos, vicedirettore dell’istituto Setara, che si batte per il riconoscimento di una piena libertà religiosa ai cristiani e alle minoranze nella nazione musulmana più popolosa al mondo.

indonesia-chiesa-distrutta-cristianiSETTE CHIESE CHIUSE. Solo la scorsa settimana sono state chiuse ben sette chiese nel distretto di Cianjur, circa 90 chilometri da Jakarta, nella provincia del West Java, una delle più intolleranti dell’Indonesia. Secondo le autorità, le sette chiese protestanti hanno violato i permessi di costruzione (Imb) ma per il presidente dell’Associazione delle chiese di Cianjur, Oferlin Hia, «lo Stato sta chiaramente negando il nostro diritto a professare la nostra fede liberamente. Vogliamo solo che le autorità proteggano i nostri diritti di cittadini».

«SEI O NON SEI MUSULMANO?». Alcune delle chiese, continua, esistono dal 1977, ben prima quindi dell’approvazione da parte del governo nel 2006 dei nuovi permessi di costruzione di una chiesa, che rendono quasi impossibile edificare un luogo di culto diverso da una moschea. Se così tante chiese vengono chiuse dalle autorità locali è soprattutto per la pressione degli islamisti, più che per una precisa strategia governativa: «Ottenere il permesso dal sindaco è arduo perché entrano in gioco paura e minacce – dichiara ancora Bonar – Gruppi di islamici intolleranti cercano di impedire la costruzione delle chiese. Quindi vanno dai responsabili civili e chiedono: “Sei o non sei un musulmano? Sì? Allora devi sostenerci”. La maggior parte delle autorità non hanno nessuna intenzione di rischiare di incorrere nella loro ira» e obbediscono.

GOVERNO INERME. Spesso le chiese vengono direttamente rase al suolo, distrutte in parte o sigillate da folle di manifestanti anche se tutti i permessi sono in regola. È il caso della Yasmin Church di Bogor, che ha dalla sua parte due sentenze della Corte suprema indonesiana ma ancora non può utilizzare la sua chiesa. Oppure della chiesa di Bekasi, che nonostante abbia tutti i documenti necessari non ottiene il permesso di aprire il suo luogo di culto.
Spesso le due congregazioni tengono i loro servizi domenicali davanti al palazzo di Stato a Jakarta dove risiede il presidente Susilo Bambang Yudhoyono, nella speranza che faccia rispettare la Costituzione. Ma questo, fino ad oggi, non è mai avvenuto per convenienze politiche: della coalizione che appoggia il presidente, infatti, fanno parte i quattro principali partiti islamici del paese.

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. Raider

    Se, poi, ci si sposta lì vicino, nelle Filippine o in Thailandia, dove i musulmani sono minornnza, succeee la stessa cosa, attentati, uccisioni, rapimenti, guerriglia, chiese distrutte;
    se parliamo di aree del mondo in cui i musulmani sono in espansione, propagandistica e proselitistica grazie al denaro degli Emiri del Golfo, come l’Africa Nera, dalla Nigeria al Henya, all’Eritrea, sempre attentati, fatwa, guerriglia, sequestri di persona, chiese distrutte, persecuzioni e più sha’rya per tutti;
    laddove i muslmani sono sono maggioranza, come Pakistan, Irak, Egitto, Turchia, Siria, ecc…, persecuzioni, discriminazioni, processi per blasfemia, attentati, rapimenti, stupri, stragi, con chiese distrutte sullo sfondo: insomma così via, tutte quelle cose per cui ci sono schiere compatte di Filomene filo-fobiche che non vorrebbero si sapesse che le vitime sono cristiane e Ministri alla Andrea Riccardi che non vorrebbro si sapesse che i carnefici sono musulmani, quando si dice un’equa distribuzione dei compiti e la paritaria divisione del lavoro sporco.
    Se, poi, ma se e solo se, volessimo parlare di quei Paesi in cui gli islamici sono in espansione demografica e grazie ai ‘viaggi della speranza’ e l’integralismo coranico può prosperare indisturbato grazie a connivenza delle pubbliche autorità e autorizzazioni all’intolleranza soft in concorso col politicamente corretto, come avvine sotto gli occhi di tutti nell’Occidente ex cristiano, siamo punto e capo. La globalizzazione dell’odio, dell’intolleranza e dell’espansionismo islamico, armato o ope legis e demografico, fanno giro-girotondo intorno al mondo.

    1. augusto

      Bella,. Raider, come al solito condivido del tutto.

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