Quanti dei desideri umani si sono avverati? Volevamo volare e ci siamo riusciti, siamo andati sulla Luna, abbiamo sbirciato cosa c’è su Marte, scoperto di cosa siamo fatti e chi erano i nostri antenati, abbiamo abbandonato la bic e la tastiera e ora siamo tutti sull’onda del touch. Due sono le cose che non ci sono ancora riuscite: vivere per sempre (ma c’è chi ci sta provando in tutti i modi) e andare a spasso per il tempo. Quello è riuscito solo a Marty e Doc in Ritorno al futuro. Ma c’è chi dall’Iran giura di essere riuscito a mettere a punto qualcosa che si avvicina alla mitica DeLorean della trilogia di Zemeckis. L’inventore si chiama Ali Razeghi, ha 27 anni e sostiene di aver messo a punto un sistema di algoritmi in grado «di prevedere, con il 98 per cento della precisione, da cinque a otto anni nella vita futura di ogni persona».
IL FUTURO ARRIVA PRIMA. Per conoscere che ne sarà di noi, però, non dovremo accomodarci all’interno di alcuna macchina perché il brevetto di mister Razeghi è fatto per «portare il futuro a noi» e non il contrario. Dieci sono stati gli anni che l’ingegnere ha impiegato per mettere a frutto le sue ricerche e il brevetto di questa moderna macchina del tempo è da poco stato depositato presso il Centro per le Invenzioni Strategiche di Tehran. Razeghi è, in realtà, un inventore doc, visto che sono circa 179 le invenzioni nate dalle sue intuizioni, ma mai nessuna finora aveva le potenzialità di questo insieme di algoritmi. Che potrebbe, per esempio, aiutare «un governo che, in grado di vedere cinque anni nel futuro, potrebbe prepararsi al meglio per combattere le sfide che potrebbero destabilizzarlo». La macchina del tempo non è ancora stata prodotta, ma per l’ingegnere c’è una giustificazione più che lecita: «Non stiamo lanciando il prototipo in questa fase perché i cinesi potrebbero rubarlo e produrre milioni di esemplari in una notte». Come dargli torto.