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Questo che vado a compiere è una sorta di delitto perfetto. Ma non perfetto perché ben congegnato, intelligente, studiato, ma perché reso possibile da una presunzione che sfiora l’innocenza. Pretendere di consigliare un libro vasto come il mondo, profondo e infinito come la vertigine della foiba che è in noi, frutto del lavoro immane di ben 16 anni di quel gigante che è Thomas Mann, a partire dalla sottolineatura di una sola frase è possibile solo perché si è un po’ stupidi. E quindi, in fondo, innocenti. E dunque io lo faccio ed eleggo quella frase, quella che vi mostrerò, a paradigma di una intera opera.
Lo struggimento di Giacobbe
Or dunque il romanzo è Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann, per me il suo maggior capolavoro, più grande anche de I Buddenbrook. La storia è universalmente conosciuta per cui non chiede molte parole introduttive. Nel romanzo, siamo al punto in cui i fratelli di Giuseppe tornano per la seconda volta dall’Egitto. Tornano dal vecchio padre, Giacobbe, il...
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