
Il Venerdì celebra l’anniversario del lancio della statuetta sul grugno di Berlusconi
Accadde il 13 dicembre 2009. Il Venerdì di Repubblica lo celebra con una settimana di ritardo, attraverso la penna dello scrittore horror Beppe Sebaste, il gesto con cui un “mite” uomo di mezza età con qualche problema mentale, Massimo Tartaglia, sfregiò l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, lanciandogli una statuetta del duomo in faccia.
SFREGIO? A sfregiarlo per primo, fu Berlusconi. Metaforicamente parlando. La sua arroganza, le sue odiose battute sulle donne. L’aver paventato la presenza di una sospetta coglionaggine nell’elettorato di centrosinistra. Massimo, «onesto e talentuoso perdente la cui vita è costella di insuccessi», a differenza di Berlusconi, si racconta con «voce pacata» e con «parsimonia», misurando le parole.
«Una quotidianità umile, fatta di rinunce», quella di Massimo. Vive a Cesano Boscone, nella periferia di Milano, paese «per certi versi struggente» e bazzica musei e mostre come quella di Renoir.
LA RAGAZZA GLI AVEVA DATO BUCA. Quel giorno del 2009 c’erano le nuvole e la ragazza gli aveva dato buca. Inoltre l’«ipersensibile» Massimo non aveva preso le pastiglie. Quando seppe dalla tv dell’adunata per il tesseramento del Pdl «quasi senza accorgersene» si diresse da Cesano Boscone fino in centro Milano, dove sventuratamente si trovò per caso davanti a Berlusconi, a cui scagliò in faccia un souvenir di metallo raffigurante il duomo.
Al contrario di Massimo, il cui sogno è lavorare per il Wwf e recuperare gli animali feriti (purtroppo impedito perché considerato un pericolo sociale dall’autorità pubblica), Berlusconi è un uomo di successo, ricco, arrogante e desideroso di infrangere le regole. Dopo avergli lanciato la statuetta di metallo sui denti, l’ex presidente del Consiglio aveva uno «sguardo minaccioso», ci informa Massimo.
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