Il leader dei No Tav “denuncia” il capocantiere. E dice nome, cognome e numero di cellulare

Di Redazione
14 Settembre 2012
Alberto Perino ha detto a una radio antagonista che nei cantieri ci sono infiltrazioni mafiose e poi ha dato le generalità del responsabile dei lavori. «È l'ennesimo atto intimidatorio contro chi lavora»

Nome, cognome e numero di telefono cellulare. Il leader No Tav, ieri, nel corso del suo intervento (oltre un’ora) alla radio del mondo antagonista torinese, segna un’ulteriore escalation dello scontro, producendosi in quella che è sembrata l’indicazione di un obiettivo. Alberto Perino parla ai microfoni di Radio Black Out e riferisce il numero di telefonino del responsabile del cantiere Tav di Chiomonte. «Ci risulta che la Cmc sia arrivata la settimana scorsa. Anche i No Tav hanno i loro informatori: ci sono 15 operai di cui alcuni sono personaggi mandati lì dalle ‘ndrine e referenti delle ‘ndrine del canavese e della zona intorno a Torino». Poi fa nome e cognome e aggiunge «eventualmente per informazioni chiedete a lui».

Laconica la denuncia di Ltf: «È l’ennesimo atto intimidatorio contro chi lavora». Insieme all’ingegnere coinvolto, la società, monitorerà la situazione nei prossimi giorni. Se il dirigente di Cmc dovesse essere tempestato di chiamate, potrebbero anche scattare denunce. Ai più scorrerà un brivido lungo la schiena, per il capopolo, però, è tutto normale. «Non vedo cosa ho fatto di male – replica il Bové antitreno –  sono dati pubblici e poi non ho detto di telefonargli, ci mancherebbe. Darebbe fastidio anche a me».

Il leader dei No Tav nega poi che da parte del Movimento vi siano state azioni contro le maestranze e le loro famiglie, anche se nelle scorse settimane più volte le aziende impegnate al cantiere sono finite nel mirino di attivisti trenocrociati. Anche a Torino, con l’invasione di uno studio di ingegneria in corsa per un appalto. Immediata la reazione del mondo politico. «Ha perso ogni contatto con la realtà – sostiene il parlamentare del Pd Stefano Esposito -.  I No Tav stanno alzando sempre di più il livello della tensione, cercano lo scontro e arrivano perfino a indicare bersagli precisi».
Anche il vice coordinatore regionale del Pdl Agostino Ghiglia parla di «chiari messaggi di istigazione a delinquere diretti al braccio armato del facinoroso popolo No Tav nella totale impunità». E chiede l’intervento della magistratura.
Ed intanto, proprio ieri, la Procura di Torino ha inviato otto nuovi avvisi di garanzia per gli scontri dello scorso anno al cantiere di Chiomonte.

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1 commento

  1. viccrep

    perché non giriamo i costi delle distruzioni, delle occupazioni autostradali con interruzione di pubblico servizio dei costi dei militari che devono stanziare lì per difendere il cantiere, e se fanno atti vandalici arrestarli e processarli come prevede la vita democratica

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