
Il grillino Pizzarotti ci ha messo “solo” due mesi a nominare la giunta
Ce l’ha fatta. A “soli” due mesi dall’elezione a sindaco di Parma, il grillino Federico Pizzarotti ha completato la sua giunta. L’ultimo tassello l’ha inserito oggi: si tratta di Laura Rossi, nuovo ministro al Welfare. A chi gli chiedeva nei giorni scorsi se fosse riuscito a completare la sua squadra in tempo utile, Pizzarotti rispondeva ironico: «Il polpo Paul in questo caso poteva essere molto utile, purtroppo però è spirato». I cittadini di Parma non hanno riso e lui alla fine è riuscito a nominare tutti gli assessori, dopo mille inconvenienti. Il nuovo ministro Rossi è stata scelta «sulla base della valutazione del curriculum vitae e delle qualità etiche e morali della stessa, nella direzione della valorizzazione dei dipendenti comunali». La Rossi è originaria di Gallarate, in provincia di Varese, e vive a Parma dal 2006, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile della struttura operativa adulti e minori del Comune. Nel 2009 fa causa al Comune accusandolo di averla ridimensionata: un contenzioso che si è risolto lo scorso anno con un accordo e un versamento nelle casse della Rossi di 27 mila euro da parte del Comune. Lo ha spiegato entusiasta lo stesso Pizzarotti, rivendicando di aver scelto «una dipendente comunale, al momento in aspettativa, che contro il Comune di Parma ha anche fatto causa. Una persona coraggiosa, che ha dimostrato di non voler subire certe cose». Di certo non le manca l’esperienza, ma che senso ha avuto impiegare 46 giorni per assegnare un assessorato a una risorsa, di fatto, già interna al Comune di Parma?
Se lo chiedono in molti anche sulla bacheca Facebook del sindaco. Se nei primi giorni la tendenza generale era quella di giustificare la lentezza e le titubanze del primo cittadino con l’inesperienza, col passare del tempo le voci si sono fatte più critiche. E serpeggia un po’ di delusione. Perché? Il primo episodio spiacevole è quello legato al Teatro Regio: i lavoratori hanno organizzato una serie di presidi sotto i Portici del Grano per protestare contro la situazione in cui versa il teatro lirico (buco di bilancio e precariato). Il Festival Verdi di ottobre, secondo i sindacati, potrebbe aprirsi con uno sciopero. L’accusa? Nonostante il cambio di poltrone, la situazione sarebbe rimasta immutata. E le insistenti voci per cui il nuovo assessore alla Cultura vorrebbe riconfermare il commissario Mauro Meli ha mandato i lavoratori su tutte le furie, dato che «qui non ci dev’essere più nessuno di quelli che hanno ridotto il teatro in questo stato». In consiglio comunale la stampa ha rivolto a Pizzarotti una domanda a bruciapelo: può escludere la conferma di Meli? Lui ha risposto di no.
Il secondo passo falso è stata la nomina di Roberto Bruni, architetto e insegnante delle superiori di 53 anni, come assessore all’urbanistica e lavori pubblici. L’annuncio è avvenuto su Youtube il 20 giugno intorno all’ora di cena. La rete tanto cara ai grillini si è scatenata in un attimo e ha prontamente denunciato che Bruni è responsabile del fallimento di un’impresa di progettazione ed edilizia nei dintorni di Parma. Lo scandalo si diffonde: ma come, proprio i seguaci a cinque stelle di Grillo nominano assessore un pregiudicato? Nonostante Pizzarotti sapesse, aveva deciso di procedere lo stesso. Ma lo scandalo ha costretto il neosindaco a dimettere il neoassessore meno di 24 ore dopo l’annuncio della sua nomina.
Il terzo “passo falso”, il più recente, è relativo a un video circolato in rete, in cui Pizzarotti è stato “paparazzato” assieme all’assessore all’Ambiente Gabriele Folli e al consigliere regionale Giovanni Favia in compagnia di Giuseppe Villani, vicepresidente di Iren e presidente del Gruppo regionale Pdl. Un cronista ha incrociato casualmente il terzetto: Pizzarotti, dopo qualche imbarazzo, si è fermato a rispondere e ha spiegato che a tema c’era la questione inceneritore. Un argomento delicato, visto che il suo “no” all’inceneritore è stato determinante per la vittoria elettorale. Ma che ne pensa Villani? Perché incontrarlo? Perché «lui in quanto vicepresidente di Iren conosce tutte le norme e può aiutarci a capire meglio», ha risposto il sindaco. Una cena informale, niente di male, ma i grillini, famosi puristi della politica, sul web si sono scatenati: perché incontrarsi la sera, quasi di nascosto? «Dalle 21 il Comune chiude» ha risposto il sindaco. «Se vogliamo continuare a fare degli incontri dobbiamo pagare i dipendenti. Così abbiamo deciso di farlo in un’altra sede». La risposta non ha però convinto i suoi sostenitori. Che ammoniscono: «Gli incontri si fanno di giorno. E con la diretta streaming».
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2 commenti
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C’ solo da sperare che poi, uno dopo l’altro, non finiscano in galera, come capita da altre parti dove sono molto più rapidi.
“Gli incontri si fanno di giorno. E con la diretta streaming”. Ma questi sono pazzi o solo idioti?