Tentar (un giudizio) non nuoce
Il contributo dei moderati nel “bipolarismo di guerra”
Quale può essere il contributo dei moderati e dei popolari alla vita politica del nostro Paese, in un momento in cui prevalgono le posizioni più estreme e sembra non esistere più uno spazio politico e di consenso elettorale maggioritario per il centro? Forse i moderati sono scomparsi o non esistono più nella percezione degli elettori?
Una recente indagine di Noto Sondaggi, presentata all’Assemblea Nazionale di Noi Moderati, ha testato quanti sono i moderati in Italia e quali partiti votano. I risultati sono sorprendenti: gli elettori che si dichiarano moderati sono quasi 20 milioni. Oltre 10 milioni votano, distribuendosi praticamente in tutti i partiti; se non sorprende che si dichiarino moderati il 95 per cento degli elettori di Noi Moderati, il 90 per cento di quelli di Italia Viva o il 65 per cento di Forza Italia, colpisce di più che lo faccia ben il 40 per cento degli elettori di Pd e M5s, o anche il 20 per cento di Fdi e il 15 per cento della Lega.
Ma il dato forse più impattante è che circa 9 milioni di elettori che si dichiarano moderati non vanno a votare (il 45 per cento degli astenuti). C’è dunque un bacino elettorale potenziale straordinario per i moderati, che richiederebbe più attenzione e iniziative mirate.
L’esperienza di Varese
Proprio ieri come Noi Moderati abbiamo organizzato un incontro dal titolo: “Il contributo dei moderati e dei popolari: una proposta politica. L’esperienza della Provincia di Varese”. Non a caso a questo convegno abbiamo voluto invitare esponenti politici di tutti i principali partiti, non solo di area moderata. L’evento ha rappresentato un’occasione per riflettere su come i valori della moderazione e del popolarismo possano contribuire a rigenerare il dibattito politico nel nostro Paese.
Oggi viviamo in un clima politico sempre più polarizzato, in cui troppo spesso domina lo scontro ideologico e il rifiuto del dialogo con chi la pensa diversamente. Questa dinamica non fa che allontanare i cittadini e rende difficile affrontare i problemi reali. È proprio in questo contesto che il ruolo dei moderati diventa essenziale. L’esperienza della Provincia di Varese dimostra che esiste uno spazio politico significativo per chi crede in una politica equilibrata, capace di risolvere problemi concreti e di lavorare per il bene comune. Penso, ad esempio, al progetto della lista “La Provincia al Centro”, che ha saputo unire amministratori provenienti da diverse aree politiche attorno a una visione comune: quella di mettere al centro le necessità delle comunità locali, superando barriere ideologiche e appartenenze di partito.
Bipolarismo di guerra
Amministrare significa confrontarsi ogni giorno con le sfide concrete: la gestione degli asili e delle scuole, il miglioramento dei servizi sociali e sanitari, l’emergenza abitativa, la manutenzione delle strade, l’assistenza domiciliare per i più fragili. In questi ambiti, non c’è spazio per gli slogan: servono competenza, ascolto e soluzioni pragmatiche.
Tuttavia, questo approccio non può rimanere confinato al livello locale. La stessa logica deve essere portata a livello nazionale, dove il “bipolarismo di guerra” e la legge elettorale maggioritaria che spinge verso la polarizzazione hanno reso difficile costruire una proposta politica credibile e unitaria per i moderati. La domanda che dobbiamo porci è: come possiamo dare voce a questa area politica e sociale? Come possiamo costruire una piattaforma capace di rappresentare chi crede nel dialogo, nella mediazione e nella responsabilità?
Concretezza e bene comune
Il nostro obiettivo deve essere duplice. Da un lato, dobbiamo rafforzare le esperienze politiche che valorizzano i principi di una politica moderata, popolare e concreta. Dall’altro, dobbiamo creare uno spazio di confronto in grado di coinvolgere le migliori energie politiche e civiche del Paese, superando steccati e divisioni. Cominciare a parlarsi, confrontare idee e proposte, darsi credito reciproco è il primo necessario passo.
Il contributo dei moderati non è solo necessario, ma può rappresentare una forza trainante per ricostruire un rapporto di fiducia tra politica e cittadini. Dobbiamo lavorare affinché i moderati non siano percepiti come marginali, ma come una forza capace di incidere profondamente nel dibattito politico e di proporre soluzioni condivise.
La ricchezza degli interventi, da quelli dei rappresentanti istituzionali sino agli amministratori locali, nonché dei parlamentari presenti hanno testimoniato quanto la prassi del dialogo di oggi è, e sarà sempre di più, un’occasione indispensabile per gettare le basi di un percorso comune, un percorso che riporti al centro della politica italiana i valori della moderazione, della concretezza e del bene comune.
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