
Propaganda No Tav a scuola e con soldi pubblici
All’inizio furono i bimbi in testa ai cortei contro il supertreno. Poi una lunga sequela di piccoli e grandi episodi che hanno confermato come il ruolo di indirizzo (i più cattivi scomoderebbero il termine indottrinamento) degli insegnanti è stata significativo nella costruzione di una opinione pubblica avversa alla Torino-Lione. Ci fu, anche, il caso della docente di matematica dell’istituto tecnico “Enzo Ferrari” di Susa che – senza averlo letto, ça va sans dire – porse ad un allievo militante No Tav, che poi li distribuì a scuola, volantini in cui il padre di un altro suo allievo veniva etichettato come “mafioso”.
Nei giorni scorsi, ad Avigliana, l’ultimo caso. E questa volta, a sigillo, niente che meno che lo stemma della città.
LA BORSA. I fatti. Il kit approntato dal Comune per la campagna “Puliamo il mondo” comprende una borsa in tela con su impresso la scritta “No Tav”. Un caso che, specie in questi momenti di forte tensione, non poteva non sollevare un polverone. E lo ha fatto. Un coro di protesta si è levato, indipendentemente dalle posizioni rispetto alla grande opera, dai genitori. È intervenuta con una nota anche l’associazione genitori A.Ge. Piemonte, censurando l’iniziativa e ricordando che «la strumentalizzazione dei minori per fini politici è sempre negativa. La responsabilità educativa è di tutti, anche di politici ed amministratori, che sono chiamati a non usare in alcun modo i più piccoli».
SOLDI PUBBLICI. Tanto la scuola che il sindaco si scusano, ora, per l’accaduto. La dirigente del locale Istituto Comprensivo parla di «leggerezza e mancato controllo». Il sindaco Angelo Patrizio, eletto con una lista civica compatta intorno al No Tav, garantisce «severi provvedimenti con gli autori di un gesto così irresponsabile», invitando però «a non strumentalizzare la vicenda». Nettissimo il giudizio del capogruppo di minoranza Aristide Sada: «Quanto è accaduto è grave. Il materiale distribuito è stato realizzato con denaro pubblico. Ancora una volta, con una naturalezza che allarma, chi ha realizzato questa forzatura, porta avanti una commistione su cui è tempo di fare chiarezza. Andremo in fondo sulla vicenda, che non è solo una caduta di stile o frutto di una distrazione, ma l’evidente segno di quanto l’ideologizzazione dei problemi renda incapaci di usare anche il minimo buonsenso».
Sulla rete la questione ha sollevato un forte dibattito. Il più caustico dei commenti è, probabilmente quello che invita «a non stupirsi. È tipico di tutti i sistemi totalitari far marciare i bambini in nome di “verità” imposte dalla propaganda».
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2 commenti
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cerrrrto, puliamo il mondo! MA CON I LANCIAFIAMME!!!