Ho scoperto Abel Ferrara durante una maratona notturna messa in piedi da alcuni cinefili arrembanti e un po’ tossici in un cineclub di periferia a metà anni Novanta. La notte di Abel era articolata in modo semplice: entravi al cinema alle 7 di sera e ne uscivi alle 7 del mattino. C’erano anche i croissant in omaggio, credo. Comunque fu una grande esperienza formativa, un po’ per la fauna presente, ma soprattutto per i titoli proposti. I migliori di Abel: King of New York, Il cattivo tenente, The Addiction e, il mio preferito, The Funeral, rititolato poi infaustamente dalla distribuzione italiana con il misero Fratelli. Il critico che aveva organizzato il tutto e che poi divenne mio grande amico mi disse che le storie più belle dei film sono quelle che stanno dietro ai film. E aveva ragione. Non so se è una storia bella, però è una storia da film quella che sta dietro a una pellicola maledetta e difficile come Il cattivo tenente di Abel Ferra...
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