Il brevetto unico europeo avrà tre sedi e tre lingue. Ma non l’Italia e l’italiano
«C’è un giudice a Berlino», direbbe il mugnaio Arnold. Anzi, no: questa volta il giudice è a Parigi, Londra e Monaco di Baviera. Non altrove, però. Perché queste sono le sole tre sedi ufficiali dove sorgerà il Tribunale unico dei brevetti, che ha appena ottenuto il via libera di ventiquattro ministri del Consiglio dell’Unione europea (Polonia, Spagna e Bulgaria si sono astenuti), insieme all’adozione del trilinguismo per il brevetto unitario di matrice comunitaria, che potrà essere scritto soltanto in francese, inglese o tedesco. Il deposito dei primi brevetti comunitari è previsto per i primi mesi del 2014.
DUE PESI E DUE MISURE. Se fino ad oggi, pertanto, un signor Schultz qualunque, imprenditore tedesco che avesse voluto bloccare la produzione di un’impresa italiana capitanata dal signor Bianchi che vende i suoi prodotti anche in Germania, era tenuto a recarsi in Italia e depositare un brevetto, presto non dovrà più disturbarsi tanto. Gli sarà, infatti, sufficiente recarsi, più agevolmente, a Monaco di Baviera per ottenere effetti anche in Italia. Allo stesso modo, un’impresa italiana potrà essere citata per contraffazione dalla Corte centralizzata, correndo il rischio di vedersi bloccare la produzione dopo un processo in lingua tedesca. Una decisione, questa, che avrebbe effetto in tutti i paesi membri dell’Unione, Italia compresa.
È evidente la discriminazione di fatto posta in essere nei confronti del signor Bianchi (così come nei confronti di un suo collega greco, portoghese, spagnolo, piuttosto che slovacco) che, nel caso sia lui a voler arrestare la produzione dell’impresa tedesca ricorrendo al brevetto unitario, potrà sì recarsi a Roma presso il ministero dello Sviluppo economico (e non solo dunque a Londra, Parigi o Monaco), dovendosi, però, pagare un traduttore, quando non addirittura la consulenza di un avvocato madrelingua, per poter depositare il testo del brevetto in francese, inglese o tedesco.
I VANTAGGI. Detto questo, i vantaggi che il brevetto unico europeo riserva alle imprese locali che vogliono affacciarsi su nuovi mercati europei sono innegabili e tempi.it ha già avuto modo di documentarli in altra occasione. Le domande di brevetto europeo finora depositate dall’Italia (che ancora deve decidere se aderire alla cooperazione rafforzata in materia), però, secondo i dati che risultano all’Ufficio europeo dei brevetti, sono solo 4.879, contro le 6.464 britanniche, le 12.107 francesi e le 47.404 domande tedesche.
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