I pericolosi scricchiolii del colosso Psg
8 squadre in 5 punti. Tutte in cima alla Ligue 1 francese, classifica dove primeggia sì il Paris Saint Germain, ma non col largo vantaggio che ci si aspettava. La squadra di Ancelotti condivide la prima piazza in coabitazione con l’eterna rivale del calcio francese, l’Olympique Marsiglia, e quel 26 punti in parità portano a galla alcune perplessità sull’inizio di stagione del Psg. Dopo 3 mesi abbondanti di calcio si può tentare di abbozzare un bilancio sulla stagione di Ibra e compagni, arrivando a un giudizio tutt’altro che sbalorditivo.
SAINT ETIENNE BESTIA NERA. A maggior ragione dopo la cocente eliminazione dalla Coppa di Lega francese, patita ieri sera sul campo del Saint Etienne. I bianco-verdi hanno avuto la meglio ai rigori, dopo un sudato 0-0 durante i 120 minuti di gioco, e sono riusciti a portare a casa il passaggio del turno grazie all’errore decisivo dal dischetto di Thiago Silva. È la seconda volta che, quest’anno il Saint Etienne fa fuori i parigini, replicando la vittoria dello scorso 2 novembre, quando il club del sud francese si sbarazzava della squadra della capitale vincendo 1-2 al Parco dei Principi. E ingeneroso è il confronto tra il diverso budget speso dalle due squadre per costruire le rose di quest’anno: poco più di 4 milioni e mezzo il Saint Etienne, 147 milioni il Psg.
QUALCUNO PENSA GIÀ A MOU. Ci si aspettava di certo di più. Non certo in Champions, dove gli uomini di Ancelotti hanno già ottenuto il pass per gli ottavi di finale col miglior attacco di tutto il torneo (insieme allo Shakhtar), 4 vittorie e una sola sconfitta (che tutto sommato non è una grande pecca) in trasferta contro il Porto. Vero che il girone era tutt’altro che impegnativo (esclusi i portoghesi, poche sono le difficoltà che Dinamo Kyev e Dinamo Zagabria possono procurare), ma i maggiori grattacapi arrivano dal campionato: sembravano risolti i primi scivoloni di inizio stagione (il Psg iniziava il campionato con tre pareggi su tre) e la squadra sembrava aver ingranato la marcia giusta. Invece nel mese di novembre la squadra della capitale non ha saputo mettere insieme più di 4 punti in 4 partite, con due sconfitte clamorose, per altro tra le mura amiche del Parco dei Principi. Il gioco di Ancelotti sembra dipendere troppo da Ibrahimovic, vero mattatore della squadra con ben 12 reti ma troppo solo nel portare avanti la nave. Lavezzi ancora non s’è visto praticamente, Pastore è irriconoscibile, Thiago Silva gioca ancora poco, gli acuti positivi che si fanno sentire sono quelli di Verratti, Menez e Gameiro. Con una squadra simile, e con tutti quei soldi spesi, ci si aspettava un amplissimo margine di successo in campionato. Invece troppo di frequente la prima piazza si è trovata in discussione, con tanti pettegolezzi sulla panchina del tecnico emiliano. Basta leggere Le Figaro oggi: l’addio precoce alla Coppa di Lega avrebbe portato in auge la candidatura incredibile di Mourinho per la prossima stagione, sfruttando i punti di attrito tra il lusitano e la dirigenza del Real, e le buone relazioni che intercorrono tra lo Special One e il presidente Al Khelaifi.
E IL FAIR PLAY FINANZIARIO? Quanto conti per il Psg vincere è inutile ribadirlo. E non soltanto per questioni di gloria quali tornare a vincere uno scudetto dopo anni di astinenza e tornare a comandare il calcio francese. Ai transalpini serve fare cassa il più possibile, per far fronte ai tantissimi soldi spesi: 144 milioni se si conta anche l’arrivo di Lucas Moura, in programma per il prossimo gennaio. Una vera mannaia in tempo di fair play finanziario. Curioso capire come faranno a rientrare nei parametri imposti da Platini. Sulle casse del club parigino si gioca la credibilità della Uefa.
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