Come funzionano i procedimenti disciplinari alle toghe
Il Csm è titolare dell’azione disciplinare che avvia su impulso del Ministero della Giustizia (che però ha la discrezione dell’azione penale) e della procura generale della corte di Cassazione (che invece ha l’obbligo dell’azione penale). Quest’ultimo organo svolge la funzione di pm nei procedimenti a carico dei magistrati, un po’ come avviene anche nei tribunali penali: il pg di Cassazione svolge le indagini preliminari entro un anno dall’acquisizione della notizia di illecito. Entro due anni il pg presenta un decreto di archiviazione, o la richiesta di procedere a dibattimento presso il Csm, che a sua volta è tenuto a pronunciarsi entro altri due anni. Le sanzioni previste vanno dall’ammonimento (un richiamo all’osservanza dei doveri del magistrato) alla censura (il richiamo per i casi più gravi), alla perdita dell’anzianità professionale per un massimo di due anni, fino alla sospensione dall’attività di magistrato e dallo stipendio, e alla rimozione. Non sono ancora disponibili però i dati dei procedimenti conclusi negli ultimi due anni.
I procedimenti avviati nel 2011
Vitaliano Esposito, attuale procuratore generale della Cassazione nella relazione d’apertura dell’anno giudiziario 2012 ha illustrato i dati relativi ai procedimenti avviati nel 2011.
- Nel 2011 alla procura generale sono arrivate 1.780 notizie di possibile rilevanza disciplinare (+28,8 per cento rispetto al 2010). Il settore pre-disciplinare della Corte di Cassazione, che valuta sui singoli casi, ne ha definiti 1.441: nel 93 per cento si sono chiusi con un’ archiviazione; nel 7 per cento con l’avvio di azione disciplinare. Sono ancora pendenti 861 casi.
- Il settore disciplinare, che avvia l’azione dopo le valutazioni del pre-disciplinare, ha chiuso le indagini in 134 casi: il 51 per cento chiusi con la richiesta di discussione orale (al Csm), il 43 per cento con la “richiesta di non farsi luogo”, e il 6 per cento con “riunione ad altro procedimento”. La pendenza media dei procedimenti è passata dai 348 giorni nel 2010 ai 405 giorni nel 2011: a fine anno erano pendenti 157 procedimenti, di cui 37 per “pregiudiziabilità penale”.
- I magistrati oggetto di procedimenti disciplinari nel 2011 sono stati nel 72 per cento dei casi giudicanti, nel 28 per cento requirenti.
I capi d’accusa
Su un totale di 169 incolpazioni presentate dalla Procura generale nel 2011 (e comprendenti anche casi del 2010):
- Al primo posto, con 45 casi (27 per cento del totale), i ritardi nel deposito di provvedimenti (-27 per cento rispetto al 2010, con 62 casi).
- Al secondo posto, 26 casi, la violazione di norme processuali penali o civili da parte del magistrato (15 per cento del totale; invariato rispetto all’anno precedente)
- Al terzo posto, 23 casi, la commissione di reati (ingiuria, diffamazione, altro) da parte dei magistrati (14 per cento del totale)
- 16 i casi di ritardi e negligenze nell’attività d’ufficio (il 9 per cento del totale; nel 2010 erano il 4 per cento)
- 9 i casi di provvedimenti abnormi presi dal magistrato (il 5 per cento, nel 2010 erano il 2 per cento)
- 9 i casi di abuso della qualità o funzione di magistrato (il 5 per cento, nel 2010 erano il 2 per cento)
Misure cautelari
- Nel 2011 la pg di cassazione ha chiesto l’applicazione di misure cautelari per 9 magistrati.
- Il ministero della Giustizia ne ha fatto richiesta per altri 3 magistrati.
- La sezione disciplinare del Csm in questi casi ha adottato l’ordinanza di trasferimento provvisorio per 5 magistrati, e il trasferimento d’ufficio per gli altri 7.