
I grillini al comando ottengono risultati straordinari. Come sull’inceneritore di Parma, ad esempio
«L’inceneritore qui non lo faranno mai, e se lo vorranno fare, dovranno passare sul cadavere di Pizzarotti» tuonava Beppe Grillo in un comizio a Parma lo scorso settembre, per quella giornata che il M5s aveva chiamato con un nome apocalittico. Dies Iren, il giorno della rabbia dei parmensi cinquestelle contro l’Iren, la multiutility che si occupa della raccolta rifiuti e della rete del gas a Parma. La lotta all’impianto, in costruzione nella campagna parmense, è stato il principale caposaldo della campagna elettorale di Federico Pizzarotti, il primo cittadino cinque stelle d’Italia, anche perché il comitato del “no inceneritore” è stato tra i sostenitori più attivi della campagna per il sindaco. Fortuna per il Beppe nazionale che egli abbia generosamente offerto di passare sul corpo di Pizzarotti anziché sul proprio, se fosse avvenuta l’accensione: a Parma ora l’inceneritore pare proprio si farà. E in città la cosa non è passata inosservata, andando ad alimentare i già numerosi scontenti per l’abolizione del Quoziente Famiglia.
NESSUN PROVVEDIMENTO DEL COMUNE. La vicenda è un po’ complessa, e vede alcune inchieste in corso aperte dalla magistratura sul conto della Iren, in particolare quella per presunto finanziamento della campagna elettorale dell’ex sindaco Pietro Vignali e la gestione di fondi pubblici. Per alcune inadempienze dell’azienda, invece, lo scorso settembre la Procura di Parma ha ottenuto il sequestro dell’inceneritore. La Iren ha presentato ricorso al tribunale del riesame, lo ha vinto e i sigilli sono stati tolti a novembre. Ora la società comunica di essere nella fase preliminare, attività complementare per attivare l’impianto. Ci vorrà circa un mese e tutto partirà, anche se la strada è ancora lunga per l’attivazione effettiva, oltretutto si attende il verdetto della Cassazione a cui ha presentato ricorso, contro il provvedimento del Tribunale del riesame, la procura di Parma.
Ciò non toglie che la situazione dimostri in modo chiaro la sconfitta della politica del sindaco Pizzarotti. In tutti questi mesi, a parte l’inchiesta della magistratura, nessuno, tanto meno il comune, ha fatto alcunché né per bloccare l’impianto, né per trovare soluzioni alternative per lo smaltimento rifiuti. Eppure proprio questi due punti sono stati pubblicamente ribaditi più volte da Pizzarotti, che prima delle elezioni diceva in un video, ancora oggi facilmente visibile sul web: «Quello che proponiamo noi è la non apertura dell’inceneritore, visto che sembrerebbe che non ci sia un contratto che ci vincoli, e quindi sarà opera della magistratura indagare quali sono le cause che hanno portato a questa opera non voluta. Proponiamo una diversa gestione dei rifiuti per essere indipendenti dal termovalorizzatori». Dopo alcuni mesi dall’insediamento, già Pizzarotti tentennava un po’ sulle proprie iniziative politiche e affermava (sempre in un video pubblicato su youtube): «Abbiamo contribuito a far emergere tutte le attività poco chiare, anche sull’appalto, tanto che se si è mossa pure la Procura. Tutto bene evidentemente non andava».
IL PD GONGOLA. Ora Pizzarotti è passato prima alla negazione totale («Mai fatto promesse che non si potevano mantenere»), poi alla parziale ritrattazione («Ci abbiamo provato, sono insoddisfatto, certo, ma continueremo a tenere le antenne alte: non si fanno solo le battaglie che si è sicuri di vincere»). Il Pd a Parma gongola («Pizzarotti quasi meglio di Berlusconi. Smentisce se stesso: noi ricordiamo cosa aveva dichiarato. Manderemo i rifiuti in Olanda, smonteremo il forno, lo venderemo ai cinesi»). Su facebook i grillini parmensi postano il fermo immagine di un Tg nazionale, sul caso Parma, e commentano: «Il tg la7 prosegue alcuni servizi nel bieco tentativo di far passare che Pizzarotti e la sua giunta non avessero fatto nulla per fermare l’inceneritore. Giornalismo servo». Alla grillina ravvenate che in bacheca propone una marcia silenziosa di protesta, però, nessuno ha ancora risposto.
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6 commenti
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Non possono fermarlo perchè le penali sono troppo alte da pagare (gli accordi sono stati fatti dall’amministrazione precedente) e l’amministrazione 5 stelle, avendo ereditato un buco di centinaia di milioni di euro dall’amministrazione precedente (per cui hanno indagato l’ex sindaco e un consigliere), non possono permettersi di pagarle per non fare fallire il comune di Parma. Informatevi.
e se la 7 è serva di qualcuno……
Brutto colpo per la redazione di Tempi:
gli svizzeri son diventati quasi tutti grillini.
E hanno detto basta agli stipendi megagalattici e ai bonus dei manager. Infatti, il referendum indetto dal piccolo imprenditore Thomas Minder e parlamentare conservatore indipendente del cantone di Sciaffusa, ha avuto come risultato una vittoria schiacciante: gli svizzeri hanno voluto così lanciare un chiaro segnale all’elite del paese sostenendo con il 67,9%% dei voti l’iniziativa popolare di Minder.
Cosa prevede il referendum
Con il suddetto referendum, sarebbero rafforzati i diritti degli azionisti di impedire il versamento di stipendi e bonus troppo elevati e se sarà approvato, e molti sondaggi indicano che sarà così, la Svizzera avrebbe il diritto societario “più rigido del mondo”.
Il testo si chiama “iniziativa Minder” e prevede il divieto delle buonouscite o dei bonus di entrata (tecnicamente chiamati “golden hello” e “golden goodbye”) insieme ai bonus previsti nei contratti di vendita o di acquisizione di una società; se qualcuno non dovesse rispettare il divieto, potrebbe andare incontro al carcere e ad un’ammenda pari a sei anni di salario.
Tutti i 26 cantoni hanno approvato l’iniziativa, che ha toccato punte del 77,1% nel canton Giura e ha superato la soglia del 70% anche nella capitale Zurigo (70,2%).
Sicuramente la vittoria schiacciante è stata favorita dallo scandalo verificatosi il mese scorso che riguarda l’indennità di partenza promessa all’ex presidente del Cda della Novartis, Daniel Vasella, che avrebbe dovuto ricevere una somma pari a 60 milioni di euro.
Ora, secondo il nuovo testo, spetta all’assemblea generale degli azionisti fissare gli stipendi dei vertici aziendali.
Risultati soddisfacenti
“Sono orgoglioso del popolo elvetico. È stata una bella dimostrazione di democrazia. Una vittoria contro avversari potenti che hanno paventato terribili conseguenze economiche e occupazionali con campagne di stampa aggressive e tendenziose”, ha detto soddisfatto il fautore dell’iniziativa, Thomas Minder, mentre l’avvocato Paolo Bernasconi, ex procuratore ticinese, ha sottolineato, “Il popolo svizzero crede nell’economia di mercato. È liberale, mentre questo tipo di liquidazioni milionarie non sono conformi al mercato, sono anomale. Alcuni manager hanno usato le aziende come un bancomat”.
Se il testo sarà approvato, ci vorrà circa un anno per la sua concreta applicazione, ossia il tempo necessario per la redazione del progetto di legge relativo, mentre se sarà bocciato, entrerà direttamente in vigore la riforma alternativa proposta dal governo.
L’ articolo lo pubblico io (anche perchè alla redazione di Tempi questa notizia è sfuggita e sfuggirà).
Al limite, a Tempi riserveranno per gli elvetici lo stesso trattamento “giornalistico”, “informativo”, riservato ai grillini e a Hollande – quando voleva far pagare di più il “povero” Depardieu.
E intanto l’inceneritore di Parma è partito alla faccia tua. Ah, ah, ah!
Totale importo: grillini buffoni più degli altri!
Non so quanti articoli ha pubblicato Tempi contro i grillini, solo oggi nella home page se ne contano 7.
Contro il sindaco grillino di Parma non so quanti articoli ha già pubblicato Tempi.
Quanti articoli ha scritto Tempi contro l’ex sindaco di Parma cacciato a furor di popolo e lasciando la città con un debito mostruoso?
Amministratori non ci si improvvisa…. sanno solo fare bla bla bla