
Sul Sussidiario Natale Forlani scrive: «Con il ripudio finale di Tony Blair e della Terza via che ha ispirato le riforme di matrice socialdemocratica del mercato del lavoro nel corso degli anni 90, si completa la trasformazione del riformista Enrico Letta da esponente della sinistra riformista europea ad aspirante leader radicale post globalista, sostenitore dei diritti a gogò foraggiati con nuove iniezioni di spesa pubblica statale».
Forlani spiega bene uno dei punti in cui Enrico Lettino passa dall’Agenda Draghi all’Agenda Conte.
***
Su Formiche Pierferdinando Casini dice: «…quando i M5S hanno maturato la pensione e hanno fatto cadere Draghi».
I cinque stelle hanno fatto cadere Draghi solo dopo che avevano maturato i diritti alla loro pensione da parlamentari? Non c’è niente di meglio che un topino nel formaggio professionista come Casini per spiegare topini del formaggio, pur ancora dilettanti, come i grillini.
***
Su Dagospia si scrive: «Del resto, chi unirà le forze per dare all’Italia uno straccio governo, che appaia affidabile agli occhi dell’Europa del Pnrr e del nostro alleato e dante-causa americano? Da tempo viene registrata la corrispondenza d’amorosi sensi tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, al punto che vengono svignettati come “Casa Vianello”».
In certi ambienti romani se ne inventano di tutte, pure l’asse Meloni-Letta: l’idea che dalle urne possa uscire un governo legittimato dal voto degli italiani, provoca un fastidio insopportabile. Ci sono di mezzo degli interessi? Senza dubbio. Ma c’è soprattutto la paura della noia per una politica quasi normale, senza intrighi, senza compagnie di ventura straniere, senza stregoni tipo Ugo Zampetti che dal Quirinale manovrano tutto e soprattutto spettegolano su tutto.
***
Sul Post si scrive: «Martedì la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stata ospite alla trasmissione Porta a Porta e ha parlato tra le altre cose del modo in cui vorrebbe cambiare il sistema istituzionale italiano, introducendo una riforma in senso presidenzialista. Meloni ha detto che pur di riuscire in questo intento sarebbe disposta a utilizzare “tutti gli strumenti dai quali ciascuno si senta garantito”, compresa eventualmente una commissione parlamentare bicamerale. “Io ho proposto il semi-presidenzialismo alla francese. Ho detto subito che ero pronta a discutere altri modelli. […] La Bicamerale è una delle soluzioni. Sono aperta al dialogo su una materia sulla quale penso si debba intervenire coinvolgendo tutti al massimo”».
Il partito dell’«è inutile tentare di cambiare l’Italia», comincia a gufare da subito sui propositi meloniani di dar vita a una riforma costituzionale che renda più efficace (e dunque anche più democratico perché è l’unica via per conquistare una più larga base di fiducia popolare) il nostro sistema politico. Coloro che sostengono questa linea gufista (sono tanti e potenti anche per gli ampi sostegni internazionali di chi adora un nostro Paese completamente subalterno) forse non si rendono conto di essere i più perfetti eredi di Benito Mussolini che sosteneva come fosse inutile tentare di governare gli italiani.
Foto Ansa
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!