Il Centro studi Livatino ha inviato stamane l’appello che si allega al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia e ai Leader delle forze politiche perché, in un quadro che vede finalmente le principali attività, la giustizia non resti ancora bloccata, e con essi la tutela dei diritti. Esso contiene in conclusione una serie di proposte concrete, che puntano a un provvedimento d’urgenza che:
- garantisca l’effettiva sanificazione di tutti i palazzi di giustizia e dei loro ambienti;
- riporti a omogeneità la disciplina dell’attività giudiziaria sull’intero territorio nazionale, oggi parcellizzata da difformi decreti dei capi degli uffici;
- disciplini la presenza in ufficio del personale di cancelleria e degli ufficiali giudiziari con quella elasticità di orario introdotta per altri settori già “ripartiti”;
- introduca un protocollo informatico unico di interlocuzione e di trasmissione di atti on line con le cancellerie e gli ufficiali giudiziari, al fine di ridurre allo stretto indispensabile il contatto con l’utenza;
- fissi la “ripartenza” di ogni attività giurisdizionale al 1° luglio 2020, avendo a disposizione l’intero mese di giugno per le necessarie notifiche e per gli altri adempimenti di cancelleria;
- introduca una sezione feriale che, tenendo conto della sospensione a causa dell’emergenza, permetta lo svolgimento – oltre di quanto già previsto nel periodo di ferie – di procedimenti ulteriori su istanza dei difensori;
- al fine di rendere possibile la trattazione di tali procedimenti, consenta ai magistrati di rinunciare – in tutto o in parte – alla fruizione delle ferie: in assoluta libertà, senza penalizzazione per il mancato esercizio di tale opzione, nella presunzione che il rallentamento del lavoro nei mesi trascorsi è stato patito da larga parte dei magistrati italiani, una parte dei quali intende offrire il proprio contributo alla ripresa;
- faccia cessare al 30 giugno 2020 ogni sospensione di termini, in primis – nel penale – della prescrizione e delle misure cautelari.
Tratto da Centro Studi Livatino – Foto Ansa