Per la giustizia non è affatto “la volta buona”. Così il governo Renzi «rassicura i magistrati» sulla responsabilità civile

Di Redazione
22 Ottobre 2014
Delusione del fronte garantista per gli emendamenti del guardasigilli Orlando alla riforma Buemi che di fatto «garantiscono l'impunità alle toghe»

Ieri, martedì 21 ottobre, il ministro della Giustizia del governo Renzi, Andrea Orlando, ha «portato a casa in un solo giorno due risultati importanti», per dirla con il Corriere della Sera. Da una parte, alla Camera, è riuscito a far disinnescare la mina vagante rappresentata dal famigerato “emendamento Pini”, ovvero quello che rischiava per davvero di introdurre in Italia la responsabilità civile diretta dei magistrati. O meglio, per dirla sempre con il Corriere, quello che «terrorizzava i magistrati con la responsabilità diretta su denuncia del cittadino»: approvato in prima lettura con 187 contro 180 no, ieri è stato affossato con 365 e solo 126 sì. «Stavolta – informa il quotidiano di via Solferino – la non belligeranza del M5S è stata determinante».

«COME VOLEVA L’ANM». Dall’altra parte invece, al Senato, Orlando ha presentato tre emendamenti al testo di iniziativa parlamentare sulla responsabilità civile dei magistrati. Modifiche che, per dirla questa volta con il berlusconiano il Giornale, «ammorbidiscono il meccanismo in favore delle toghe come voleva l’Anm, limitando il risarcimento per gli errori giudiziari solo a pochi casi». Insomma, sintetizza in prima pagina il quotidiano diretto da Sallusti, «Renzi si arrende ai pm». Perfino il relatore della proposta, il socialista Enrico Buemi, ora minaccia di dimettersi trovando troppo soft la versione avanzata dall’esecutivo.

IL TESTO SBIANCHETTATO. Il testo Buemi mirava a superare la legge Vassalli (di fatto per i magistrati una non-responsabilità civile) eliminando il filtro di legittimità per i ricorsi e introducendo l’obbligo per lo Stato di rivalersi contro il magistrato in caso di condanna, aggiungendo la motivazione per le sentenze difformi dai precedenti della Cassazione (Sezione unite) e innalzando il tetto del risarcimento, fino a coprire il danno, interamente a carico del magistrato. Con gli emendamenti presentati ieri invece sparirebbero le ultime due misure (punibilità delle toghe che si discostano dalle sentenze della Cassazione e rivalsa dello Stato sullo stipendio del magistrato). Insomma, osserva il Corriere, «Orlando ha voluto rassicurare i magistrati stabilendo un tetto per le somme eventualmente dovute che non potranno superare la metà del loro stipendio».

ERA MEGLIO LA VASSALLI? Affollato il coro di protesta di Forza Italia, come prevedibile, visto che – come nota ancora il Giornale – è «crollato un altro mattoncino del Patto del Nazareno sulla giustizia». Francesco Nitto Palma: «Renzi ha ripetutamente detto che chi sbaglia paga. Ma con gli emendamenti del governo ci sono meno casi di colpa grave». Meno casi che per Giacomo Caliendo diventano addirittura «rarissimi, perlopiù per negligenza grave e travisamento grave del fatto». Lo stesso relatore Buemi, riferendosi alla scomparsa della motivazione per le sentenze difformi dai precedenti della Cassazione, protesta che in quanto a fattispecie di errori imputabili alla responsabilità dei magistrati «la legge Vassalli era più circostanziata». Concorda Lucio Malan, secondo il quale l’intervento del ministro della Giustizia «di fatto garantisce l’impunità ai magistrati. Si esclude dalla responsabilità la valutazione del fatto, le prove e l’interpretazione delle norme. Difficile immaginare qualcosa che resti punibile. Addio responsabilità».
E pensare che – come ricorda sempre il Giornale – la riforma in questa materia è stata imposta da una «condanna della Corte di giustizia europea che impone di modificare una legge troppo blanda (la Vassalli appunto, ndr), pena sanzioni pesanti. “Siamo a quasi 37 milioni di euro maturati – spiega il viceministro Enrico Costa – ma la cifra cresce di 36 mila euro al giorno”».

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2 commenti

  1. Toni

    Si è creato un mostro che non si può controllare.

  2. maboba

    Sarà l’effetto dell’avvertimento a Renzi tramite babbo?

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