
Giappone, l’Aiea invia esperti a Fukushima per un’inchiesta sulla crisi nucleare
A due mesi dal devastante terremoto dello scorso 11 marzo che ha colpito il Giappone, causando anche lo tsunami che ha danneggiato la centrale nucleare di Fukushima, la situazione nella centrale atomica giapponese non è ancora sotto controllo e il governo nipponico ha svelato il nuovo piano per risolvere definitivamente la crisi.
Scongiurato il rischio di una nuova esplosione, la Tepco, società che gestisce l’impianto, ha per ora rinunciato ad allagare i reattori surriscaldati a causa di una grossa falla nel reattore 1 causata dalla fusione delle barre nucleari, precipitate sul fondo e ora scoperte. Per risolvere il problema, la società ha reso noto che è in corso la realizzazione di un sarcofago per contenere il reattore come avvenne nel 1986 a Chernobyl, al fine di impedire all’acqua radioattiva di fuoriuscire provocando danni incalcolabili per l’ambiente. La notizia della fusione, verificatasi a pochi giorni dal disastro, è emersa solo sabato 21 maggio.
Intanto l’Agenzia internazionale per l’energia atomica oggi ha inviato una propria delegazione a visitare la disastrata centrale nucleare con il compito d’indagare sulla crisi innescata dal terremoto e dal conseguente tsunami che danneggiarono gravemente l’impianto: lo ha annunciato la stessa Aiea con un comunicato, e la missione è stata poi confermata dal portavoce del governo nipponico, Yukio Edano.
La delegazione internazionale è composta da una ventina di esperti provenienti da una decina di Paesi diversi; a guidarla Mike Weightman, capo ispettore delle installazioni atomiche del Regno Unito. Gli esperti si tratterranno in Giappone fino al 2 giugno: non si limiteranno a sopralluoghi nel complesso di Fukushima, ma esamineranno anche altri siti.
Al termine prepareranno un rapporto preliminare, che sarà poi presentato alla conferenza ministeriale organizzata presso il quartier generale dell’agenzia a Vienna dal 20 al 24 giugno. Un aspetto fondamentale della missione consisterà non soltanto nell’identificare «le zone che necessitano di ulteriori esplorazioni e valutazioni in base agli standard di sicurezza dell’agenzia», ma anche «nell’essere messi al corrente dalle autorità giapponesi su quanto da esse appreso in seguito all’incidente nella centrale», e nel «condividere» le «esperienze» maturate in circostanze analoghe: il tutto per contribuire in maniera decisiva al «processo di revisione e rafforzamento del sistema globale di sicurezza nucleare», che sarà lanciato proprio con la conferenza internazionale del mese prossimo. Il dossier rappresenta la prima verifica esterna alla risposta giapponese all’emergenza.
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