Gheddafi: «Se Usa e Nato entrano in Libia ci saranno migliaia di morti»

Di Redazione
02 Marzo 2011
Il leader libico Muammar Gheddafi è tornato a parlare alla tv di Stato: «Dal 1977 ho dato il potere al popolo e da allora non ho più poteri nel paese, il popolo gestisce il petrolio e i suoi proventi». All'Italia: «L'abbiamo costretta ad ammettere i suoi errori ottenendo uno storico successo. Dico a Berlusconi che la famiglia Gheddafi è la Libia»

Muammar Gheddafi, leader della Libia da 42 anni, è tornato a parlare per il 34mo anniversario della fondazione della Jamahiria: «Dal 1977 ho dato il potere al popolo e da allora non ho più poteri nel paese né di tipo politico né di tipo amministrativo. Voglio ricordare al mondo che abbiamo vinto l’occupazione italiana e americana e il popolo gestisce il petrolio e i suoi proventi».

Gheddafi parla a Tripoli circondato da guardie del corpo seduto a una scrivania: «Io non ho un incarico da cui dimettermi, vogliono farci tornare schiavi come eravamo sotto gli italiani? Non lo accetteremo mai, entreremo in una sanguinosa guerra e migliaia di libici moriranno se Usa o Nato entreranno nel Paese».

Il rais libico si è poi rivolto all’Italia e direttamente al premier Silvio Berlusconi per rivendicare che l’Italia è stata costretta a chiedere scusa per la sua occupazione militare. Abbiamo costretto l’Italia ad ammettere i suoi errori ottenendo uno storico successo». E al presidente del Consiglio italiano: «Dico a Berlusconi che la famiglia Gheddafi è la Libia».

Il colonnello ha parlato poi di Al Qaeda che si è impossessata di criminali condannati all’ergastolo e li ha armati a Zawia, Bengasi e Misurata. Un accenno chiaro anche al petrolio per spaventare l’Occidente: «Sostituiremo in Libia le compagnie petrolifere occidentali con quelle cinesi e indiane».

Intanto, durante la giornata Gheddafi ha cercato di riconquistare la città di Brega, 200 km ad ovest di Bengasi, con 500 veicoli blindati e bombardamenti tramite l’aviazione. Dalle notizie giunte da testimoni oculari, sembra che i ribelli mantengano ancora il controllo della città.

Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale, ha parlato con il Pontefice e ha dichiarato al termine dell’Udienza Generale che «Benedetto XVI è preoccupato per la gente innocente intrappolata in questa terribile tragedia». Sulla possibilità di un intervento internazionale in Libia, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha espresso cautela perché «c’è il rischio che la Libia sprofondi nel caos e si trasformi in una gigantesca Somalia». Rimane lontana ogni decisione su una “no-fly zone” sui cieli della Libia.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.