Il G7 e l’uso dell’aborto come arma di distrazione di massa

Di Emanuele Boffi
14 Giugno 2024
La grande stampa italiana usa un "falso giallo" su una dichiarazione a proposito dell'interruzione di gravidanza per seminare zizzania nel primo giorno del summit. Ecco come si forza una "non notizia" a diventare notizia
G7 a Borgo Egnazia, Brindisi, 13 giugno 2024 (Ansa)
G7 a Borgo Egnazia, Brindisi, 13 giugno 2024 (Ansa)

Ieri si è aperto il G7 a guida italiana a Borgo Egnazia in Puglia e c’erano tante notizie da dare e una non notizia da non dare. Indovinate con quale hanno scelto ieri mattina alcune grandi testate italiane di aprire la loro prima pagina? Esatto.

Sfogliamole. Repubblica, titolo di prima pagina: “Il G7 si divide sull’aborto” e poi altre due pagine all’interno in cui si riporta lo sconcerto di «allarmati giornalisti giapponesi» che si chiedono: «Ma davvero vogliamo fare un salto così indietro nel tempo? Che sta succedendo da voi in Italia?». Intervista a Pina Picierno, vice presidente Pd all’Europarlamento, che sostiene che il governo Meloni «vuole limitare un diritto fondamentale».

La Stampa, titolo di prima pagina: “G7, il primo scontro è sull’aborto”, poi due paginoni sulla vicenda in cui si dà spazio alle considerazioni del deputato Alessandro Zan, responsabile dei diritti del Pd: «È il G7, non Atreju. Utilizzare la presidenza italiana del più importante forum intergovernativo per attaccare i diritti delle donne è gravissimo. Questo G7 si apre nel peggiore dei modi per l’Italia e la sua credibilità». Commento di Annalisa Cuzzocrea: «Non si può stare tra i Paesi del G7 se si hanno, sui diritti, le posizioni di Orban. È questo che Francia, Canada, istituzioni Ue, stanno cercando di far capire al governo Meloni. Ed è questo il cuore di quanto accaduto ieri».

Il Fatto: “Giorgia tenta la zampata: via l’aborto dal documento del G7”.

Almeno il Corriere della Sera era più sobrio. Nel titolo si parlava di “Accordo al G7: a Kiev 60 miliardi dai fondi russi” e si riportava che c’era stata “tensione sull’aborto” (nell’articolo alla vicenda erano dedicate una ventina di asettiche righe).

G7 a Borgo Egnazia, Brindisi, 13 giugno 2024 (Ansa)
G7 a Borgo Egnazia, Brindisi, 13 giugno 2024 (Ansa)

Sulle testate internazionali

Prima di entrare nel merito, vediamo come ieri alcune delle testate più importanti del mondo parlavano del G7. Guardian: “Stati Uniti e Ucraina firmano un decennale accordo di sicurezza”. Cnn: “Biden dà un nuovo impulso per consolidare lo sforzo bellico dell’Ucraina occidentale contro Putin – e Trump“. The New York Times: “I deboli leader occidentali si riuniscono in Italia per discutere di un mondo indisciplinato”. Le Monde: “Guerra in Ucraina: otto Paesi Ue vogliono limitare i viaggi dei diplomatici russi”. Financial Times: “Il G7 conclude un accordo ‘provvisorio’ su un prestito di 50 miliardi di dollari all’Ucraina”. La vicenda aborto che tanto ha scandalizzato i corrispondenti giapponesi non è nemmeno citata o derubricata a notizia di seconda fascia.

Appunto. C’erano tante notizie da dare e una non notizia. Si poteva dare maggior enfasi ai temi trattati nel summit, su tutti quello relativo alla guerra in Ucraina, oppure si poteva dibattere di Africa e migrazioni, di Medio Oriente, di intelligenza artificiale con la prima visita di un Pontefice ad un G7. No, la notizia principe per i grandi quotidiani italiani era l’aborto.

Giorgia Meloni al G7 a Borgo Egnazia, Brindisi, 13 giugno 2024 (Ansa)
Giorgia Meloni al G7 a Borgo Egnazia, Brindisi, 13 giugno 2024 (Ansa)

Una questione non in agenda

Ce la mettono tutta per rovinare la festa a Giorgia Meloni che è arrivata a questo summit col vento in poppa, come ha riconosciuto anche Politico: “Sei anatre zoppe e la Meloni si incontrano al G7 del 2024”. In mancanza d’altro, ci si è voluti attaccare a una notizia che non c’era, un «falso giallo», come ha scritto ieri Il Foglio, unica testata a spiegare bene come si sia scelto di scatenare una tempesta in un bicchier d’acqua.

Quel che è successo è che è iniziata a circolare una voce secondo cui gli sherpa dei vari governi incaricati di preparare il comunicato finale del summit avevano discusso sulla parte riguardante il “diritto all’aborto”. Nel G7 a Hiroshima del maggio 2023 i partecipanti avevano convenuto nell’impegno di «assicurare salute e diritti sessuali riproduttivi completi per tutti, anche affrontando la questione dell’accesso all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto». I diplomatici francesi hanno insistito che nella nuova formulazione si esplicitasse l’intenzione di «promuovere» l’interruzione di gravidanza e gli italiani si sono opposti, a loro volta sostenendo che sarebbe stato meglio «inserire nel testo anche l’impegno a integrare il diritto all’aborto con politiche di prevenzione».

Ora, a parte il giudizio che si vuole dare sull’aborto in sé (e sapete qual è il nostro), si capisce che si tratta di una questione marginale rispetto ai temi trattati, che non è nell’agenda delle discussioni fra i partecipanti e che stiamo parlando di quali formule – stupide quanto vogliamo – usare in comunicati stampa che leggono solo gli addetti ai lavori.

Quale allarme? Quale scontro?

Stiamo parlando del nulla, di una “falso giallo”, di una non notizia usata per deviare l’attenzione di chi legge che – ci perdoneranno i lettori di Stampa e Repubblica – viene trattato come un allocco cui dare, per la modica cifra di 1 euro e 70, il suo allarme democratico quotidiano. Gli viene fatto credere che tra gli ulivi di Borgo Ignazia non si parli d’altro che di aborto, anziché di guerre, migrazioni e intelligenze artificiali.

Nel solito minestrone in cui si mischia tutto, dalle posizioni del ministro Roccella fino all’emendamento sui consultori (il primo firmatario, Lorenzo Malagola, ha spiegato bene su Tempi cosa è successo) e i diritti lgbt, si tenta di dipingere i leader del mondo libero tutti intenti col ditino alzato a fare la predica ai ministri del nostro governo. Come se in Italia, tra l’altro, non esistesse una legge, la 194, che regola dal 1978 l’interruzione di gravidanza.

Però secondo loro è «allarme», è «scontro» e «il G7 rischia di deragliare». Qui l’unica cosa che è deragliata è l’onestà intellettuale di chi, pur di riconoscere qualsiasi successo all’evento e pur di boicottare qualsiasi accordo sulle prossime nomine europee, usa ogni stratagemma come arma di distrazione di massa. Ora che il caso è stato sollevato, state sicuri che si andrà avanti a martellare – ieri si è già iniziato raccogliendo il «dispiacere» di Emmanuel Macron – finché la “non notizia” diventerà “notizia”.

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