La globalizzazione dell’eco-idiozia

I passeggeri che si sono trovati prigionieri dell’aeroporto di Francoforte, mentre sui display elettronici si rincorrevano e danzavano in un gran premio impazzito i ritardi e le cancellazioni dei voli, non sapevano di essere piombati in uno di quei tornanti della storia che poi, anni dopo, si rischia di dover studiare sui banchi di scuola. Loro, insensibili all’epocale momento e avidamente interessati solo ai viaggi di piacere, alle sudate ferie, al ritorno a casa dopo mesi di lontananza, vedevano soltanto l’epidermide, la superficie di un disagio e di una disfunzione.

Poi però si è capito che quel caos non era figlio di inefficienza amministrativa, di una emergenza terroristica o di un qualche evento calamitoso: o meglio la calamità c’era ed era pure direttamente dipendente dall’intervento dell’essere umano, nella materializzazione quasi erotica dei proclami degli attivisti ambientalisti.
Francoforte come una macchietta ZTL
Erano proprio loro, infatti, gli eco-svalvolati della guerri...