Francia. Lejeune accusato di essere «un usurpatore». La moglie: «Non gli perdoneranno mai» la condanna dell’aborto
«A 87 anni esco dal mio silenzio per difendere Jerome Lejeune, mio marito, morto 20 anni fa». Comincia così la lettera che Birthe Lejeune (qui intervistata da tempi.it), moglie del genetista che ha scoperto la sindrome di Down, ha deciso di scrivere al giornale francese La Croix per difendere il marito, di cui è in corso la causa di beatificazione, accusato in Francia di aver avuto un ruolo minore nella scoperta e di aver usurpato il lavoro di altri due ricercatori.
LE ACCUSE. Il 28 ottobre 2013 un gruppo di biologi del Centro nazionale di ricerca scientifica francese e dell’Istituto nazionale della salute e della ricerca medica (Inserm) ha presentato un esposto al comitato etico dell’Inserm perché venisse riconosciuto il contributo reale di Marthe Gautier, oggi 89enne, nella scoperta della trisomia 21, che causa la sindrome di Down. Lo scorso 14 settembre, il comitato ha pubblicato un documento nel quale accusa Jerome Lejeune di non aver avuto «un ruolo preponderante nella scoperta» della sindrome di Down e di aver in qualche modo usurpato il lavoro dei colleghi Raymond Turpin e Marthe Gautier (foto a destra), che non era una genetista.
RISPOSTA DELLA SIGNORA LEJEUNE. «Marthe Gautier – ha scritto la moglie di Lejeune nella sua lettera a La Croix – sa benissimo che per tutta la sua carriera Jerome non si è mai dimenticato di ringraziarla. Basta andarsi a rileggere il testo della lezione inaugurale del 1965. Oggettivamente, lo studio degli archivi [e di documenti manoscritti] contraddice le parole recenti di Marthe Gautier [che dal 2009 sostiene di aver fatto la scoperta da sola e di essere stata usurpata]».
«PERCHÉ QUESTO ACCANIMENTO?». Ma allora, si chiede Birthe (foto a fianco), «perché questo accanimento contro Jerome oggi? La ragione è semplice. Lui era un genetista e a questo titolo sapeva che la vita comincia nell’istante preciso del concepimento. Era un medico della scuola d’Ippocrate, e a questo titolo si rifiutava di sopprimere la vita degli esseri umani una volta che erano stati concepiti. Nel 1969, a San Francisco, il giorno della consegna del William Allen Memorial Award, ha denunciato pubblicamente le minacce della scienza alla vita e le derive della cultura della morte».
«NON LO PERDONERANNO MAI». Questo discorso, prosegue, «ha fatto scandalo ma il suo coraggio e la sua coerenza gli sono valse l’ammirazione di tutti. Continuando le sue ricerche, si è preso il rischio di opporsi a una certa scienza per restare libero di difendere l’essere umano unico e vulnerabile fin dal suo principio. Sapeva che per questo rischiava di perdere il premio Nobel. È stato coraggioso e io sono fiera di lui. Ma le sue prese di posizione [soprattutto contro l’aborto] non gli saranno mai perdonate!».
«LA VERITÀ SCOMODA». Ora, «a 20 anni dalla sua morte», vogliono farlo passare «per un opportunista e un usurpatore». «Senza che possa difendersi cercano di screditare un uomo che si è opposto alla medicina selettiva e a una ricerca mortifera. Facendo così, vogliono ridicolizzare il suo impegno a servizio della vita. A 87 anni, io non sono pronta a lasciar perdere e a permettere che insinuazioni e contro-verità danneggino l’immagine di colui che ha servito i suoi pazienti e le persone più vulnerabili con tutta la sua intelligenza e il suo cuore. Come possono pensare che una voce discordante abbia ragione delle migliaia di pazienti che ha aiutato e famiglie che ha confortato, delle centinaia di colleghi che ha frequentato, dei comitati di lettura, di giurie francesi ed estere che hanno esaminato la sua produzione scientifica per 40 anni, delle dozzine di accademie e università che l’hanno accolto e che gli hanno reso omaggio? La verità scomoda è che lui è stato un segno di contraddizione. Davanti alla menzogna che uccide, lui ha avuto il merito di non farsi mettere a tacere. La sua opera e la sua reputazione gli rendono testimonianza».
Articoli correlati
60 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
In ogni modo, tanto per ritornare all’argomento dell’articolo la moglie sta solo tentando di far passare Lejeune per un “martire”, non credo proproo c’entri qualcosa la sua opinione sull’aborto, si tratta di rivalità accademiche, non possiamo sapere se è vero che si è appropriato del lavoro o delle intuizioni della sua collega, non sarebbe la prima volta che accade, o se qust’ultima vuole prendersi una rivalsa tardiva, ma che qualcuno venga discriminato perché condanna l’aborto non esiste in questo clima culturale sempre più reazionario
Lena, ancora qui? Che si sta a fare, ancora male, prese in giro, capriole con le parole, pitipim-pitipam? Si mette a sentenziare su Lejeune, doce banalità rigiardio le invidei accademiche come se lei, che non dimostra di aver finito le Superiori, avesse dimestichezza con cattedre, matricole e colonne, si comporta come non fossero roba sua le cose che dice, che scrive, che fa e che le sono state fatte notare una per una? Ma come! Non era orgogliosa, lei, non era quella che sa come punire i bambini cattivi, non era lei che delirava sulla vita, sulle colpe dei nascituri ben al di là del peccato originale, non era e non è lei la stessa Lena di cui sopra? Mi sarei aspettato una reazione, invece del “clima cultruale sempre più reazionario”, come se lei temsse di prendere qualche malanno di brutta stagione.
Sia seria, per una volta! Non le riesce proprio? Si sforzi! E’ vero o no che lei non avrà altro dio all’infuori di se stessa? E che per non dovere avere in grembo qualcuno da amare più di se stessa, lei ama alla follia l’aborto? E che, proprio perché sa che razza di dio lei ha nel cuore, lei non ha pietà nemmeno della carne sua? Chi vorrebbe incantare, difendendo il diritto di chi, con la forza del denaro o la debolezza di soggetti non più svegli di lei, affitta uteri e compra seme o fa comprendita di ovuli? E allora, perchè vorebbe defilarsi parlando di leggi che non al riguardano, bimibi che non vorrebbe, donne che non desidera essere nemmeno se sono uomini che fanno finta, per delega a gesatnti/gerenti, di avere quegli ingombri che mettono e repentaglio, senta che botto!, la sua “integrità”?
Lasci i bambini a chi li vuole, il mondo a chi accetta di starci anche se le regole non gli piacciono, chi si assume la responsabilità delle scelte come della carne che si porta addosso come un’investitura alla maestà della vita, lasci la vita a chi la ama più di quanto lei ama l’aborto!
Ass. Albergo Etico Metodo Download
Jerome Lejeunne aveva scoperto molto di più della sindrome / sindone di down, per questo va screditato e attaccato in un momento dove la follia dell’aborto selettivo sta compiendo un grande salto di qualità individuando nel sangue materno la componente genetica che contraddistingue un feto con sindrome di down. Il genocidio è in atto, screditare Le Jeunne è obbligatorio per la cultura della morte e del male. Papa Francesco è custode di una rivelazione che da troppo tempo segretata, ma solo le religioni riunite potranno rivelare…….. ecco perchè si chiama Francesco.
ok
“Capaci di una qualche elementare forma di volonta’”
E perche’ elementare? Perche’ volonta’ e non capacita’ razionale? Con lo stesso arbitrio si potrebbe negare lo status di persona fino ai 2 anni. O fino ai 12 come nel racconto di Philip Dick.
E poi scusa se a 20 settimane il cervello e’ sviluppato dalle 20 settinane in poi l’occupazione dell’utero diventa un diritto? E perche negli aborti anche prima delle 20 settimane anestetizzano il feto visto che hanno scoperto che sviluppa l’ormone del dolore?
Quando il mondo sara’ rinsavito, se saremo ancora vivi, I posteri ci chiederanno “come potevate tollerare quell’orrore?”
Sull’immenso muro di ipocrito inganno, ovvero che l’embrione non è nient’altro che un grumo di cellule e panzanate laiciste simili, qualche crepeseppur microscopiche cominciano a farsi.
A tutti quelli che amano la Verità che è tale proprio perchè veritiera il compito intellettuale e culturale
prima ancora che morale di rompere e lottare contro questa menzogna
Sull’immenso muro di ipocrito inganno, ovvero che l’embrione non è nient’altro che un grumo di cellule e panzanate laiciste simili, qualche crepeseppur microscopiche cominciano a farsi.
A tutti quelli che amano la Verità che è tale proprio perchè veritiera il compito intellettuale e culturale
prima ancora che morale di rompere e lottare contor questa menzogna
caro luca , e quelli pretendono di parlare a nome della SCIENZA. sono accecati dal loro furore e per questo odiano a morte chi mette in crisi le loro menzogne. malauguratamente hanno tanti fiancheggiatori in ogni mezzo di comunicazione, dai maggiori quotidiani fino al più insignificante rotocalco per non parlare delle barbaredurso e cristineparodi d’ordinanza.
L’embrione fino al 14 giorno è un insieme di cellule indifferenziate (in modo approssimativo si potrebbe dire “grumo di cellule”). Questo lo possiamo osservare ponendo una blastocisti sotto un microscopio elettronico. Non è neppure scienza teorica, mera osservazione. Dopo questa fase non è più un insieme di cellule, ma un proto-organismo umano, cioè un abbozzo di tutti i tessuti da cui si formeranno gli organi e le membra. La formazione di un sistema nervoso centrale funzionale non avviene prima della 20 settimana. E qui finisce la scienza. La riflessione filosofica, basata sui dati della realtà empirica (e non sulle speculazioni mistico sentimal religiose) ci dice che
Il cervello è ciò che rende l’uomo uomo, distinguendolo da qualsiasi altro animale o forma di vita. Il sistema cortico-talamico è il fondamento della soggettività umana. Ora un principio giuridico fondamentale vuole che i diritti spettino ai soggetti, ossia agli individui (in forma isolata o in associazione) capaci di una qualche anche elementare forma di volontà . L’embrione non avendo il cervello non è un soggetto dal punto di vista naturale e quindi non può esserlo neppure dal punto di vista giuridico. Qualsiasi pretesa di attribuire all’embrione diritti sul corpo della donna è doppiamente assurda, primo perché ad un non soggetto spetterebbe un diritto (quello di occupare il corpo altrui e di utilizzarlo per la propria sopravvivenza) che a nessun soggetto nato verrebbe mai attribuito (altrimenti la madre biologica dovrebbe per esempio essere obbligata per legge a fornire il midollo al neonato affetto da leucemia), secondo perché è un obbrobrio liberticida attribuire a qualcuno il diritto di occupare il corpo di un altro e di servirsene per alimentarsi.
La solita cosa …solo più cattiva. Questa mi mancava, l’ultima eccellenza l’aveva data Filomena (“guardate dall’altro lato”) ….. il bambino (io lo chiamo cosi non embrione, no feto, ne altro) è pure un parassita che si alimenta sulle spalle di un altro. Non dico nulla, tranne che spero che ognuno ti “veda” e ti tratti per quello che sei. In base ai punti di vista per te questo può essere un augurio … no?
Per me hai espresso una cattiveria nera.
PS Non sono in carcere le peggio persone. Intendiamoci …non ti voglio in carcere per quello che scrivi.
Che schifo!!!
Questo è un altra assurdità del modo in cui vanno le cose nel mondo, che i più buoni passano per cattivi, mentre i malvagi (come voi) che vogliono imporre sofferenza, tribolazioni e costrizioni agli altri riescono a farsi passare per buoni. Non ho detto niente di cattivo, soltanto un cose vere e nell’interesse della felicità degli esseri umani; tanti che pure sono consapevoli di queste verità, si astengono dal sostenerle, perché a loro non importa o non sono esposti a gravidanza o se donne, avrebbero da chi andare per interrompere una gravidanza odiosa ed intollerabile anche con il più assoluto divieto di aborto, quindi perché farsi considerare “cattivi” da malvagi del vostro livello? Meglio adeguarsi alla vostra malvagia (pretesa di) bontà.
Quanto a cattiveria, ma tu che faresti, se io avessi bisogno 24 ore su 24 di nutrirmi tuo sangue per restare in vita per un periodo di 9 mesi, con rischio di procurarti malattie varie e danni fisici, tu ti presteresti felice e contento? non rispondere affermativamente, che saresti solo un ipocrita.
A me, invece, fanno più che schifo orrore quelli che, se mi capitasse la disgrazia di incorrere in una gravidanza, mi condannerebbero senza pietà all’incubo di portarla a termine e di partorire.
Lena hai usato la stessa linea di argomentazione usata di nazisti per distinguere ontologicamente gli ebrei, i down e i malati di mante dal resto dell’umanità, giustificandone lo sterminio.
Esprimo tutta la mia solidarietà a chi ti vive vicino e considero con sollievo la tua indisponibilità a riprodurti.
No, non credo proprio che le argomentazioni naziste si basassero sul possesso di un sistema cortico-talamico funzionale e di tutti gli organi per vivere nel mondo esterno, non mi risulta che ebrei, Down e malati di mente siano privi di funzioni corticali. Sforzatevi meglio, queste argomentazioni fanno presa sugli ignoranti (va bene che sono una massa numericamente non indifferente, e questo vi fa buon gioco ), non su chi ha un minimo di conoscenza della storia delle dottrine politiche e dell’embriologia.
@lena
La sua è una scelta opportunistica di credere che “il grumo di cellule” non sia un essere umano, tanto quanto i nazisti credevano che l’ebreo non era essere umano. Quindi si, le argomentazioni sono le stesse perchè oltre a non basarsi sulla scienza hanno in comune una credenza degna dei primitivi uomini di neanderthal, ed è la prima volta che parlo male dell’uomo di neanderthal.L’unico problema è che a queste credenze illusorie ci cade sempre un sacco di gente, facendo non pochi danni.
I nazisti non sostenevano che gli ebrei non fossero umani, ma solo che erano di una razza inferiore e pericolosa per la purezza degli ariani. Se poi alludi al processo di depersonalizzazione del prigioniero/carcerato che si attua nelle situazioni di detenzione estrema, da Auschwitz ai centri americani per la detenzione dei terroristi, si tratta di un meccanismo psicologico comune nelle situazioni belliche, che poco ha a che vedere con il fatto oggettivo che un embrione di poche settimane è un insieme di cellule privo di cervello funzionante e quindi il suo essere umano significa solo che appartiene geneticamente alla specie come materiale biologico, non ci può essere un uomo dove non si è ancora realizzato neppure il suo corpo, il che vale anche per qualsiasi altra specie.
No …Lena, non funziona cosi .. ci vai leggero con il dire “una razza inferiore e pericolosa per la purezza degli ariani” la definizione di ebreo per i nazisti era: una “peste”, un “bacillo”, un “parassita”, l’”eterna sanguisuga”.
Nota la coincidenza “parassita” si sposa benissimo con quello che hai scritto sopra.
Ci somigliate ai nazisti…. è inutile negarlo, cambia il tipo di razionalizzazione… meno rozzi, un più sofisticato metodo di comunicazione …dettagli.
Resta l’evidenza che è una sua convinzione il fatto che un essere umano non dotato di sistema nervoso non sia essere umano.
“non ci può essere un uomo dove non si è specializzato il corpo”. Mi scusi e chi l’ha deciso? La scienza oppure non può esserci perchè non le conviene?
Mi scusi ma la differenza oggettiva tra una persona è un “micro organismo” costituito da pochissime cellule indiferenziate o addirittura da una sola, la vede anche un bambino. Non mi sembra corretto sostenere che si tratti della stessa situazione al punto di sovrapporla alle teorie tragiche del nazismo. È semplicemente paradossale sostenerlo oltre che irrealistico oggettivamente.
La disgrazia sarebbe per il bambino, se finisse nel suo grembo e forse, anche se ne uscisse. Ma, in questo caso, troverebbe qualcuno che saprebbe essere, con lui, più buono di lei, visto che chi salverebbe suo figlio le sembra cattivo.
Mi auguro che queste frasi non vengano mai annotate. Immaginati il figlio di Lena che legge i deliri di sua madre.
Non ci sarà mai nessun figlio di Lena, perché abortirei a qualsiasi costo, anche se fosse vietato dalla legge.
E comunque credo che, in generale, una donna che fosse costretta a partorire dalla violenza di una legge antiabortista dovrebbe farlo sapere al figlio che la sua nascita è stata la devastazione di un’altra persona. Vorrei vedere chi, sapendolo, sarebbe felice di essere venuto all’esistenza a costo della devastazione di un’altra persona. Ma non con la madre dovrebbe prendersela, ma con chi sostiene le leggi contro l’aborto.
Lena, sei la dimostrazione evidente della schizofrenia che caratterizza gran parte della modernità. Nell’ambito della fecodazione artificiale, gli sforzi si concentrano affinche all’embrione possa essere data patente di soggettività, nell’ambito della determinazione all’aborto, allo stesso embrione la si toglie senza appello, ed in tutte e due i casi col sostegno del Diritto. Sono senza parole, aveva ragione Chesterton.
Ma gli sforzi di chi ? A quanto mi risulta solo gli antiaborto sostengono la soggettività (nel senso giuridico) dell’embrione anche nell’ambito della fecondazione assistita…ma adesso attribuite alla bioetica laica le vostre idee? 0-0
Dopo il tracollo di Filomena, prematuramente caduta sulle barricate ciclo mestruale, il nostro caro ebetroll multinick ripropone “Lena” (fantasia al potere!), che scrive, col lugubre tono di “Mein Kampf” le stesse identiche stronzate sbobinate dal “Gelosino” ritrovato da una equipe di archeologi tra le blatte della cantina del centro sociale ex comune femminista.
Prossimamente su questi schermi l’attesissimo seguito di “1999 fuga da New York” col nostro ebetroll nelle vesti di “Iena Plisky” redivivo ginecologo (non obiettore!) della mutua.
Titolo provvisorio: “Per chi suona la carampana?”
Gianetto Stoppino e voi altri siete la misera dimostrazione di quanto sono solidi e reali gli argomenti contro l’aborto… In realtà solo le dittature religiose (e qualche dittatura comunista filonatalista)e l’ignoranza dilagante possono far vincere una causa iniqua come quella antiabortista.
@ Lena
Non è la venuta di un figlio che devasta. Le macerie esistevano prima … ci si è impegnati parecchio per riuscire a cauterizzare una parte dei sentimenti umani. L’amare l’aborto (perché di amore si tratta da parte di certe arpie) è solo la prova del nove di un fallimento esistenziale. L’idea di avere in grembo un parassita è poi qualcosa di stupefacente, non solo per il ricorrere ad un immagine cosi raccapricciante, ma perché esprime propriamente un senso della vita come privazione. Proprio l’orizzonte del miserabile.
La storpiatura mentale di riuscire a vedere un parassita in un grembo, mi ha fatto venire in mente cosa si può pensare di una persona a cui chiedono: “cosa è il mare?”. E come si reagisse se questa rispondesse: “un grande bacino per la raccolta della fognatura”. Nessuno metterebbe in dubbio che sarebbe la sua visione del mondo, i colori e gli odori che sente. La sua qualità. Ma nessuno metterebbe in dubbio che solo un folle farebbe una dichiarazione così …putrida.
Per l’aborto invece hanno creato, un prodotto simile e le macerie giuste. Chi vive la vita come un consumo parassitario … diventa facile vedere parassiti dappertutto.
PS – Forse ho un post in moderazione o forse è cestinato. Se eliminato, hanno fatto bene perché era un sfogo immediato.
Ma se una persona non sopporta il mare, gli causa un gravissimo malessere e non avendo alcun interesse verso di esso non volesse subirne i danni (es. pelle rovinata dal sole, astenia, infezioni da agenti inquinanti, possibilità di annegamento), non sarebbe ingiusto che una legge e vari meccanismi amministrativi ostruzionistici gli impedissero di lasciare il mare, lo forzassero a sopportarlo solo perché altre persone pensano che il mare è bello?
@ Lena
Una cosa è sentirsi male per causa del mare. Altra cosa è concepirlo come un ricettacolo di fognatura. Nel primo caso c’è una salute cagionevole. Nel secondo caso una stortura mentale. Se la stortura mentale, del secondo caso, pretende un riconoscimento sociale, che con legge gli si garantisse un sistema per una “visione fognate” con tanto di supporto amministrativo… la follia è condivisa e quindi pericolosa. Perchè avallare una follia può solo potenziarla, aggravarla e differenziarla negli oggetti della sua attenzione (per es. eugenetica). .
Ovviamente, il secondo caso…è quello che più calzante per te e per quelli che condividono il tuo credo.
Ma caro Lena, nessuno qui si azzarda a mettere in dubbio la piaga dell’ignoranza dilagante, visto che, avendo quotidianamente a che fare con voialtri volenterosi kapò dello sterminio travestito da diritto, ci abbiamo a che fare dalla mattina alla sera.
Divertente, poi, la parte in cui bofonchia di “argomenti” uno che osa sfidare il senso del ridicolo al punto di fingersi donna nella pia illusione di acquisire la credibilità (parola grossa!) necessaria per postare sempre il solito lugubre tritume femministoide da bassa macelleria abortista, senza neanche aver cura di cambiar desinenza finale ai suoi nick.
Ci sarebbe da ridere a crepapelle se non subentrasse subito la compassione per il tuo caso umano.
Ma, a parte che ci sono dei tratti di mare costiero che hanno oggettivamente colore e odore fognario,e anche funzionalmente sono discariche, che l’embrione occupi il corpo di un’altra persona alimentandosi delle sostanze che riceve dal sangue di quella e che la gravidanza causi gravi malesseri fisici e possa portare all’insogenza o all’aggravamento di molte malattie non è una concezione soggettiva, anche la capacità di sopportazione è sicuramente soggettiva ed è influenzata dalla motivazione, è naturale che sia particolarmente insopportabile se una donna è incorsa nella gravidanza (già oggettivamente stato pieno di malessere e disagio) contro il suo volere e la deve subire per volere della legge senza aver alcuna motivazione propria.
@ Lena
Il tuo “a parte che” sul mare è già un tuo meraviglioso lapsus.
Tranquilla,…. nel muoverti con un argomento tipo…” il corpo di un’altra persona alimentandosi delle sostanze che riceve dal sangue di quella e che la gravidanza causi gravi malesseri fisici” … lo capisco che credi in quello che scrivi.
Quello che non capisci è che specularmente ad un modo di essere come il tuo ci sono donne che hanno un legame, un sentimento ed una generosità verso quella creatura. E che a queste, certe “parole”, provocano autentico ribrezzo. Queste non sono persone sullo stesso piano di chi ha la percezione del “parassita”. Questa donna “viva” (non per finta) non è semplicemente una donna che ha fatto una “scelta diversa”, perché non c’è egualitarismo con un tipo di donna che ha fallito nello sviluppo vitale … che è diventata sede di penuria, miseria ed autismo dei sentimenti .
Grazie che queste cose non si capiscono e si vedono “parassiti”
Non solo, ma è una disgrazia che si ripercuote sul tutto. Non si può amare lo sventramento, e nel contempo ritenere di poter avere empatia con il genere umano. No! …. la miseria potente, espressa verso la creatura debolissima, illumina tutto il resto di ciò che si “è”.
PS Nota … non mi riferisco in questo discorso alle donne che abortiscono, lì faccio un discorso diverso, mi riferisco a quelli che pensano come te …. che “ami” l’aborto.
Certo ce ne vuole di presunzione per ergersi a giudice della compiutezza della vita di un altro, ma dimenticavo…attraverso di voi parla lo spirito santo…in ogni caso anche le donne vitalmente non riuscite hanno diritto alla libertà fisica e morale, abortendo non togliamo niente alle donne autentiche che amano gli embrioni che si formano nel proprio corpo, possono rinunciare all’aborto tutte le volte che vogliono
@ Lena
Nessun giudice…, ma un giudizio. Del resto se vai per esempio dal calzolaio … e ti ripara male le scarpe …non ti convinci del contrario per il solo fatto che ha avuto una infanzia difficile. Le scarpe restano riparate male.
Se la tua visione della vita è paragonabile ad una scarpa …è una scarpa rotta.
Poi, involontariamente, ti ho dato le attenuanti: non credo conosci belle persone, e tu ci metti del tuo. Capita!
Poi mi piace quando dici che le “donne vitalmente non riuscite hanno diritto alla libertà fisica e morale”. Non che lo ammetto 8mi piace), perché credo che i non “vitali” sono riusciti a corrompere l’idea morale insita nelle parole libertà, democrazia ed uguaglianza. E questo implica altre cose disgustose per la libertà di altri che rischi la compressione (obiezione di coscienza).
Per cui paragono la tua idea di libertà di abortire come il diritto alla felicità di uno scabbioso… si gratta con la corteccia dell’albero trova sollievo e ti dice ad alta voce:” sono felice !!! …. Che diritto hai di dirmi che non lo sono?”. Il diritto ad abortire che nasce da una legge pervertita ti consente di farlo…ma vuoi detto anche: …brava!!! (?)
Capito …Lena!
PS – Piccolo dettaglio: Tu sei giudice (non io) perché hai sentenziato cosa è umano e cosa non lo è. Tu ti senti superiore ad un embrione…io no!
E’ inutile, Lena, che lei lenisca le pene di chi sopprimerebbe con la scusa che, non facendolo, sarebbe un bambino cattivo che le creerebbe tanti problemi di cui il bambino che lei abotirebbe a ogni costo sarebbe dispiaciuto di averle provocato. A lei, Lena, del dispiacere del bambino a sapre che dispiacere le darebbe e del piacere di bambino di essere abortito da lei, non le importa nulla.
E sa perchè? Perchè lei, in perfetta ortodossia satanca, ha in se stessa il suo dio e non avrà altro dio all’infuori di sé e del suo piacere, a tutti i costi, anche quello di sopprimere una vita che potesse nascere da lei e che le toglierebbe l’immenso affetto che ha per se stessa. E proprio perché lei non ha altro dio all’infuori di se stessa, proprio perchè lei si adora e perché sa bene con chi ha a che fare, non ha pietà nemmeno della carne sua.
Dopo di ciò, è inutile che lei ci informi delle sue opinioni. A chi vuole che importino, se lei non ha alcun interesse serio a rivedere il suo modo di considerare se stessa l’infallibile padrona di sé, cosa che non le fa sorgere né dubbi né ribrezzo, che non le fa scappare da ridere e non la fa scappare da se stessa dalla fifa di essere l’unica responsabile delle sue allucinazioni, in cui c’è solo lei e in lei, non accetta presenze estranee, che turbano le sue mestruazioni, le sue vacanze e il suo dopolavoro? Chi viole che le creda, dato che lei parla con tanto amore di se stessa e dei bambini che non genererà mai, della pena che si prende per i gay che i bamibini li vogliono, ma quelli degli altri? Lei ha bello che risolto tutti si suoi problemi. Se la legge glielo vieta e no!, lei abortisce lo stesso; e se la legge, non la religione, la legge le vieta qualche altra cosa che è di ostacolo alla sua adorabile voglia di fare quello che le pare, ebbene: a tutti i costi, lei farà ciò che vuole. Quindi, sia coerente. taccia per sempre. Si bei di se stessa. Si droghi di se stessa. Si saturi di se stessa come se fosse fatta di aria compressa, non della carne che le pesa anche negli altri. Ma lasci agli altri un mondo e una vita che lei non vuole.
No, io violo solo le leggi che violano la mia persona. Se una legge è giusta, la osservo anche se non mi andrebbe di farlo. Le leggi che vietano l’aborto fin dal concepimento sono ingiuste, perché violano la donna che non vuole subire la gravidanza e il parto, e inutili perché l’embrione non chiede di nascere e perché non è detto che una nuova nascita sia sempre un acquisto utile per la società. In ogni caso, per ogni sviluppo embrionale interrotto, ce ne sono migliaia che vanno avanti in tutto il mondo.
Lei dice e disdice, fa e disfa. Basta che lei trovi qualcosa che non le garba, che violi la scralità della sua persone et voilà1, la legge è ridotta a un bambino abortito da lei. Lei non capisce nemmeno che uno “sviluppo embrionale” interrotto è un unicum in tutta la storia dell’universo: e infatti, lei sente il bisogno di ipotizzare che non è detto che il nuovo nato possa essere utile alla società, che le torna improvvisamente utile.
Lei abortisce sul nascere i pensieri troncandoseli in testa, il bambino chiede di nascere per il fatto che c’è, è lei che non vuole capirlo e fa colpa della sua sordità a un essere che, nel vedersi aggredito nel grembo materno, oppone tutta la resistenza che può. Lei non può parlare a niente, di niente e a nessuno. Le vada a dire ai gay, che vorrebbero generare come lei rifiuta di fare, invece di parlare in loro difesa perché che la loro unione non provocherà quegli inconvenienti che la infastidiscono.
Gli altri, qui, possono essere contro gli etero, i gay, contro gli etero che non riconoscono ai gay i diritti che lei non riconosce all’essere più indifeso che c’è, contro i gay che vorrebbero essere una coppia formato standard, uomo e donna, come non sono e non vorrebbero essere: lei sola è contro tutti. Non faccia la modesta, ora! O se davvero vuole farlo, provi per se stessa, se non umana pietà, un po’ di vergogna, sentimento nobile che lei non ha mai provato.
Ho inviato un post, ieri notte, che non compare. Digitare due, tre volte lo stesso post non è entusiasmante. Non mi dico passarli con puntualità, ma poterli leggere, prima o poi, senza dover riscriverli, non sarebbe male, Anche perchè quello che scrive Lena, che sia o non l’ennesimo travestimento della stessa mano, fa davvero senso, per non dire orrore; e offende tutti, senza distinzione, ciò che ne appaga l’orgoglio. Questa bella soddisfazione a scapito della digniità e del valore della vita e dell’esperienza umana non può esserle concessa.
Grazie.
Vedere un bambino (si …per te un embrione ) come un parassita è come concepire il mare solo come un luogo dove “scaricano le fognature”. Non c’è nessuna assurdità… sono pensieri, i tuoi, agghiaccianti , freddi… tristi e deprimenti.
Non invidio chi è vicino a persone così … ….credimi è difficile pure leggerti.
Vergogna!!!
@ Lena
Questo sopra è il post scritto di impulso di cui ti parlavo e pensavo cestinato. La metafora del mare l’ho già puntualizzato sopra, nulla di poetico ma solo lo stigmatizzare una psicologia distorta.
Non ho ripensamenti su quanto ho scritto perché veramente credo che scrivi mostruosità. Chi pensa in certi termini non può fare e dare niente di bello a nessuno.
Mi sollevi, comunque, un dubbio, … non capisco il perché sei qui.
Dico: avete una legge che vi dice che non siete assassine, avete il plauso dell’uomo a capo della più grande potenza mondiale anche per influenza culturale. Avete Onu , con ONG a servizio che fanno il lavoro sporco. Avete in Italia testate giornalistiche e talk show che assecondano il “diritto”. Avete dalla vostra parte animalisti-arcigaiotti – ambientalisti-pacifisti perché condividete un comune denominatore (tu sei identificabile in tutte e 4 le categorie) … oltre intellettuali, scienziati che in base ai finanziamenti giurerebbero che la madre è una gorilla e che vi offrono una razionalizzazione scientifica per farvi stare bene con voi stesse. Nonostante tutto hai la necessità di venire qui , un sito cattolico, la “riserva indiana” di Filomena per esprimere un escremento culturale. Perché? Volete convincere? Non lo capisco?
Cosa cambia per te se al mondo ci sarà sempre uno “zoccolo duro” che sostiene che siete necrofile amanti di un assassinio seriale legalizzato? Che amando l’aborto non siete in grado di amare niente e nessuno.
Sarò un ingenuo a fare queste domande: ma non hai abbastanza motivi di essere felice?
Ovvio…è una domanda:
Che amando l’aborto non siete in grado di amare niente e nessuno?
Si, io amo l’aborto (nel senso che sono felice che esista la possibilità tecnica e giuridica di porre fine precocemente a gravidanze intollerabili) e nel contempo voglio bene ai miei familiari ed amici e sono discretamente buona anche con gli estranei.
che poi questa domanda fa ridere sulla bocca di quelli che mettono l’amore per una persona del proprio sesso alla zoofilia o all’amore per un divano o una lampada…
A chi ti riferisci in particolare?
Se sei ancora in questa discussione rispondi alla domanda.
Ecco Lena… per quanto possa non interessarti nulla della mia opinione (ed è legittimo)…non ci credo.
Per esempio in certe persone che affermano di voler “bene ai miei familiari ed amici e sono discretamente buona anche con gli estranei” credo che esistono condizioni che annientano questo bene.
Per esempio … se hanno :
Un genitore malato gravemente …. tendono all’eutanasia anziché curarlo;
Se è troppo vecchio e d’impaccio… tendono a chiuderlo in una casa di cura.
In entrambi i casi riesce a razionalizzare bene: Eutanasia per “la dignità della vita”…. ospizio per trovarsi con “persone come lui e farsi nuovi amici”.
In sostanza …hanno violato una legge interna e non sanno amare.
Ahah non fate le vittime, che purtroppo l’Onu e tutte quelle ong non hanno tutto questo potere sulle legislazioni e le politiche e le prstiche amministrative nazionali, mentre l’indottrinamento embrionista imprrversa nella scuola e nelle università italiane, Lejeune per non essere vituperato avrebbe dovuto vivere e operare in Italia. Fuori dall’Europa tantissimi paesi negano alle donne il diritto di aborto; anche negli Usa è sempre sotto attacco.
Purtroppo ” l’Onu e tutte quelle ong non hanno tutto questo potere sulle legislazioni e le politiche e le pratiche amministrative nazionali”?
Apri un altro capitolo a me caro: visione dispotica con l’anelito ad un controllo ed una imposizione sovrannazionale. Quando si dice che e “disgrazie non vengono mai sole”. Le hai tutte … le “qualità”: Non solo hai un pensiero mortifero…ma lo vuoi pure imporre in maniera totalizzante. Tutti come te … ad amare il mortifero.
L’ONU (con le sue canaglie a servizio) già vanno da paesi poveri e ricattano (alludo alla formula aborto e gai matrimoni in cambio di ospedali e scuole)
PS – quando parlo con una come te , ho il desiderio di guardarla negli occhi .. credo che questi dicono di più di tutte le parole che puoi aggiungere.
la parola parassita l’hai usata tu e sei sempre tu che le attribuisci un significato negativo, probabilmente perché sei condizionato dal suo uso in senso non tecnico, ma morale; in biologia il parassitismo è solo uno tra i tanti meccanismi della vita, però non è detto che si debba essere costretti a subirlo. in fondo anche una larva che si infila nella pelle umana e ci si sviluppa dentro è solo una innocente vita che sta facendo innocentemente il suo corso.
Parassita, applicato ad un essere umano ha un solo significato. Tu lo condividi con i nazisti (come ho detto sopra).
Ci credo che lo vedi un parassita, senza tirare in ballo la biologia, e capisco che non è in tuo potere una visione diversa.
Quindi, fra un embrione e un parassita, Lena non fa differenza. Si vede proprio che la larva è lei.
Cara Lena, in generale la gravidanza non e` da considerare una disgrazia (per me e` stata una benedizione, anche con tutte le difficolta`), ma un bambino non finisce in un utero cosi` per caso, si suppone che sia frutto di un rapporto tra uomo e donna consenzienti e responsabili. L`idea di fare sesso senza accettare le conseguenze mi suona piu` come irresponsabilita` che come amore per la liberta`. Un bambino e` qualcosa di piu` di un alieno che si nutre del tuo corpo, e` esso stesso parte del tuo corpo. E` proprio carne della tua carne. Sai bene che una gravidanza indesiderata puo` essere portata a termine senza riconoscere il bambino, senza bisogno di abortire. Sai bene che puoi lasciarlo in ospedale. Il problema forse e` un altro. Appena vedi tuo figlio neonato, lo vuoi baciare, abbracciare, allattare e assicurarti che stia bene. Non e` una sanguisuga di cui liberarsi. Il rischio piu` grande che corri e` che ti innamori del tuo bambino.
Ma è così difficile capire che la tua esperienza non è una verità valida per tutte?
Sembra più difficile per lei, Lena, capire che la sua preziosa esperienza, se – per ipotesi: e per assurdo: così, le verrò pià facile da capire, visto come ragiona – dovesse valere anche per gli altri, porterebbe all’estinzione dell’umanità: l’esperienza migliore è quella di chi permette che il mondo e la vita esistano anche per gli altri, non quella di chi nega la vita, che comprende la possiblità di donarla, anche a se stessa.
D’altra parte, lei tiene più di tutto a dimostrare che quello che dicono o fanno p ensano gli altri non vale per tutti: ma quello che pensa lei vale solo per lei. e così, non vale molto. E se la Redazione passerà il post che le ho scritto più su, lei leggerà e capirà perché, visto che non ci arriva da sola enon può dire a nessuno: ma è così diffcile da capire che…
“Capaci di una qualche elementare forma di volonta’”
E perche’ elementare? Perche’ volonta’ e non capacita’ razionale? Con lo stesso arbitrio si potrebbe negare lo status di persona fino ai 2 anni. O fino ai 12 come nel racconto di Philip Dick.
E poi scusa se a 20 settimane il cervello e’ sviluppato dalle 20 settinane in poi l’occupazione dell’utero diventa un diritto? E perche negli aborti anche prima delle 20 settimane anestetizzano il feto visto che hanno scoperto che sviluppa l’ormone del dolore?
Quando il mondo sara’ rinsavito, se saremo ancora vivi, I posteri ci chiederanno “come potevate tollerare quell’orrore?”
Perché io mi riferisco al concetto naturale di soggettività, la soggettività è quella proprietà che ci distingue dalle cose, anche dalle cose viventi, e non deve per forza essere razionale, esistono anche forme di soggettività irrazionale come quella dei bambini o dei malati di mente.
Scusa, Filomena, ma perché continui a venire, direi meglio stazionare su questo sito ?
Ormai sai che qui si fa affidamento sull’uomo e sulla scienza, che ufficialmente ha stabilito che la vita umana inizia inequivocabilmente con la fecondazione dell’ovulo, tanto che quel genoma e non altri, darà origine al bambino, all’uomo e all’anziano.
E anche continui a rimarcare il tuo disgusto per un povero figlio che eventualmente venisse a bussare al tuo cuore, pregustandone quasi l’omi..cidio.
Ma perché sei sempre qui come un avvoltoio ?
Forse cerchi qualcosa, nonostante ti presenti come uno spaventevole rapace.
Secondo me , è questa la domanda che ti devi fare, se forse non sei stanca di tutta la cattiveria che mostri, se forse non sei disgustata profondamente della tua vita.
Ma anche una terapia psicologica, mi sentirei di consigliartela.
Il tuo disagio si taglia col coltello e dovresti fare qualcosa, prima che sia troppo tardi.
In tanta malvagità si può affogare.
Comunque, se in qualche modo scrivere la roba che scrivi ti fa bene, continua pure, qui abbiamo le spalle larghe, possiamo accogliere anche te.
Il fatto che le cellule siano indifferenziate non dimostra che non è un essere umano. Il fatto che il sistema nervoso non ci sia non dimostra che non è un essere umano. Il dna contenuto in quelle cellule è LO STESSO di quello che è contenuto in tutte le altre cellule che da esse si svilupperanno. Questa mi creda è scienza. E’ molto più filosofia o se vogliamo bieca convinzione opportunistica la seguente relazione 1- se un individuo è costituito da cellule indifferenziate allora non è un essere umano 2- se un individuo non è costituito dal sistema nervoso centrale non è un essere umano. E chi l’ha deciso questo scusi?
Le avventure di Pollicino
La genetica moderna si riassume in questo credo elementare: all’inizio è dato un
messaggio, questo messaggio è nella vita, esso è la vita. Vera e propria parafrasi
dell’inizio di un vecchio libro che ben conoscete, tale credo è quello del genetista più
materialista possibile. Perché? Perché con certezza sappiamo che tutte le
informazioni che definiranno l’individuo, che condizioneranno non solo il suo
sviluppo, ma anche la sua crescita, sono contenute nella prima cellula. E tuttoquesto lo sappiamo con una certezza assoluta che vince ogni dubbio, perché se tale
informazione non fosse già contenuta in essa, non potrebbe entrarvi mai più;
nessuna informazione, infatti, entra in un uovo dopo che è stato fecondato.
[…] Si obbietterà: all’inizio, due o tre giorni appena dopo la fecondazione, non
esiste che un ammasso di cellule! Che dico, è solo una cellula, quella nata
dall’unione dell’ovulo e dello spermatozoo. Certo le cellule si moltiplicano
attivamente, ma la piccola morula che si installa nella parete dell’utero è già
veramente diversa dalla madre? Io lo credo; ha già la propria individualità e, cosa
incredibile, è già in grado di comandare l’organismo della mamma.
Il minuscolo embrione, di sei o sette giorni, con appena un millimetro e mezzo di
altezza tutto compreso, prende immediatamente in mano la direzione delle
operazioni. È lui che blocca il ciclo materno e obbliga il giallo organismo ovario a
funzionare. Sebbene tanto piccolo, con un ordine chimico, obbliga la mamma a
conservargli la protezione. Già fa di lei ciò che vuole e Dio sa fino a che punto lo
farà negli anni a venire!
Dopo quindici giorni di ritardo nel ciclo, cioè quando lui ha già un mese di vita,
poiché la fecondazione è accaduta quindici giorni prima, l’essere umano misura
quattro millimetri e mezzo. Da una settimana il suo cuore batte, braccia, gambe,
testa e cervello hanno già iniziato a formarsi.
A sessanta giorni, cioè a due mesi di vita, o a un mese e mezzo di ritardo dal ciclo, il
piccolo misura appena tre centimetri dalla testa all’estremità delle natiche.
Starebbe a suo agio in un guscio di noce. Invisibile in un pugno chiuso, rischierebbe
di essere volontariamente schiacciato senza che ce ne accorgessimo. Ma aprite il
pugno: è quasi completo, mani, piedi, testa, organi e cervello sono pronti ai loro
posti e d’ora in poi non faranno che ingrandire. Guardatelo da più vicino: potreste
leggergli la mano e predirgli il futuro! Ancora più vicino, con un semplice
microscopio, potreste decodificare le impronte digitali. Tutto in regola per ottenere
la carta di identità nazionale.
[…] L’incredibile Pollicino, l’uomo più piccolo del mio pollice, esiste veramente; non
è quello della famosa fiaba, ma colui che ciascuno di noi è stato nel seno della
madre. Ma, diranno alcuni, il cervello non è completo che al quinto, sesto mese. No,
no, sarà completamente a posto soltanto al momento della nascita, tutte le
connessioni termineranno a sei o sette anni e il meccanismo chimico ed elettrico
sarà perfettamente rodato soltanto a quattordici, quindici anni! Nel nostro
Pollicino di due mesi funziona già anche il sistema nervoso? E sì, se il suo labbro
superiore viene sfiorato da un capello, muove braccia, corpo e testa in un
movimento di fuga.
[…] A quattro mesi si agita talmente che la mamma si accorge dei suoi movimenti.
Grazie alla leggerezza della sua capsula da astronauta può fare piroette che
all’aria aperta potrà ripetere solo fra qualche anno. A cinque mesi af erra con forza
il bastoncino che gli metto in mano e inizia a ciucciare il pollice in attesa di essere
liberato.
[…] Perché discutere allora? Perché chiedersi se questi ometti esistono veramente?
Raziocinare e far finta di credere come un illustre batteriologo che il sistema
nervoso non esiste prima dei cinque mesi! Oggi giorno la scienza ci svela un po’ di
più le meraviglie della vita nascosta, del mondo pullulante di vita degli uomini
minuscoli, ancora più incantevole che quello dei racconti delle favole. È sulla storia
vera che i racconti sono stati forgiati; e se le avventure di Pollicino hanno da
sempre af ascinato l’infanzia è proprio perché l’adulto che ora siamo è stato un
tempo Pollicino nel seno della mamma.
(Clara Lejeune, La vita è una sfida, Cantagalli, Siena, 2008 – Pagg. 58-61
Per la mentalità laicista dominante nei circoli massonici – quindi a maggior ragione in Francia – e’ intollerabile che scienza e fede possano andare d’accordo, perché ciò mette in discussione il dogma secondo cui la religione non sarebbe che un irrazionale sentimento di atavica superstizione, da eliminare in tutti i modi (meglio se eliminando fisicamente chi le professa).
Più ancora di tutto questo viene il particolare della lealtà personale, anche essa violata. Gautier, non si sa perché, sta compiendo una operazione molto vile ai danni di un defunto.