Francia in recessione. I giornali inglesi accusano: «È colpa della casta enarchica»

Di Redazione
16 Maggio 2013
Il calo dello 0,2 per cento del Pil porta il paese in recessione e si somma ad altri dati economici negativi. Per gli inglesi la causa del declino è da ricercarsi nell'élite parigina di cui fa parte anche il presidente Hollande

Per il secondo trimestre consecutivo il prodotto interno lordo francese ha avuto segno negativo, -0,2 per cento, risultato che porta il paese tecnicamente  in recessione. Una nuova grana per il presidente della Repubblica Francois Hollande, che in questi mesi ha visto precipitare il suo gradimento a livelli bassissimi. Mentre difende strenuamente l’avversata legge sui matrimoni gay, tutti i dati dimostrano l’inefficacia dei rimedi alla crisi messi in campo dall’esecutivo socialista: dallo sforamento del deficit imposto dall’Unione Europea ai dati sull’occupazione, ancora in calo, i risultati sono negativi. Di chi è la colpa? Per i giornali inglesi, certamente di Hollande, ma anche dell’élite che da più di cinquantanni detiene il potere in Francia, la casta degli énarques, di cui anche il presidente socialista fa parte.

ATTACCO AGLI ENARCHI.  La classe dirigente francese, formata dai cosiddetti enarchi – uomini e donne legati dalla frequentazione dell’Ena (Ecole Nationale d’Administration) e dall’Ecole Polytechnique -, «non è stata addestrata per avere successo nel mondo, ma per avere successo nel centro di Parigi», sostiene il Financial Times. Le scuole d’élite francesi, accusano i britannici, sono concepite come porta d’accesso per una casta “incestuosa”: «Hollande, che ha studiato in tre scuole d’élite, sta scoprendo il mondo solo ora come presidente». «Le élite politiche, commerciali e culturali francesi», prosegue il quotidiano britannico, «sono strettamente legate», a prescindere dall’ideologia politica: «Si incontrano a colazione, inaugurazioni di mostre e cene. Diventano amici e si sposano fra loro. Si danno reciprocamente posti di lavoro, si coprono le rispettive trasgressioni», che sono numerose, secondo i britannici.

I DATI SULL’ELITE. Anche il Guardian attacca l’élite francese: «Parafrasando il generale De Gaulle», afferma ironicamente Peter Gumbel, docente di Sciences Po a Parigi, «come è possibile che in una nazione con 365 varietà di formaggio, siano così poche le strade che portano ai vertici?». Nelle prestigiose università inglesi di Oxford e Cambridge, che forniscono la classe dirigente al paese, afferma Gumbel, si laureano ogni anno più di tremila studenti. I laureati delle scuole d’élite “galliche”, poi promossi ai vertici della Repubblica e delle aziende private del paese, sono soltanto 480 all’anno.
Il successo nel lavoro, per questi pochi abitanti del centro di Parigi, accusa il giornale inglese, è garantito. «La sovra-rappresentazione degli énarques», nella società francese, «è singolare», conclude il Guardian. Per capire quanto sia vero, il quotidiano dimostra che la presenza di enarchi più bassa di sempre nell’entourage di un presidente è stata toccata con Nicholas Sarkozy che l’ha portata al 55 per cento. Comunque sopra la metà. E con Hollande? Con il presidente socialista la percentuale è tornata al 70 per cento.

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