
Campione misterioso, Francesco ha vinto la prova più difficile: scrivere “Szczesny” correttamente
Ecco il vincitore del profilo del campione misterioso pubblicato ieri: si chiama Francesco Clerici, studia ingegneria idraulica e viene da Lodi. Giovedì on-line un nuovo giocatore da indovinare.
Quando ha letto dell’omino delle Pringles ha capito, e attingendo ai ricordi degli anni del liceo gli è venuto in mente subito David Seaman, ex-grande portiere dell’Arsenal, per poi risalire fino all’attuale numero 1 dei Gunners, Wojciech Szczesny. Così Francesco Clerici ha indovinato il nome del giocatore misterioso pubblicato ieri, quello appunto dell’estremo difensore polacco: Tempi lo ha voluto premiare anche perché è stato uno dei pochi lettori a scrivere in maniera corretta il nome del giocatore in questione.
Francesco è un tipo preciso, metodico, non s’è fatto spaventare dall’impronunciabile cognome di Szczesny. D’altronde, studia ingegneria, una materia che ti obbliga a stare attento a ogni dettaglio, fare calcoli, essere scrupolosi. Lodigiano, classe 1985, il calcio è sempre stato per lui una grande passione sponsorizzata dall’acceso tifo juventino del padre. Anche lui ama la Vecchia Signora, ma non è di quegli amanti che farebbero follie pur di seguire la propria squadra: «Il calcio lo guardo a casa. Anche se il nuovo stadio che abbiamo da quest’anno m’affascina molto, e non escludo la prossima stagione di andare a vederci qualche partita». Per quanto riguarda invece gli Europei, è rimasto stupito da alcuni flop, come quello dell’Olanda: «Incredibile! Pensavo che con dei giocatori di quel livello dovessero farcela facilmente. Invece sono usciti. In generale queste partite mi stanno piacendo molto, perché non c’è grande spazio per tatticismi o cose simili, ma le squadre si affrontano molto a viso aperto».
A lui il calcio piace così: veloce e spontaneo, senza tanti schemi. D’altronde, fin da quando è ragazzino ha sempre giocato a basket, naturale quindi che ami vedere partite spettacolari. Una qualità che certo non è mancata alla sua Juve quest’anno: «Finalmente dopo tante sofferenze abbiamo potuto tornare a gioire. È stato bellissimo vedere come Conte sia riuscito a trasferire tutta la sua grinta alla squadra».
Per quanto riguarda gli studi, la sua carriera da universitario ha preso una chiara piega all’inizio della laurea specialistica, quando ha voluto lasciare la strada d’ingegneria edile seguita durante il triennio per buttarsi sull’idraulica. «Mi affascina l’acqua: è qualcosa che non puoi controllare del tutto. E da quando ho deciso di studiare questa disciplina, ho avuto anche un rendimento migliore». Intanto, la sua vita in ateneo inizia a vedere il termine: da poco ha iniziato a scrivere la tesi, e spera di laurearsi entro la fine del 2012. E magari, prima, riuscire a fare un salto a Torino, per vedere la Juve vincere.
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