Filippo, juventino revisionista e bandiera del Brescello, è il primo vincitore del nostro gioco
Fa il terzino per il Brescello. Su e giù per la fascia per infiammare i cuori dei tifosi gialloblu emiliani, eternamente nostalgici della C1. Da 10 anni ormai il club di Don Camillo e Peppone manca dal calcio professionista arrancando in Promozione, ma da un anno può fare affidamento su una talentuosa bandiera, Filippo Costa, il più rapido dei nostri lettori ad indovinare il primo campione misterioso.
I-Phone alla mano, è andato dritto al cuore: Andreas Granqvist, il nome prescelto. Era facile, è vero. Ma non tutti ci sono arrivati: qualcuno ha buttato lì l’ex-romanista Christian Wilhelmsson, o addirittura Antonio Cassano. Qualcun altro ha voluto strafare, prendendo però un granchio enorme: “Saidu Alade Adeshina” era il nome sconosciuto da lui suggerito. E chi diamine è, ci chiediamo noi? Il nostro lettore aveva indovinato il nome del giocatore protagonista della generica foto a supporto dell’articolo, fraintendendo così il calciatore oggetto del concorso. Invece il nostro Mister X era il centrale svedese del Genoa. Filippo ha letto su Twitter lo strillo dell’articolo, non ci ha pensato due volte e ha scritto subito.
Classe 1991, studente di Scienze Politiche di Parma, per stare dietro alla passione del pallone Costa ha vagato per tutta la via Emilia. Al Brescello ci è arrivato dal Sassuolo, dove è stato persino aggregato alla prima squadra negli ultimi anni: nel 2007-08 sotto i dettami di un certo Massimiliano Allegri, poi sotto la guida saggia di Pioli, con compagni come Zampagna e Martinetti. Prima invece, quand’era ragazzino, le giovanili al Modena, di cui è stato anche supporter. Al Braglia ha visto i canarini giocarsi la Serie A, soffrendo una delle sue più grandi delusioni calcistiche quando nel maggio 2004 la squadra di Malesani retrocesse in B.
Ma il vero trauma sportivo lo ha vissuto nel maggio 2003, quando la squadra del suo cuore, la Juve, perse la finale di Champions contro il Milan. Fu una vera tragedia per un ragazzino di 12 anni. Il suo cuore bianconero ha sempre dovuto lottare tra le mura amiche, contro l’arcigna compagnia nerazzurra del padre. Figuriamoci dopo Calciopoli! Ogni sera un litigio: Moggi, Moratti, Facchetti… Ma lui lo dice chiaro e tondo: «Sono uno juventino revisionista! Non tollero l’idea che ci siano stati tolti quegli scudetti. Voglio la terza stella!».
Il futuro lo vuole a breve in Finlandia, per fare un Erasmus a Rovaniemi. Il Brescello lo lascerà andare, accontentandosi di averlo in rosa solo per metà stagione, mentre per l’altra metà cercherà di tenersi allenato dalle parti di Babbo Natale, chissà, magari in forza al club locale, appena retrocesso nella serie B finlandese. Nel frattempo, coltiva anche la passione per il giornalismo sportivo, chissamai un domani possa servire dopo la laurea. Se non altro, gli è servita per azzeccare il giocatore segreto del nostro gioco.
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