
Primi appuntamenti pubblici per l’Osservatorio di Bioetica di Siena, neonata associazione di medici, giuristi e gente comune intenzionata a portare un contributo di sensibilizzazione, giudizio culturale e impegno civile sui temi attinenti inizio vita, fine vita, dipendenze e problematiche relative alle “identità di genere”. A Siena e a Colle Val d’Elsa il 10 maggio scorso si sono svolte due conferenze gemelle dal titolo “Figlio a tutti i costi? Voci di donne: tra desideri, business e abusi”. Sono state messe a confronto due donne di provenienza culturale molto diversa ma accumunate dallo stesso desiderio di ritrovare una dimensione della maternità svincolata dagli interessi economici, dagli egoismi e dalla violenza. Laura Corradi (docente presso l’Università della Calabria, esperta di studi di genere ed esponente femminista) ed Eugenia Roccella, (giornalista, ex parlamentare e sottosegretario alla Sanità fra il 2009 e il 2011), hanno dato vita, davanti a un folto pubblico, a un confronto avvincente e appassionato sulla realtà dell’essere madre oggi, nell’epoca della tecnica e del business applicate alla maternità. Dalla sterilità, ormai dilagante nel mondo occidentale, alla fecondazione artificiale, dalla maternità surrogata alla fecondazione eterologa, nessun aspetto è stato trascurato nella discussione.
Capitalismo selvaggio
«Siamo ormai di fronte all’ultima frontiera dal capitalismo selvaggio», hanno affermato alla fine all’unisono le due relatrici, «quello sul corpo femminile e sul bambino». Infatti, cos’altro si cela dietro alla compravendita di gameti per la fecondazione eterologa, all’acquisto vero e proprio della gravidanza di un’altra donna, alla “cessione” del bambino così ottenuto ad altri? E non serve invocare ipotetiche motivazioni “altruistiche” dietro a questi atti: i bambini non si vendono, sciogliere il legame madre-figlio è un’inaccettabile violenza nei confronti del bambino, l’identità genetica è un diritto inalienabile. Toni concordi nella condanna del cosiddetto “utero in affitto”, anche se con sfumature diverse. Eugenia Roccella ha auspicato un divieto legale totale e universale; Laura Corradi, invece, dicendo di non credere all’efficacia di un tale divieto, di fronte alla prospettiva imminente di una legislazione permissiva in Italia e in Europa (considerato che i Paesi del cosiddetto “turismo procreativo” stanno chiudendo i varchi finora permessi), ha proposto di individuare un terreno comune tra credenti e non credenti, tra femministe e non, attorno a tre elementi che una eventuale legge sulla maternità surrogata dovrebbe obbligatoriamente prevedere: 1) il consenso informato sia della donna che porterà avanti la gravidanza, sia della coppia o persona “committente” con elencazione dettagliata di tutti i danni finora constatati alla salute delle donne e le informazioni relative ai rischi per la salute dei figli nati da fecondazione in vitro. Questi aspetti sono trattati nel libro della Corradi Odissea embrionale (Mimesis Edizioni 2019, pp. 37-53); 2) il diritto al ripensamento-recesso della madre, che non può essere obbligata né ad abortire né a dare comunque via il bambino, se durante la gravidanza cambiasse idea; 3) l’obbligo di iscrivere l’identità della madre che ha partorito il figlio nel certificato di nascita. Eugenia Roccella ha riconosciuto il forte potere deterrente di queste misure e ne ha aggiunta una quarta: l’obbligo di depositare il contratto di “affitto dell’utero” in calce all’iscrizione anagrafica.
Dialogo franco e proficuo
Le due conferenze hanno avuto il grande pregio di riuscire a dimostrare che sui temi cruciali della vita e della dignità umana, a partire dalla tutela del corpo femminile e della sua integrità, è possibile un dialogo franco e allo stesso tempo proficuo fra visioni del mondo diverse. L’Osservatorio di Bioetica di Siena ha ribadito la netta contrarietà alla pratica della maternità surrogata e sostiene ogni iniziativa finalizzata al suo totale bando. La cultura femminista sul tema della maternità surrogata stenta a trovare un’intesa, attratta a volte dalle pretese del mondo LGBT, ansioso di giungere al più presto al totale superamento dei limiti posti dalla Natura all’uomo. Ma è proprio a partire dal riconoscimento di questi limiti, ha sostenuto Laura Corradi, che è possibile ricominciare a costruire un mondo più equo, un mondo, ha concluso Eugenia Roccella, dove la maternità ritorni al centro, non solo da un punto vista politico, ma soprattutto culturale: la maternità come via per riaffermare la solidarietà e il senso dei legami umani e familiari.
Il metodo dell’Osservatorio
Le iniziative dell’Osservatorio di Bioetica di Siena nascono dalla consapevolezza che oggi la dignità dell’essere umano è a rischio a causa di molti fattori: interessi economici spesso assecondati da derive ideologiche e convenienze politiche; il predominio della tecnica spesso a discapito dell’etica; la riduzione della vita umana a “bene disponibile”. Avendo come riferimento etico l’orizzonte delineato dalla Dottrina Sociale della Chiesa, il metodo di lavoro dell’Osservatorio sarà quello della divulgazione scientifica e del confronto pubblico il più vasto possibile.
L’autrice di questo articolo è chirurgo dei trapianti presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, presidente dell’Osservatorio di Bioetica di Siena.
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