A proposito di proteste studentesche, resistenza, avete presente quella garanzia fatta istituto del liceo classico Manzoni di Milano? Quello occupato dall’omonimo Collettivo Politico e «dallə studentə» la settimana del 13 febbraio per «sottolineare il disagio che ogni giorno viviamo all’interno delle mura della nostra scuola, il cui clima è il riflesso della situazione preoccupante che troviamo al di fuori» anche se «per moltə l’occupazione è un gesto prepotente e conflittuale»?
I trend del Liceo Manzoni occupato, dal gender al mostro di Firenze
Quelli che hanno occupato per dibattere di: maschilismo, cpr, reggae, Beatles, fisica quantistica, Kurdistan, Palestina, Cospito. E prima di legalizzazione delle droghe pesanti, fast fashion, medicina di genere. E rapporto tra Chiesa e Lgbtq+, il 68, la psicanalisi, l’Unione Europea, la storia di Milano. E l’aperitivo transfemminista, il Medioevo, il 41 bis, il No tav, il massacro del Circeo, il post porno. E l’assemblea dei Fridays For Future, l’architettura fascista, la salute mentale dei giovani, il piacere femminile, il mostro di Firenze. E la Champions League.
Quelli che il 31 gennaio hanno presidiato il cortile contro «la disumanità delle istituzioni scolastiche, l’accanimento a dare i voti negativi e nel bocciare» (dal comunicato del 25 gennaio: «SIAMO STANCH* DI SUBIRE! Non rimarremo in silenzio… »).
Tanto borghesi quanto democratici: “Fascio attento ancora fischia il vento”
Quelli che il 18 novembre hanno bigiato e sono scesi in piazza per il “No Meloni Day”. E che anche il 7 novembre hanno bigiato e sono scesi in piazza per dire “No Meloni, No alternanza, Sì al futuro”.
Quelli che il 25 settembre hanno occupato la scuola sfidando il 5 in condotta perché «la situazione politica e sociale all’estero della nostra scuola ce lo ha imposto, tra studenti uccisi dall’alternanza scuola lavoro, un’emergenza climatica che devasta e rovina i luoghi in cui trascorriamo le nostre vite e, in ultimo, la vittoria di un partito che storicamente rimane legato a immagini retoriche fasciste». Infatti a ricordo della lodevole iniziativa sono comparsi sui muri della scuola alcuni slogan molto progressivamente aggiornati, tra gli altri “Meloni attenta siamo tornati/e”, “Fascio attento ancora fischia il vento”, “Fasci appesi, nervi tesi”, “Salvini appeso”, “Meloni in piazza Loreto”, “Sbirri morti” (e a pagare i danni dellə rivoluzionariə sono stati mamme e papà)
Il clima, i professor*, lo sciopero transfemminista
Quelli che il 23 settembre hanno bigiato e sono scesi in piazza contro le conseguenze del cambiamento climatico e l’ipocrisia del greenwashing. Quelli che il 17 settembre hanno bloccato l’ingresso della scuola con un picchetto seguito da un corteo interno per le vittime dell’alternanza scuola/lavoro.
Quelli che l’anno scorso il canovaccio era uguale tra occupazioni, cogestioni per confrontarsi tra «student* e professor*» su fascismo, resistenza partigiana, deportazioni. Quelli che l’8 marzo hanno bigiato per scendere in piazza per lo sciopero transfemminista, e il mese prima contro l’alternanza scuola/lavoro. E che prima ancora avevano occupato per tornare in presenza e poi avevano occupato contro le condizioni di rientro in presenza, e infine perché «pretendiamo che in presenza ci si confronti e si socializzi, non che il tempo venga sprecato a mettere voti». Insomma, quelli con i microfoni dei giornalisti di Repubblica perennemente sotto il naso e le telecamere di La7 puntate in viso. E che questa volta hanno sbagliato il timing okkupazione.
“Basta occupazioni, la scuola è per tutti”
Ebbene, martedì sulla facciata del liceo Manzoni è apparso uno striscione: “Basta occupazioni, la scuola è per tutti”. Un solo, quieto, striscione. Lo hanno issato i Giovani della Lega protestando contro quelli del Collettivo che si dicono tanto democratici «ma impediscono le lezioni a chi le vuole fare».
Ma cos’è, una provocazione? Un curriculum di lotta e resistenza così, l’allarme clima, transfobia, il reggae, il mostro di Firenze, il piacere femminile, e che fa la Lega, sfotte? Neanche un agguato fascista, un ministro delle teleminacce, un’aggressione sul marciapiede, uno striscione minatorio, un dirigente a gridare che siamo nel 1922, un hashtag di tendenza, solo “la scuola è per tutti”? Nonostante il regime, Cospito, il Kurdistan, il greenwashing, l’importanza degli asterischi qualcuno vuole fare lezione? Forse si chiama istigazione all’occupazione, forse no, ma grazie alla Lega la notizia c’è: per tutti, media, scuole, antifascisti in corteo a inneggiare a Tito e alle foibe, resistenti, mostri di Firenze il fascismo è tornato e il Manzoni si trovava straordinariamente, eccezionalmente, incredibilmente disoccupato.