Fermare il declino, Stagnaro: «Rinnovare i programmi. Basta spararle grosse»
Fermare il declino oltre a un auspicio per il martoriato Belpaese è il movimento, nato da un’idea di Oscar Giannino, che si presenterà alle prossime elezioni regionali in Lombardia, Lazio e alle politiche del 2013. Da settimane il movimento sta organizzando incontri pubblici per presentare e spiegare ai cittadini la propria proposta politica. Nella serata di ieri, a Milano, si è tenuto un incontro a pochi passi dal Duomo, in piazza San Fedele dove hanno partecipato circa 4 mila persone. Tra i relatori c’era Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni che, sin dall’inizio del nuovo soggetto politico, ha accettato attivamente la sfida di Giannino.
«ALBERTINI? DIPENDE». Sulla possibile candidatura di Gabriele Albertini, il giudizio di “Fermare il declino” è possibilista. «Albertini ha storia e esperienze non assimilabili alla fallimentare classe politica, ma ad oggi non posso dire se sia un candidato appoggiabile o meno – afferma a tempi.it Stagnaro – perché se l’ex sindaco di Milano si dovesse trascinare dietro Casini, Pdl e compagnia, non troverebbe il nostro benestare. In “Fermare il declino” non è candidabile nessuna delle persone che in questi anni ha avuto incarichi di responsabilità, perché in questi casi vale una responsabilità politica collettiva senza nulla togliere all’onestà di molti di loro».
«BASTA SPARARLE GROSSE». Il ricambio richiesto dai “giannini” passa da «un rinnovamento nelle facce, nelle idee e nei programmi e nell’impossibilità di costruire alleanze con pezzi della vecchia politica. Gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati dalla continua corsa a chi la sparava più grossa e questo non lo si può più fare».
«MODELLO LOMBARDO? ECCELLENZA». Il direttore dell’istituto Bruno Leoni distingue le proposta politica che il movimento presenterà in Lombardia e nel Lazio. Se nel Lazio si è visto «uno sbrago totale e una degerazione pazzesca», le cose sono differenti in Lombardia dove «il modello da tanti punti di vista funziona, ma vi sono da cambiare e da mettere in campo alcune manutenzioni». Tra le situazioni da riparare Stagnaro ne individua alcune nei capitoli della sanità: «Sono da correggere le prestazioni non tariffate dove l’80 per cento dei soldi finisce nelle strutture pubbliche a copertura delle loro ineguatezze. Dico che vanno modificate perché sono dei meccanismi datati che necessitano manutenzione periodica. È importante cogliere il buono che è stato fatto guardando le politiche da preservare e quelle da cambiare. Il modello è interessante e di eccellenza, va mantenuto e corretto».
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