Pochi entusiasmi per la Commissione Prodi Anche se sono già passate due settimane dall’annuncio della composizione della nuova Commissione europea presieduta da Romano Prodi, può valere la pena di dare un’occhiata ai commenti di alcune delle testate più autorevoli del continente per rendersi conto di quali siano le attese dei principali paesi nei riguardi del nuovo Commissario europeo e di come evolva il giudizio sulla sua persona. Ovviamente i toni sono molto più pacati di quelli con cui era stata accolta la sua gaffe sulla possibile uscita dell’Italia dall’euro (cfr. Tempi n. 25, p. 8).
Gli inglesi: ci è andata bene, ma il profilo è basso In Gran Bretagna le opinioni sull’ultima performance dell’ex presidente del Consiglio italiano variano abbastanza sensibilmente. Quella più entusiastica e “britannocentrica” la leggiamo sul filo-laburista The Guardian: “Dalla lettura della lista della squadra che il presidente dell’Unione Europea proporrà all’approvazione del Parlamento europeo la Gran Bretagna è emersa con due poltrone prestigiose. Romano Prodi ha nominato Neil Kinnock vicepresidente incaricato di un ambizioso programma di riforma amministrativa e ha designato Chris Patten alle relazioni esterne. Ciò farà di Kinnock il numero due a Bruxelles, incaricato di presiedere la commissione in assenza di Prodi. La credibilità dell’Unione Europea potrebbe dipendere dalla sua capacità di revisionare e mettere in ordine la travagliata commissione, in passato costretta alle dimissioni”. “La Gran Bretagna ha usato tutto il suo ascendente per ottenere poteri a Bruxelles. Downing Street (cioè il primo ministro – ndr) si mostra entusiasta, e il Foreign Office (ministero degli esteri – ndr) ha dichiarato: “Kinnock alle riforme e Patten agli esteri rispondono alle nostre più rosee aspettative””.
Più generale e più critico The Economist: “Se partiamo dai parametri di valutazione che Prodi stesso si era dato, la sua performance appare deludente. Egli aveva chiesto espressamente ai 15 capi di governo dell’UE di mandargli dei pesi massimi, e non i topi grigi che tanto spesso sono stati inviati a Bruxelles. Aveva chiesto un buon numero di donne e, dopo lo spostamento verso il centro-destra nella composizione dell’Europarlamento, una giusta quantità di conservatori. Su quest’ultimo punto Prodi ha sofferto la più grossa battuta d’arresto: i commissari di sinistra sono più della metà, e le donne sono solo cinque, come nel precedente gabinetto. Per quanto riguarda la qualità, tuttavia, il gruppo di Prodi non sfigura troppo”.
I tedeschi: profilo basso?
Bassissimo! Per colpa di Schroeder Sullo stesso tono del settimanale inglese è il commento di Der Spiegel, grosso settimanale tedesco. Da notare che in Germania è molto viva la polemica sulla decisione del cancelliere Schroeder di non indicare nessun esponente CDU come commissario, e di presentare invece una Verde di scarso spessore.”Voleva presentare una squadra di alto livello, composta esclusivamente di commissari che godevano della sua “totale fiducia”. Così aveva detto il commissario designato Romano Prodi in occasione del vertice dell’UE a Colonia. L’italiano voleva mantenere la parola, ma le circostanze erano contro di lui. Non solo c’erano grossi dubbi sulla competenza del commissario tedesco Michaele Schreyer ci sono grossi dubbi, ma circolavano molte voci sulla spartizione dei vari posti, così venerdì Prodi ha compiuto una fuga in avanti annunciando la lista completa… Nella scelta dei commissari Prodi era costretto a rispettare le scelte dei 15 membri dell’UE, anche se in base al trattato dell’Unione i commissari devono essere nominati “per consenso”. E i capi dei governi nazionali, che hanno poco interesse a insediare a Bruxelles qualcosa che assomigli a un governo, non gli hanno certo dato degli ottimi commissari. In prima fila in questa azione è stato Gerhard Schroeder”.
I francesi: no, la qualità
è alta, ma occhio all’Europarlamento Più generoso, come al solito, Le Monde, secondo cui i problemi si collocano più che altro a livello di Europarlamento: “Presentando il 9 luglio scorso la nuova Commissione europea, il suo presidente, l’italiano Romano Prodi, ha detto una cosa molto giusta: “Si tratta di una squadra di qualità”. L’ex presidente del Consiglio italiano non aveva un compito facile, ma esce ammiravolmente bene da questa prima prova. Tuttavia egli non ignora che la Commissione, poichè incarna l’UE al quotidiano, ha un problema di legittimità, e sa che deve compiere un lavoro di fondo e di immagine. Perché l’ultima parola toccherà al Parlamento europeo, molto più potente di quanto non si immagini, che a settembre dovrà accordare la sua investitura alla squadra di Prodi”. Ma dopo gli abboccamenti con Berlusconi, le cose sembrano molto più semplici per il coriaceo Romano.