Mettiamoli in fila e guardiamoli negli occhi uno per uno questi grandi uomini dalle mani pulite, la cui epoca virtualmente si chiude in Italia con la tragedia di Craxi e che, con esiti ancora lontani dal poter immaginare, si riapre nel cuore d’Europa con Kohl e con quel partito democristiano che ha ricostruito la Germania e trasformato la patria del nazismo nella locomotiva di un’Europa pacificata, ricca e democratica.
Chi sono queste anime eticamente pie, di grande travaglio, che dal frenetico grufolare nel fango promettono di restiturici un mondo più giusto? Ex e neo comunisti, ambientalisti, burocrati di tribunale, intellettuali demagoghi, ex portaborse, giornalisti populisti e, attenzione, in Germania anche l’estrema destra neonazi.Tutta bella gente che ballava con le volpi totalitarie prima – qui in Italia e sul resto del Continente – e che feriti i re leoni che hanno fatto cinquant’anni di grande politica, ricostruito sulle macerie del dopoguerra nazioni libere e benessere per tutti, abbattuti i muri di Berlino e investito sulle democrazie parlamentari, ora vengono a denunciare anche i Kohl e i Mitterrand come empi e infami simboli di corruzione. Perché ? Perché dicono di avere le carte per dimostrare in tribunale che per fare tutto ciò, per costruire la più ricca e avanzata delle società occidentali, questi vecchi leader hanno preso finanziamenti occulti, costruito oblique alleanze, anche finanziare, trasnazionali, e qualcuno, dicono, ha anche rubato per arricchimento personale. Ma rifacciamoci la domanda: chi accusa gli statisti che per un quarto di secolo hanno caparbiamente inseguito e infine realizzato il traguardo di un’Europa libera e unita dall’Atlantico agli Urali? Maramaldi soci di partito che hanno taciuto fino a ieri. Chi li disprezza? Coloro che hanno mangiato alla greppia della grande politica fino a quando era possibile mangiare. Chi li giudica? Oscuri funzionari, giudici più o meno sobri che non possono non essere lusingati dai riflettori delle tv, accarezzare il sogno di una stagione di gloria, dimenticare che quando si risveglieranno da questa sbronza collettiva indotta dai nuovi potenti (che a ogni buon conto, ad oggi, ci hanno regalato solo una guerra nei Balcani, nanismo politico e repubbliche giudiziarie) popolo e storia non giudicheranno il passato sulla base dei codici penali, e non sarà la trasgressione di regole e leggi, o una privata condotta immorale di questi leader, a inficiare il grande quadro di civiltà politica, economica, sociale edificati in Europa grazie a politici come Craxi, Kohl, Mitterrand, Gonzales.
Esattamente tre anni fa, quando un altro nostro amico, Adriano Sofri, entrava in galera e l’Italia gongolava ancora per la presunta opera purificatrice dei F.S. Borrelli, rammentavamo le parole dello scrittore Joseph Roth. Mai come in queste circostanze non si vorrebbe aver avuto ragione, parola di Roth, perché “Non dipendevamo dalle leggi, ma dagli umori. Ma questi umori erano quasi più prevedibili delle leggi. E anche le leggi dipendono dagli umori. Infatti si possono interpretare. Sì, amici miei, le leggi non difendono dall’arbitrio, dal momento che vengono interpretate arbitrariamente. Non c’è quasi nessuna legge, di cui si possa dire che è buona, non c’è sulla terra nemmeno una giustizia assoluta. Giustizia, amici miei, ce n’è solo all’inferno”.
Ps: Ora abbiamo due collaboratori reclusi a vita: il compagno Adriano Sofri a cui è stata confermata la condanna a 22 anni di carcere e il fascista Mario Tuti che dopo 25 anni di galera si è visto respingere la prima istanza di semilibertà. Complimenti giudici che continuate a sbagliare per eccesso di zelo e di pregiudizio. Noi ci batteremo ancora per tirarli fuori, voi dovrete metterci tutti dentro per farci tacere.