Le disponibilità di petrolio, gas e carbone presenti sulla Terra sono in progressiva diminuzione e c’è chi parla addirittura dell’imminente esaurimento di queste fonti. Inoltre, è sempre più pressante l’esigenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica che sta surriscaldando sempre di più questo pianeta malato. Per questo motivo le istituzioni, le imprese e molte associazioni, stanno studiando nuove strategie basate su energie alternative e sulle fonti rinnovabili. È stato il grande Giovanni Paolo II a ricordarci che «La tecnologia che inquina può anche disinquinare, la produzione che accumula può distribuire equamente, a condizioni che prevalga l’etica del rispetto per la vita e per la dignità dell’uomo».
Anche Benedetto XVI, nella sua Enciclica Caritas in Veritate, ha fatto riferimento a questa nuova energia, esaltando la capacità dell’uomo di progredire grazie a un continuo dialogo tra saperi e operatività, ma avvertendo che «la libertà umana è propriamente sé stessa, solo quando risponde al fascino della tecnica con decisioni che siano frutto di responsabilità morale». Il mondo si trova alla vigilia di una grave crisi energetica e sono molti i tentativi, sempre più visibili, di arginare il problema con nuove tecnologie come gli impianti fotovoltaici presenti sulle case di ultima costruzione o le pale eoliche che spuntano in ogni dove.
Nel novero delle fonti di energia pulita figura anche quella nucleare, che in molti paesi occidentali è già molto utilizzata. Recentemente è stata riscoperta anche dal Governo italiano, che si è detto disponibile a riaprire la strada dell’utilizzo dell’atomo a fini energetici. Non una novità in Italia, ma un ritorno, che ha aperto un dibattito dai toni a volte un po’ esagerati.
Una discussione alla quale non si è sottratta nemmeno la Chiesa, la cui posizione è stata espressa dal Cardinale Renato Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. «La Santa Sede è favorevole e sostiene l’uso pacifico dell’energia nucleare, mentre ne avversa l’utilizzo militare». Come si può evincere leggendo l’Enciclica papale già citata, il problema non è tanto il nucleare in quanto tale, ma è l’utilizzo che di esso viene fatto che lo rende accettabile o meno. Per questo motivo è più urgente una formazione alla responsabilità etica dell’uso di scienza e tecnica, che conseguentemente presuppone una conoscenza dell’argomento. Queste sono le ragioni che hanno portato alla nascita di questa pubblicazione, ossia la volontà di spiegare la situazione energetica italiana e mondiale, valutare gli aspetti positivi e negativi e lasciare all’intelligenza del lettore la valutazione sulla necessità o meno del ritorno all’utilizzo dell’energia nucleare. Buona lettura.