Egitto, vescovo sfugge a un tentato omicidio. Polizia: «Musulmani arrabbiati perché nel villaggio c’è una chiesa»
Il vescovo di Minya Anba Makarios è sfuggito miracolosamente a un tentativo di omicidio in Egitto. Il vescovo si trovava in auto nella città di El Sario quando la macchina è stata raggiunta da una grandinata di proiettili. L’autista è riuscito ad evitare il peggio e il vescovo si è rifugiato nella casa di un cristiano copto.
90 MINUTI DI SPARATORIA. Ma l’assalto non si è concluso così, perché gli attentatori hanno sparato contro la casa dove si era rifugiato Makarios per ben 90 minuti. Nonostante la polizia sia stata subito avvisata, le forze di sicurezza non si sono viste prima di un’ora e mezza dalla fine della sparatoria.
Secondo il capo della polizia, la popolazione musulmana locale era arrabbiata perché pensava che il vescovo volesse riaprire la chiesa di San Michele, l’unica del villaggio chiusa oltre 10 anni fa per ragioni di sicurezza.
«CRISTIANI NON DEVONO PREGARE?». Un attivista copto, Mark Ebeid, ha commentato così le parole del capo della polizia: «In altre parole, i musulmani erano arrabbiati a causa della presenza di una chiesa nel villaggio e siccome la polizia non vuole avere problemi, i cristiani non devono pregare per non dare fastidio ai musulmani».
VIOLENZE A MINYA. La provincia di Minya è quella che ha subito la maggior parte di violenze ad agosto, quando i Fratelli Musulmani hanno bruciato oltre 70 chiese. Alcuni villaggi sono stati occupati dai musulmani e trasformati in Califfati, mentre alcuni cristiani sono stati obbligati a pagare la gizya, il tributo umiliante dovuti agli islamici dai cristiani nel 600 d.C., altri sono stati costretti a lasciare le loro case sotto le minacce islamiste.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!