

Se il XX° secolo è stato segnato dalla corsa verso l’alto dei grattacieli, che ha visto prima competere Chicago e New York, poi Dubai, Kuala Lumpur, Shanghai e Taipei, il XXI° potrebbe essere il secolo delle città sotterranee. Le Sears Tower, gli Empire State Buldings e le Petronas Tower di domani potrebbero crescere verso il centro della terra, assurto a nuova frontiera dell’edilizia, e non più verso le stelle.
BIOPOLIS, LA CITTÀ SOTTOTERRA. Singapore, la città-Stato che conta più di 5 milioni di abitanti, tanti quanti la Finlandia ma concentrati su di un territorio che è cinquecento volte più piccolo, sta già provando a svilupparsi sottoterra. La società governativa di costruzioni Jtc ha realizzato un enorme parco sotterrano per lo stoccaggio degli idrocarburi liquidi (gas e petrolio), che si estende per otto chilometri di lunghezza, 130 metri sotto il livello del suolo. Si tratta di un progetto realizzato nella zona industriale dell’isola di Jurong, dove nel sottosuolo sorge un reticolo di tunnel e cisterne che consentono lo stoccaggio di circa 1,5 milioni di metri cubi di idrocarburi, pari a qualcosa come 580 piscine olimpioniche. L’opera è costata finora 1,7 miliardi di dollari, ma il progetto è più ambizioso: realizzare Biopolis, ovvero la città sotterranea delle scienze biomediche, che si estenderebbe per 20 ettari e potrebbe ospitare 4.200 tra scienziati e ricercatori.
UN GRATTACIELO AL CONTRARIO. A New York nel quartiere di Manhattan, sotto la stazione di Essex Street, sta muovendo i suoi primi passi il progetto del Lowline Park, un parco che dovrebbe estendersi per qualche isolato e che sarà illuminato in parte da luce artificiale e in parte da luce solare riflessa, tanto che sono in corso i primi esperimenti per far crescere il verde urbano anche sottoterra. Più ambizioso è poi il progetto denominato Earthscraper, che a Città del Messico vorrebbe costruire una sorta di grattacielo rovesciato a forma di piramide 300 metri sotto il livello del suolo per ospitare uffici e negozi.
ESEMPI DI OGGI. Eccezion fatta per i romantici riferimenti, tra il letterario e il mitologico, di Atlantide e Viaggio al centro della Terra, non mancano precedenti storici e significative esperienze di sviluppo sotterraneo che potrebbero ispirare le città del futuro. Come nel caso dei freddissimi centri urbani di Helsinki e Montreal, che già prevedono ampi camminamenti e centri commerciali sotterranei, anche per evitare le rigide temperature invernali. O in quello di Londra e altre città statunitensi, che riqualificano le antiche stazioni della metropolitana. Oppure Pechino, dove Mao Zedong, quando sorsero le prime tensioni con Mosca sul finire degli anni Sessanta, ordinò lo studio per progettare una seconda città sotterranea per scampare la minaccia nucleare.
GLI UOMINI POTRANNO VIVERCI? «È reale la possibilità per alcune città ad alta densità abitativa di svilupparsi nel sottosuolo», ha spiegato all’agenzia Bloomberg l’architetto Clara Irazábal, docente alla Columbia University di New York. Ma ci sono dei «limiti» oggettivi a vivere sottoterra, fa notare Irazábal: innanzitutto, «le persone necessitano di un’adeguata esposizione alla luce e ventilazione naturali per mantenere la loro buona salute». E poi c’è il problema dei costi; secondo Bloomberg, infatti, costruire sottoterra ha un costo mediamente pari almeno a cinque volte quello degli edifici in superficie.
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