Maria Luisa Agnese ha lanciato un bel dibattito su “La 27esima ora”, il blog rosa del Corriere della Sera online. L’Austria ha aggiornato il suo inno nazionale: non sarà più «patria di grandi figli» ma «patria di grandi figli e figlie». «Qualcuno proporrà anche per i nostri Fratelli d’Italia un doveroso adeguamento a favore di una par condicio?», si chiede la Agnese. «Non suonerebbe male un più acconcio “Fratelli e sorelle d’Italia”», anche se «magari ci sarebbe da risolvere qualche problema di metrica».
TESTO. Problemi di metrica a parte, ecco una versione più acconcia del nostro inno nazionale: «Fratelli e sorelle d’Italia, di Francia, del Chiapas e del resto del mondo, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio e del casco per la permanente s’è cinta la testa e le gambe e le braccia e il décolleté. Dov’è la Vittoria? E dov’è Vittorio? Le porga la chioma o la crapa pelata, ché schiava di Roma, di Milano e di Bari Iddio, nonché Allah e Budda, la creò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte (ho qui anche il testamento biologico), l’Italia chiamò».