Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Archivio

E l’Atlantico si allarga

Il dissenso europeo nei riguardi di un attacco americano a Saddam Hussein è solo l’ultimo esempio di divergenza fra Usa e Ue. E i politologi Usa fustigano l’Europa

Rodolfo Casadei
30/08/2002 - 0:00
Archivio
CondividiTwittaChattaInvia

A questo punto è possibile che, per molte buone ragioni, l’amministrazione Bush rinunci alla preannunciata campagna militare contro l’Irak. Ma l’eventuale dietrofront Usa non può mettere in secondo piano un fatto politico di capitale importanza: la conferma della crisi della solidarietà strategica euro-atlantica, cioè la crescente divaricazione fra l’approccio americano e quello europeo ai problemi internazionali. Oltre all’opposizione dei regimi arabi, infatti, l’ipotetico assalto a Saddam Hussein ha incontrato la contrarietà di tutti i governi dell’Unione europea (Ue), con la parziale eccezione di quello britannico. I dissensi fra Usa ed Europa sulla questione Saddam Hussein si aggiungono a quelli, passati e presenti, sulla ratifica dei Protocolli di Kyoto in materia ambientale, sull’istituzione della Corte penale internazionale, sul conflitto fra israeliani e palestinesi, sui progetti di difesa antimissilistica, ecc. In generale, gli europei rimproverano agli americani di preferire l’uso della forza e l’azione unilaterale alla forza del diritto e all’approccio multilaterale; gli americani rimproverano agli europei la loro reticenza ad assumersi impegni di sicurezza globale e l’illusorietà della loro visione di un mondo dove la forza del diritto (internazionale) basterebbe di per sé a produrre ordine. Recentemente il politologo americano Robert Kagan, in un saggio pubblicato sulla rivista Policy Review e tradotto in Italia a puntate sul quotidiano Il Foglio, ha formulato un giudizio spietato su quello che definisce il “problema transatlantico”: l’Europa esalterebbe le virtù del multilateralismo, della diplomazia a tutti i costi, del primato del diritto perché, avendo rinunciato alla potenza militare, teme qualunque sfida bellica e qualunque impegno che ne svelerebbe la vulnerabilità; e d’altra parte non vede ragioni per rinunciare a quel clima di “pace perpetua” e di prosperità senza responsabilità di cui gode da mezzo secolo grazie all’ombrello militare degli Usa. Ma, spiega Kagan, senza la forza nessun diritto internazionale e nessun principio di civiltà può essere fatto rispettare in un mondo pieno di lupi, perciò gli europei farebbero meglio a darsi una svegliata.
Sul tema della crescente distanza politica fra Usa e Ue abbiamo avuto l’occasione di un colloquio con un personaggio di eccezione: David Forte, professore di diritto all’università di Cleveland, Ohio, e ospite del recente Meeting di Rimini, è contemporaneamente ascoltato consigliere del presidente Bush per gli affari islamici e consulente del Pontificio Consiglio per la famiglia. Le sue risposte nette e abrasive non hanno bisogno di commenti.
Professor Forte, anche sulla questione dell’Irak, come già su altre, non c’è intesa fra Usa e Ue. Che ne pensa delle obiezioni degli europei?
Al progetto di una campagna militare contro Saddam Hussein vengono indirizzati due tipi di obiezioni. Il primo tipo è di natura pratica, ed è costituito da alcuni interrogativi: è sicuro che la campagna avrà successo in termini militari? Può essere condotta senza perdite umane fra i civili irakeni? Si può ragionevolmente pensare che dopo la caduta di Saddam l’Irak troverà un governo stabile? La guerra sarà abbastanza breve da evitare una radicalizzazione dei regimi arabi confinanti a causa di moti di piazza? Questi sono interrogativi di natura pratica che meritano la massima considerazione. Ma c’è un altro genere di obiezioni al progetto di un intervento militare contro Saddam Hussein che trovo del tutto inaccettabile: sono le obiezioni basate sulla paura. Non c’è nessun regime nel mondo arabo e nessun governo in Europa che sia soddisfatto della permanenza al potere del dittatore irakeno: tutti preferirebbero vederlo uscire di scena. Allora perché si oppongono? Perché hanno paura che un attacco contro di lui li destabilizzi o che Saddam Hussein reagisca usando armi di distruzione di massa contro di loro. Ma proprio qui sta il punto: più aspettiamo, e più i pericoli della destabilizzazione e delle armi di distruzione di massa aumentano. Fino ad oggi Saddam non ha dato nessuna prova di essere diventato più civile: sappiamo che non ha nessuna remora, che si tratti di uccidere migliaia di persone, di sviluppare in segreto armi di distruzione di massa in violazione dei trattati internazionali o di infrangere gli accordi circa le ispezioni dell’Onu agli impianti irakeni. Con Saddam Hussein, sappiamo con chi abbiamo a che fare: più aspettiamo, più il pericolo cresce. Non possiamo restare seduti e aspettare che gli succeda qualcosa, come sembra che vogliano fare gli europei.
Proprio questo modo di impostare questo e altri problemi da parte americana fa sorgere l’accusa di unilateralismo che gli europei vi rivolgono.
Sì, gli europei si mostrano irritati per quello che definiscono l’unilateralismo americano. Ma quando l’unilateralismo accresce l’ordine nel mondo, è una buona cosa. Gli europei si mostrarono allarmati quando il presidente Bush preannunciò che gli Usa si sarebbero ritirati dal trattato missilistico ABM con la Russia, dissero che ciò avrebbe alterato l’equilibrio delle forze e ci avrebbe riportato ai tempi della Guerra fredda. Invece è successo che dall’abrogazione del trattato Abm, compiuta in modo perfettamente legale, è derivato un avvicinamento della Russia alla Nato (allusione al trattato di associazione di Pratica di Mare – ndr) che gli europei non avrebbero mai immaginato, perché Bush ha abbinato alla fuoriuscita dal trattato una riduzione delle testate nucleari offensive. Dunque dall’iniziativa unilaterale di Bush -motivata dall’esigenza vitale per gli Stati Uniti di poter disporre anche di missili antibalistici nel proprio sistema difensivo- è derivata una maggiore stabilità e legalità internazionale, contrariamente a quanto affermavano gli europei. Il problema è che, a partire dall’epoca della I Guerra mondiale, molti europei continuano a ragionare e ad agire sulla base della paura che le situazioni sfuggano di mano se si decide di agire unilateralmente. Se a suo tempo i francesi avessero agito unilateralmente, impedendo a Hitler di rioccupare la Renania, non avremmo avuto la II Guerra mondiale; se a suo tempo i britannici avessero agito unilateralmente, rifiutando di accettare l’annessione dei Sudeti da parte di Hitler, non avremmo avuto la II Guerra mondiale. L’idea che l’iniziativa unilaterale porti necessariamente a un peggioramento della situazione è sbagliata. È vero il contrario: se constatiamo l’esistenza di una minaccia, e non agiamo per porvi fine, la situazione diventerà sempre più grave.
La preferenza degli europei per l’azione multilaterale e le procedure giuridiche ha reso possibile quel processo di integrazione senza precedenti che è l’Unione Europea.
Un processo che non mi entusiasma, molto diverso da quello sperimentato negli Usa: nel processo di unione americano il popolo ha partecipato sin dall’inizio, ci furono congressi popolari in ogni Stato per la ratifica della Costituzione e il nuovo governo doveva rendere conto al popolo. In Europa l’unificazione continua a procedere dall’alto verso il basso, dalla burocrazia di Bruxelles verso gli stati; e non c’è un sistema per cui chi prende le decisioni a Bruxelles rende conto al popolo, come c’è invece nei singoli stati componenti.
In linea di principio l’Europa è solidale con la vostra guerra al terrorismo, ma sembra chiedervi una maggiore adesione alla legge internazionale.
La legge esiste solo quando è assicurata la sopravvivenza. Nessuna quantità di legge avrebbe mai potuto impedire a quei famosi aerei di schiantarsi contro il World Trade Center. Quando la sopravvivenza di un paese è in gioco, quel paese deve prendere le misure necessarie per difendersi. E se guardiamo alle misure che gli Usa hanno preso, vediamo che sono proporzionate alla minaccia e conformi alla legge internazionale per quanto è praticabile, ma senza pregiudicare l’obiettivo fondamentale: la sopravvivenza della società americana.

Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome
PUBBLICITÀ
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

La segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte, 1 luglio 2022 (Ansa)

Gli elettori hanno visto arrivare Elly Schlein. E hanno votato centrodestra

30 Maggio 2023
Esultano a Madrid, in Spagna, dopo la vittoria schiacciante alle elezioni Ayuso, Feijoo e Martinez-Almeida

Terremoto politico in Spagna: Sánchez si dimette, Ayuso trionfa

30 Maggio 2023
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan arringa i suoi sostenitori davanti a casa sua a Istanbul dopo la vittoria al ballottaggio di domenica 28 maggio 2023

Perché Erdogan ha ancora un popolo dietro di sé. E davanti un baratro

30 Maggio 2023
Una veduta aerea di Selva Malvezzi (Bo) nei pressi del Ponte della Motta, crollato a causa dell'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna

Mentre l’Emilia-Romagna è nel fango a Bologna si discute di wc no gender

30 Maggio 2023
Don Frnacesco Ricci con Giovanni Paolo II

Cristianità e secolarizzazione nel pensiero di don Ricci

30 Maggio 2023
welfare aziendale

Così il welfare aziendale favorisce la natalità e aiuta le famiglie

29 Maggio 2023

Video

Eugenia Roccella
Video

“Una famiglia radicale”. Eugenia Roccella si racconta

Redazione
15 Maggio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un ragazzo durante un momento di riposo dal lavoro di ripulitura dopo l'alluvione che ha colpito Forlì, 22 maggio 2023 (Ansa)

Il mio battesimo nell’alluvione, tra piadine e fango

Marianna Bighin
26 Maggio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    L’errore più grave della leader dem è stato trattare da stupidi gli elettori
    Lodovico Festa
  • Tentar (un giudizio) non nuoce
    Tentar (un giudizio) non nuoce
    Natalità: una questione politica e di speranza
    Raffaele Cattaneo
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli innumerevoli tratti che dimostrano la parentela tra sinistra e fascismo
    Rodolfo Casadei
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    I moralisti contro Springsteen e Roccella contestata
    Emanuele Boffi
  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Non solo Mattarella: l’isteria anti Meloni ha stufato perfino Arisa
    Lodovico Festa

Foto

Foto

A cosa serve la scuola?

25 Maggio 2023
Foto

Il sistema dei media nel pensiero di Antonio Pilati

25 Maggio 2023
Un missile russo colpisce una casa a Odessa
Foto

L’impegno per un cessate il fuoco immediato

25 Maggio 2023
Marcello Pera, filosofo e senatore
Foto

Dialogo a Roma tra Pera e Camisasca (e sant’Agostino)

16 Maggio 2023
Foto

“Una famiglia radicale”. Presentazione del libro di Eugenia Roccella a Milano

11 Maggio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist