Due marò italiani arrestati in India per omicidio. «Godono dell’immunità»

Di Redazione
20 Febbraio 2012
Stavano svolgendo azioni antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie. Un peschereccio al largo dello Stato del Kerala si sarebbe avvicinato e dopo un avvertimento, due pescatori sarebbero stati colpiti da proiettili sparati dai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Le autorità italiane si sono attivate per liberare i due militari, in stato di fermo.

“Affare di Stato. con la «presa in custodia» di due militari italiani da parte delle autorità locali a Kochi, questo è irreversibilmente ormai diventato il caso dei due pesatori indiani morti a bordo del St. Antony, un peschereccio che, secondo la versione più diffusa nel paese delle vittime, sarebbe stato raggiunto mercoledì scorso da colpi d’arma da fuoco. A sparare i proiettili, stando alle accuse, sarebbero stati i marò del reggimento San Marco in servizio antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie e ieri due dei sei della squadra in divisa imbarcata, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono stati trattenuti in una condizione che in India l’informazione definisce arresto e le fonti italiane si sono preoccupate di descrivere, almeno fino a ieri sera, più come fermo che detenzione vera e propria” (Corriere p. 2).

Il fatto è avvenuto in acque internazionali. “Gli italiani sostengono di aver sparato 20 colpi, in aria e in mare, per dissuadere dall’avvicinarsi alla petroliera una barca che in acque spesso battute da pirati non rispettava i segnali affinché stesse alla larga. Una versione indiana è che il peschereccio sarebbe stato raggiunto da 60 proiettili. Assistiti dal console generale a Mumbai Giampaolo Cutillo, gli italiani lamentano che sui pescatori, Gelastine, 45 anni, e Ajesh Binki, 25, non sono state eseguite autopsie per capire da quali colpi sono stati uccisi”. (Corriere, p. 2).

“«Il governo italiano ritiene sia competente la magistratura italiana, essendo i fatti avvenuti in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana» ha affermato in una nota la Farnesina ricordando che a regolare la presenza di militari sui mercantili è una «legge italiana che risponde anche alle esigenze delle risoluzioni dell’Onu» sulla pirateria. «I militari sono organi dello Stato italiano» e «godono dell’immunità dalla giurisdizione rispetto agli Stati straneri» è stato il perno del comunicato che ha attribuito «atti unilaterali» alla polizia. Questo hanno detto a propri colleghi i funzionari inviati a New Delhi. Risultato: «La riunione non ha permesso di raggiungere una posizione condivisa»” (Corriere, p. 2).

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.